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Steven Spielberg: Lincoln

Creato il 24 gennaio 2013 da I Cineuforici @ICineuforici
Steven Spielberg: LincolnLincoln
(Usa 2012, 150 min., col., storico)
Il buon Spielberg aveva voglia di un Oscar e ha realizzato Lincoln. Azzecca l'argomento, azzecca la regia e il periodo storico per proporre questa pagina della storia americana. In questo Spielberg è maestro.

La trama è storia, quelli sono i fatti e quelli sono riproposti. La fine della Guerra di Secessione è ormai alle porte e il presidente degli Stati Uniti d'America Abraham Lincoln (Daniel Day-Lewis), forte del suo secondo mandato, vuole rimanere nella storia non solo come presidente repubblicano della guerra. Un progetto, un emendamento da proporre al Gabinetto, è presente nella sua mente: abolizione della schiavitù. Come è possibile, allo stesso tempo, fare la pace con i Sudisti (antiabolizionisti per eccellenza) e proporre un tale emendamento? La storia è storia. Steven Spielberg: LincolnPerfetto. Impeccabile. Una macchina progettata per l'Oscar, ma solo PER l'Oscar. Quindi? Un film buono, ma non un capolavoro. E' una pellicola astuta, furba e piena di strizzatine d'occhio all'America di oggi. Lincoln è l'Obama dell'epoca (anche se il primo è repubblicano), vicino agli americani e "umano". Ci si emoziona con lui e per lui. La sua battaglia per l'abolizionismo da secondo mandato è (forse) la battaglia contro le majors delle armi per Obama da secondo mandato: coraggio, ma sapendo di non aver nulla da perdere (essendo già stati presidenti).  Lasciando da parte i commenti storici (più che personali), la pellicola, si diceva, è furba, come è astuta la regia. Tutto è creato per suscitare emozione, coinvolgimento emotivo da parte dello spettatore e dei... giudici degli Academy. E' un melodramma/biopic, che mostra un Lincoln allo stesso tempo ironico, determinato, pensieroso, corruttore per un fine morale e giusto (non si può dimenticare che per quell'occasione, l'abolizionismo, sono stati comprati dei voti per ottenere la maggioranza al Congresso... ogni riferimento alla contemporaneità è puramente casuale!). E', insomma, umano come noi! Come tale, lo spettatore si rispecchia ed è rincuorato dal fatto che persino il buon Abraham, stressa nei momenti critici.  

Steven Spielberg: Lincoln
A proposito dello stress di Lincoln durante l'approvazione del XIII emendamento, è da notare qui l'utilizzo della forma di montaggio per eccellenza del melodramma: il montaggio alternato. Esso permette di dilatare i tempi cronologici del mondo reale, alternando a un'azione che si sviluppa in un dato spazio a un'altra che si situa in un altro luogo ancora, ma sempre nel frattempo. L'obiettivo? Suscitare emozione. Mentre al congresso si spennano fino all'ultimo voto, NEL FRATTEMPO Lincoln, legge un libro o gioca con suo figlio per canalizzare l'emozione. La furbizia tecnica (più che lecita!) per attirare a sè alla fine più giudizi positivi è, dunque, molto evidente. Questa non è una critica negativa, ma è un complimento per Steven Spielberg. Non è da tutti, anzi proprio il contrario, riuscire nei propri obiettivi. Non tutti realizzano pellicole che hanno già profumo di Oscar, che hanno già in sè la simpatia dell'intero mondo e che, soprattutto, possano vantare fra le proprie fila (fra Nordisti o Sudisti che siano) un ottimo Daniel Day-Lewis nel ruolo del Presidente. Film per l'Oscar, film da Oscar o "la rinascita di Spielberg" che dir si voglia, ma sta di fatto che gli Oscar 2013 non sono ancora stati assegnati. Ma questa è un'altra storia...
Mattia Giannone  

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