Curiosa, incauta, dolorosa, in una lettura a posteriori, visti i tragici eventi, dichiarazione del sindaco di Bordolano Diego Bottini durante il convegno di venerdì 25 presso la sala del consiglio comunale a Quinzano d’Oglio. I suoi concittadini, ha affermato il sindaco, non sono molto preoccupati. Terremoti? Incidenti? Ma no. La tecnologia è sicura. La buona fede del sindaco è fuori discussione e nessuno vieta di aver fiducia nel progresso. Purtroppo quando la Valle Padana, in particolare la provincia di Mantova e l’Emilia Romagna si mostrano così fragili, la sensibilità per i rischi, secondo molti, dovrebbe aumentare. Chi può dire se c’è davvero massima sicurezza? Non sono forse peggiorate le condizioni dal momento in cui Stogit ha realizzato gli impianti in funzione. Gli ospiti, ovvero l’ambientalista Ezio Corradi, il tecnico ambientale Massimo Cerani e il geologo Giovanni Martinelli, hanno messo in rilievo il bisogno di informare la popolazione sui rischi connessi agli stoccaggi di metano. In provincia di Cremona sono già attivi quelli di Bordolano e Sergnano, ma la programmazione va ben oltre. La Stogit ha realizzato questi due impianti, Enel intende realizzarne un altro a Romanengo, dove però il Comune non ha firmato ancora alcun accordo, e pare che non sia molto intenzionato in proposito. Altri impianti sono previsti altrove, uno anche nella Bassa Bresciana a Capriano del Colle. Nei luoghi dei giacimenti naturali sono stati realizzati pozzi, che all’esaurimento vengono sostituiti da stoccaggi di metano.
Giovanni Martinelli ha spiegato che non ci sono in Europa così tanti stoccaggi di metano in tante zone a rischio sismico come nella valle Padana. Per Diego Bottini la popolazione non è molto preoccupata da questa situazione. Ma il sindaco l’ha chiesto a tutti quanti? Gli interessati poi non solo solo gli abitanti di Bordolano, ma quelli di un circondario di circa 20 Comuni.
p.z.
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