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Storia del Pensiero nel XIX secolo. Parte seconda

Creato il 21 novembre 2011 da Tirsenide

AUGUSTE COMTE (1798-1857)

OPERE:

1822, Piano dei lavori scientifici necessari per organizzare la Società.

1825, Considerazioni filosofiche sulle scienze e sugli scienziati.

1826, Considerazioni sul potere spirituale.

1830, Corso di Filosofia positiva.

1844, Discorso sullo spirito positivo.

1848, Discorso sull’insieme del positivismo.

1855, Appello ai conservatori.

1856, Sintesi soggettiva o Sistema universale delle concezioni proprie dell’Umanità. Parte I, Sistema di Logica positiva, Trattato di Filosofia matematica.

Postume: Testamento (1844) e le “Lettere” (a Valat e a Stuart Mill, 1877).

Scopo del Comte è la costruzione di una filosofia della Storia che si trasforma in una religione dell’Umanità cioè in una divinizzazione della Storia. Per Comte ciascuna branca della conoscenza umana passa successivamente per tre stati di sviluppo: lo stato teologico o fittizio, lo stato metafisico o astratto, lo stato scientifico o positivo.

Il primo è il punto di partenza necessario dell’intelligenza umana; il terzo è il suo stato fisso e definitivo; il secondo è unicamente destinato a servire da transizione.

Stadio teologico→ Ricerche verso la natura intima degli esseri umani e le cause prime e finali, cioè verso le conoscenze assolute … l’azione continua di agenti soprannaturali.

   metafisico→ gli agenti soprannaturali sono sostituiti da forze astratte, vere entità o astrazioni personificate, inerenti ai diversi enti del mondo … capaci di generare da sé tutti i fenomeni osservati.

   positivo → lo spirito umano riconoscendo l’impossibilità di raggiungere nozioni assolute rinuncia a cercare l’origine e il destino dell’universo e a conoscere le cause intime dei fenomeni e si applica unicamente a scoprire, mediante l’uso ben combinato del ragionamento e dell’osservazione, le loro leggi effettive: cioè le relazioni invariabili di successione e di somiglianza.

Per Comte la mancata penetrazione dello spirito positivo nella totalità della cultura intellettuale produce uno stato di anarchia intellettuale e quindi la crisi politica e morale della società a lui contemporanea.

Importante osservazione: per Comte bisogna completare il lavoro di Bacone, Cartesio e Galilei. Le scienze vanno classificate in base a criteri di semplicità decrescenti, per es. la fisica è divisa in fisica organica e inorganica. Comunque cinque sono le scienze fondamentali: astronomia, chimica, fisica e sociologia. La Matematica è esclusa perché è la base di tutte le scienze esatte; la psicologia è esclusa perché è ulteriore trasformazione della teologia.

La sociologia

È la scienza alla quale tutte le altre scienze sono SUBORDINATE. La sociologia è << … il sistema generale delle operazioni successive, filosofiche e politiche, che devono liberare la società dalla sua fatale tendenza alla dissoluzione imminente e condurla direttamente alla nuova organizzazione, più progressiva e più salda di quella che riposava sulla filosofia teologica.

STATICA SOCIALE →RELAZIONI NECESSARIE E CONSENSO UNIVERALE

DINAMICA SOCIALE → PROGRESSO, CIOE’ SVILUPPO CONTINUO E GRADUALE DELL’UMANITA’

Per Comte il Progresso è << il risultato necessario del precedente e il motore indispensabile del seguente secondo il luminoso assioma del Leibniz: il presente è gravido dell’avvenire >>.

Il progresso realizza un perfezionamento incessante, per quando non illimitato del genere umano… (ma) questo perfezionamento non implica che una qualsiasi fase della storia umana sia imperfetta o inferiore alle altre. Per Comte come per Hegel la Storia è sempre, in tutti i suoi momenti, tutto ciò che deve essere; ma anche la compiutezza di ciascun’epoca storica è indice di comprensibilità della Storia stessa. Gli eventi della Storia sono necessari nel duplice significato del termine: nel caso che essa è inevitabile ciò si manifesta dapprima come indispensabile, e reciprocamente. È questo un modo altrettanto efficace di esprimere l’identità hegeliana tra il razionale e il reale. De Maistre: “tutto ciò che è necessario esiste”.

Importante: per Comte la libertà d’indagine si giustifica nel periodo di trapasso dall’assolutismo teologico all’assolutismo sociologico … dopo deve essere abolita!

Comte e la dottrina della Scienza

Ispirandosi a Francis Bacon e a Descartes, Comte concepisce la scienza come essenzialmente diretta a stabilire il dominio dell’uomo sulla Natura. Non che sia scopo della scienza l’azione ma bisogna avere una base razionale per condurre una azione giusta in direzione del progresso.

Lo scopo della ricerca scientifica è la formulazione delle leggi perché la legge permette la previsione e la previsione dirige e guida l’azione dell’uomo sulla natura. La dottrina di Comte non è un empirismo perché il determinismo che caratterizza la natura implica la assoluta armonia della natura; i fatti o fenomeni insieme alla legge sono i due elementi che caratterizzano la scienza. Coordinando i fatti senza dare una legge a questi fatti non si fa scienza. << Lo spirito positivo senza misconoscere mai la preponderanza necessaria della realtà direttamente constatata, tende ad aumentare il più possibile il dominio razionale a spese del dominio sperimentale, sostituendo sempre più la previsione dei fenomeni alla loro esplorazione immediata >> (Cons. fil. sulla scien. e scienz., 1825).

Riconoscendo a Kant il merito di aver per primo tentato di sfuggire all’assoluto filosofico, per una concezione della doppia realtà insieme oggettiva e soggettiva, Comte sostiene che non è stata superata “l’ambivalenza metafisica del soggetto-oggetto” e soltanto una << sana filosofia biologica >> può constatare che le operazioni dell’intelligenza sono subordinate alla relazione fondamentale tra   l’organismo e l’ambiente, il cui dualismo costituisce, sotto tutti gli aspetti, la vita. Per questa relazione tutte le nostre conoscenze reali sono relative, da una parte all’ambiente in quanto agisce su di noi, dall’altra parte all’organismo in quanto è sensibile a questa azione.

Il risultato personale è influenzato dalla costituzione esterna del mondo e dalla costituzione interna dell’organismo (relativismo positivo!).

In virtù di questo relativismo si deve ammettere l’evoluzione intellettuale anche se tale evoluzione è soggetta alla trasformazione graduale all’organismo (non-immutabilità delle categorie intellettuali dell’uomo).

Il “TOTALITARISMO COMTIANO”

Nel “Corso di filosofia positiva” è presente una polemica sulla specializzazione scientifica che consente di intravvedere le limitazioni dogmatiche implicite nel pensiero comtiano: la scienza dovrebbe evitare la specializzazione che comporta ulteriori dubbi e indagini rispetto a conoscenza già date. I lavori sperimentali producono una << vera anarchia scientifica >>. Bisogna considerare che  << … l’esplorazione scientifica (oltre un certo grado di convenienza!) degenera inevitabilmente … in una curiosità sempre vana e qualche volta anche gravemente perturbatrice >>. In altri termini la ricerca scientifica deve venire incontro ai bisogni intellettuali dell’uomo; e tutto ciò che sembra esorbitare da tali bisogni cade fuori di essa. Qui Comte ritiene evidentemente i bisogni intellettuali dell’uomo fissati e determinati una volta per tutte e pretende così di imporli come guida alla scienza; la quale in realtà ha essa stessa il compito di definirli e farli emergere dai suoi problemi. Nel “Sistema di politica positiva” questi elementi vengono accentuati e l’autore teorizza l’avvento di un regime SOCIOCRATICO che corregge e prefiguri la ricerca scientifica dando a questa una inflessibile disciplina. Sono condannabili tutte le interferenze fra scienze (il fisico che “sconfina” nella biologia, i chimici che si occupano di fisica, ecc.). Bisogna, infine, sottrarre la Scienza agli scienziati e affidarla ai filosofi, sacerdoti dell’umanità.

Fortunatamente la scienza, pur utilizzando ampiamente il concetto della legalità dei fenomeni naturali e della possibile previsione che essa offre, si è subito disinteressata delle restrizioni con le quali Comte lo accompagnava ed ha proceduto per suo conto.

Le implicazioni politiche del pensiero di Comte erano di natura totalitarie nel senso che la sociologia doveva creare una sociocrazia (con lui Capo Pontefice) così come la teologia era riuscita a creare nel medioevo, una teocrazia. Meno fortunato di Hegel che, con l’aiuto dello Stato Prussiano, riuscì almeno in parte a stabilire praticamente il suo assolutismo dottrinale, Comte non è mai riuscito a tradurre in pratica le sue aspirazioni assolutistiche.

LA DIVINIZZAZIONE DELLA STORIA

Il “Sistema di Politica Positiva” è diretto a trasformare la filosofia positiva in una religione positiva. Il concetto fondamentale è quello dell’UMANITA’ … che deve prendere il posto di Dio. L’umanità è il Grande Essere come << … l’insieme degli esseri del passato, del presente e del futuro che concorrono liberamente a perfezionare l’ordine universale >>. Gli esseri passati e futuri costituiscono la “popolazione soggettiva”, i presenti la “popolazione oggettiva”. La duplice popolazione soggettiva subordina il lavoro della popolazione oggettiva, cosicché noi continuiamo, proseguiamo il compito dei nostri predecessori così come quelli che verranno continueranno la nostra epoca, il nostro lavoro, la nostra opera.

Per Comte l’Umanità non è un concetto biologico ma storico e romantico (perché veniva divinizzata la Tradizione proprio come volevano i Romantici). L’Umanità non è quindi che la Tradizione divinizzata. Il “Grande Essere” << … istituì spontaneamente dapprima gli dèi antichi poi il loro unico erede (il Dio delle religioni monoteistiche) per guidare rispettivamente la sua seconda infanzia e la sua adolescenza. Gli elogi sinceramente indirizzati a questi tutori soggettivi sono altrettanti omaggi alla saggezza istintiva dell’Umanità … quando la sua maturità sarà completa, si ammirerà giustamente la sua provvidenza diretta e sentita verso i suoi veri servitori … >>.

Il PROGRESSO è per Comte lo SVILUPPO DELL’ORDINE e non aveva fasi oscillatorie o circolari. Dopo la Rivoluzione Francese quest’idea dello sviluppo continuo è divenuta patrimonio degli uomini, e grazie a De Maistre, si è superata l’ostacolo principale a questa concezione: il medioevo visto come età regressiva (riabilitazione dell’Età di Mezzo).

Successiva operazione ideologica del Comte è la comprensione dell’importanza degli animali nel mondo che nel futuro sociocratico verranno posti nell’ambito dell’Umanità, vicino agli uomini.

Successivamente integra questa visione mistica con gli essere inanimati (feticismo) cosicché il Tutto è completo. Il feticismo pre-sociocratico errava nell’eguagliare la vita con la non-vita ma ora è possibile pensare che le differenze esistono ma vengono trascese nell’Unità del Grande Essere.

Insomma il mondo della natura inanimata appare come parte integrante di quella storia universale che egli vede sintetizzata e riassunta nel Grande Essere. Con Hegel e Comte la totalizzazione può essere riassunta rispettivamente con l’IDEA e con L’UMANITÀ (GRANDE ESSERE); altra affinità fra le due dottrine è la loro pretesa assolutizzazione. Un “Calendario positivista” con i mesi e i giorni dedicati alle principali figure dell’umanità (politici, artisti, scienziati), una “Trinità positivistica”, un’adorazione del “Grande Feticcio” (la Terra) e del “Grande Mezzo” (il Cielo)… queste ultime speculazioni comtiane dimostrano soltanto una sconcertante assenza, nel suo autore, del senso del ridicolo

 

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