Magazine Cultura

Storia del pensiero nel XIX secolo. Terza parte. I positivisti

Creato il 23 novembre 2011 da Tirsenide

Discepoli della scuola positivista

Francia

Pierre Laffitte (1823-1903), fondatore della “Rivista Occidentale”, organo del positivismo.

Emile Littré (1801-1881), autore di “Conservazione, Rivoluzione, Positivismo” (1852), “La scienza dal punto di vista filosofico” (1873); rifiutò l’ultima parte del positivismo comtiano, relativa alla religione dell’Umanità mentre sostenne che l’intuizione di Comte sulla metodologia scientifica applicabile alla Filosofia (per superare i limiti dello Spiritualismo e del Materialismo) è auspicabile. La filosofia come la scienza deve eliminare dal suo seno ogni concezione trascendente o soprannaturale e scorgere nella Natura come nella Storia soltanto leggi, immanenti o empiriche. Ma il positivismo ha una funzione precisa: << … ci dirige verso il lavoro, verso l’equità sociale, verso la pace internazionale, mediante l’industria, mediante il diffondersi della scienza e dei lumi, mediante la cultura delle belle arti, mediante il miglioramento graduale della morale >> (La scie. dal punto di vista fil., 1873).

 Inghilterra

Fu Henriette Martineau ha tradurre in inglese, nel 1853, il Cours de philosophie positive, seguito dalle traduzioni di altri libri comtiani ad opera di Richard Congreve. Il più importante tra i seguaci inglesi di Comte fu George Lewes (1817-1878) autore di “Problemi della vita e dello spirito” (1874- ried.post-m.’79) che introdusse la psicologia empirica e una metafisica empirica nell’ambito di una filosofia positiva (in direzione opposta a Comte, che negava ogni empirismo della coscienza). Il metempirico, ciò che sta sopra ogni esperienza possibile, deve essere trattato con metodi positivistici per evitare residui soprasensibili (Lewes).

Positivismo utilitaristico

È la forma assunta dal positivismo sociale in Inghilterra o, meglio, l’applicabilità (utilità) delle norme filosofiche e morali del positivismo come strumenti di rinnovamento o di riforma sociale. Un riformista sociale come Robert Owen era criticato dagli utilitaristi perché le sue concezioni sull’immiserimento degli operai causato dall’introduzione delle macchine tecnologicamente più avanzate (e, quindi, Owen aveva delle riserve sul progresso tecnico) erano considerate nocive per l’umanità; la critica alle religioni e alla concezione “soggettiva” dell’immoralità (ovvero l’immoralità è causata dalle circostanze ambientali)  invece avvicinavano Owen agli utilitaristici.

Sia Owen che gli Utilitaristi erano anche accomunati dalla pretesa di migliorare le condizioni sociali dell’umanità mediante un metodo scientifico.

T. R. MALTHUS (1766-1834).

Nel suo “Saggio sulla popolazione” (1798) sostenne che esiste un rapporto particolare fra l’accrescimento della popolazione e l’accrescimento dei mezzi di sussistenza. Mentre il primo elemento è una progressione geometrica (del tipo 0,2,4,6… 2n), con la popolazione che raddoppia ogni quarto di secolo (il riferimento di Bentham è il territorio nord-americano), il secondo elemento ha una crescita aritmetica (0,1,2,3… n). Lo squilibrio così determinato tra la popolazione e i mezzi di sussistenza può essere eliminato in due modi: in primo luogo attraverso la miseria e il vizio che diminuiscono e falcidiano la popolazione; in secondo luogo attraverso il “controllo preventivo” delle nascite. Evidentemente il progresso della società umana consiste nel sostituire, quanto più è possibile, il controllo repressivo col controllo preventivo …

DAVID RICARDO (1772-1823).

Autore di “Principi di economia politica e di tassazione” (1817) in cui analizza il problema della RENDITA FONDIARIA. Sul mercato lo stesso prodotto deve avere lo stesso prezzo ma i proprietari dei terreni più fertili hanno un sovrappiù di profitto che è appunto la rendita fondiaria. Gli interessi generali non coincidono con gli interessi dei proprietari (antagonismo capitale e salario). Attraverso le opere e gli scritti di Ricardo l’economia politica usci dalla fase di una giustificazione dell’ordine sociale, per entrare nella fase di una critica di quest’ordine e di un apprezzamento dei mezzi adatti a modificarlo.

JEREMIAH BENTHAM (1748- 1823).

Opere:

1776, Frammento sul governo.

1787, Difesa dell’usura.

1789, Introduzione ai principi della morale e della legislazione.

 1816, Saggio sulla tattica politica.

1816, Crestomazia

1834 (postumo) Deontologia o scienza della moralità.

Lo scopo principale della filosofia di Bentham è quello di convertire la moralità in una scienza esatta. La condotta dell’uomo è determinata dall’attesa del piacere o del dolore; e questo è l’unico possibile motivo di azione. Il giudizio morale diventa un caso particolare del giudizio sulla felicità … l’azione legittima è quella che promuove  la massima felicità del maggior numero (il legislatore agisce per rispettare la felicità del maggio numero di persone). I piaceri e i dolori sono SANZIONI. Le sanzioni fisiche sono piaceri e dolori che seguono un dato comportamento individuale e soggettivo; le sanzioni politiche derivano dall’azione del legislatore; le sanzioni morali o popolari sono derivate da tutti gli individui (collettivo o oggettivo), infine le sanzioni religiose derivante da Dio.

La moralità non è determinata dai motivi dell’azione ma delle conseguenze: dire un comportamento è buono o cattivo se comporta il piacere o il dolore. L’estensione di questo concetto alla politica comporta la critica ai diritti naturali dell’uomo sanciti dalla rivoluzione francese. Per esempio la libertà è un concetto astratto (inutile) perché una società fondata sulle leggi implica una coercizione delle libertà. Ma anche i governi e l’Autorità sono concetti da minimizzare, ridurre ai minimi termini possibili in cui riescono a essere affettivamente utili.

Storia del pensiero nel XIX secolo. Terza parte. I positivisti



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :