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Storia della moda in pillole. Day 7: La moda nel 1800.

Creato il 26 settembre 2013 da Nothingeasier

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Il IX sec. è un secolo caratterizzato da profondi cambiamenti: l’avvento della Rivoluzione Francese e della Rivoluzione Industriale, cambiano radicalmente l’assetto sociale e la borghesia assume un ruolo predominante.

E’ sopratutto l’abbigliamento maschile a conoscere una vera e propria rivoluzione, gli abiti lasciano da parte l’eccentricità e le ricche decorazioni che hanno caratterizzato il periodo rococò, per lasciare il passo ad abiti rigidi ed austeri, che sono espressione dei nuovi valori che si andavano diffondendo in ambito borghese: il risparmio, la dedizione al lavoro, i commerci e l’importanza data al denaro.

Storia della moda in pillole. Day 7: La moda nel 1800.

La patria delle nuove tendenze è l’Inghilterra, da lì si diffonde il frac, abito inizialmente utilizzato nelle attività sportive e per andare a caccia, successivamente divenne l’uniforme ideale del vero gentleman , utilizzato sia di giorno per gli affari, che sopratutto la sera per le occasioni importanti. La redingote era all’inizio una giacca da equitazione, una lunga giubba a due falde e aperta sul dietro che permetteva di stare comodamente in sella. Abbandonata la destinazione sportiva , si trasformò in una tenuta da città e da lavoro, tanto da assumere la nuova denominazione di finanziera.

Il modello d’ispirazione degli uomini era il Dandy, stile lanciato in Inghilterra da Lord Brummel, che diffuse il suo edonismo esasperato in tutta Europa ed il suo motto era “per essere eleganti non bisogna farsi notare”.

I particolari più rilevanti che caratterizzavano questo stile erano la cravatta che doveva essere perfettamente inamidata ed annodata e inoltre ad ogni occasione veniva associata una cravatta differente.  Via via si fecero sempre più corte e colorate.I capelli, che dovevano essere ben acconciati ed i guanti.  Ha anche fatto di moda l’atto di radersi la barba e lavarsi i denti tutti i giorni. Usava lavarsi nel latte, come la regina egiziana Cleopatra.

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Componevano l’abbigliamento maschile anche il gilet, che doveva rimodellare il fisico maschile, i pantaloni rigorosamente bianchi ed il frac blu. Questa moda si diffuse anche negli ambienti francesi, tanto da diventare poi la divisa Napoleonica.

 

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La giacca corta fu introdotta in seguito al 1850 e inizialmente fu molto criticata a causa della sua forma “a sacco”, entrò successivamente a far parte del guardaroba maschile. Il cappotto lungo o papelot fu invece molto apprezzato in seguito alla scoperta della vulcanizzazione della gomma, cosa che lo rese impermeabile.

 

Per quanto riguarda invece l’abbigliamento femminile, all’inizio del secolo conobbe una grande emancipazione e vennero proposti abiti quasi trasparenti, che lasciassero intravedere le sottovesti. La libertà femminile però durò poco perchè dal 1830 Napoleone emanò il divieto di importare le leggere tele mannole indiane.

La donna tornò ad assumere il ruolo di “angelo del focolare domestico”, doveva essere timida nei gesti, riservata  ed occuparsi delle faccende domestiche.

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Gli abiti scollati e trasparenti vennero sostituiti da abiti a collo alto e con maniche larghe, che esaltavano le forme e focalizzavano l’attenzione sul punto vita, che doveva essere molto stretto. Infatti le dame erano stretti in busti rafforzati con rigide stecche che dovevano procurarle un vitino da vespa ed irrobustire la fragilità della colonna vertebrale femminilie, tanto che venivano indossati sin da bambine. Questi busti provocano spesso svenimenti.

Gli indumenti intimi erano costituiti da numerose sottogonne, bustino e mutandoni e la sensualità della donna era rigorosamente repressa.

Storia della moda in pillole. Day 7: La moda nel 1800.

Così gli uomini cercavano questo tipo di attenzioni fuori dalla casa, presso le cortigiane che invece avevano abiti molto più sfacciati e dettavano tendenza , proponendo la figura della Femme Fatale.

Il vestito femminile si evolse nelle sue linee: all’inizio del secolo la sottana mostrava la caviglia, per poi allungarsi fino ai piedi nel 1840 allargandosi sempre più con la cupola della crinolina; si prolungò con lo strascico dopo il 1870; ritornò infine a una lunghezza moderata e ad una linea a campana. Il punto vita, alto fino al 1822, si abbassò alla sua posizione naturale e scese a punta sul davanti alla fine del secolo. Influenzato anche dai movimenti culturali, il costume femminile trovò ispirazione in fogge che guardavano al passato e alla storia: all’inizio del secolo il neoclassicismo imperante voleva tutte le donne vestite e pettinate come statue greche. Con l’avvento del romanticismo gli abiti si coprirono di pizzi e balze; ci si ispirò alla storia, al gotico e al Rinascimento, alle eroine del melodramma.

Attorno al 1870 trionfò l’eclettismo e si moltiplicano passamanerie e applicazioni; al posto della crinolina, venne utilizzato un sostegno nella sola parte posteriore, detto “tournure” o più volgarmente “faux-cul”, da cui si dipartivano drappeggi, ornamenti e un lungo strascico.

Storia della moda in pillole. Day 7: La moda nel 1800.

A fine secolo la silhouette femminile era “a clessidra”, con il vitino stretto, maniche molto gonfie e la gonna molto svasata.

Al trionfo dell’Art Nouveau gli abiti femminili divennero longilinei ed ispirati alle corolle dei fiori.

Lo sport si fece largo dopo la metà nel secolo, e richiese indumenti appropriati per ambo i sessi: il costume da bagno era, per la donna, un compromesso tra il bisogno di avere un indumento con cui muoversi adeguatamente in acqua e l’imperativo morale di nascondere quanta più epidermide possibile. Il completo da amazzone comportava una lunga gonna a strascico che doveva scendere a coprire le gambe quando la donna cavalcava seduta di fianco sulla sella. Il secolo doveva però scoprire altri sport, come il golf, il tennis e la bicicletta. Dopo il 1890 comparirono gli abiti per le cicliste tentando anche un precoce ripudio della sottana: calzoni alla zuava coprivano le gambe fino al ginocchio avendo a volte quale unico compromesso una corta tunica per nascondere parte dei fianchi.

Lo stile dei capelli delle donne, era un neo-classico ispirato alle acconciature della Grecia antica. Questo stile era caratterizzato dai cicli sulla fronte e sopra le orecchie e i capelli legati con un nodo o una torsione del collo; l’acconciature erano solitamente decorati con nastri, strisce o diademi. Queste acconciature sono stati chiamati anche “Jane Austen style”, a causa della diffusione che hanno avuto le sue storie e il film “Orgoglio e pregiudizio” nel 1813.

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Con l’avvento della società borghese nel 1800, il trucco viene utilizzato solo da attori e donne di malaffare, ma rimane la consuetudine di tenere la pelle molto chiara. Ecco che le donne si armano di ombrellini parasole e guanti, per proteggersi dal pericolo di abbronzarsi; si ricorre molto spesso anche all’ uso di prodotti per la cura del corpo che rendano la copertura del trucco inutile. In segreto però le donne si pizzicavano le guance per dare il colore rosso che prima era ottenuto con ocre e terre di vario tipo. Solo con il romanticismo e l’importanza di un aspetto drammatico, si ritornerà all’uso di creme coloranti, ottenute con piombo o bismuto e pasta di mandorle (miscela che è alla base del cianuro).

 

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