Magazine Africa

Storia di Madeleine e di donne coraggiose

Creato il 08 gennaio 2014 da Marianna06

 

144__Imbala_of_King_Ekuikui_IV

 

Madeleine è una donna ancora giovane, che vive in un villaggio rurale alcuni chilometri fuori la cittadina di Pweto con i suoi quattro figli.

Siamo nella Repubblica democratica del Congo.

E’ figlia di un congolese e di una francese, che suo padre aveva conosciuto tanti anni prima in Provenza. Una donna, che faceva da domestica  in una casa per ricchi, nella quale anche suo papà era autista.

Ultimamente, lontana dalla famiglia d’origine, come sempre accade dopo il matrimonio, Madeleine ne ha visto di belle e di brutte.

La vita in Africa, si sa, per una donna sola e con gli uomini della famiglia del marito sempre sul collo, non è mai semplice.

Madeleine,infatti, è rimasta vedova in quanto il suo uomo, qualche anno fa, aveva contratto l’aids  in città, dove era andato in cerca di lavoro.

Ma non si è persa di coraggio dinanzi alla morte.

Anzi si è rimboccata le maniche, senza badare troppo alla fatica. E questo pur di portare avanti la propria nidiata, bisognosa di tutto.

Lavora di giorno fino al calare del sole un campo di ortaggi di  proprietà,un fazzoletto di terra che però rende abbastanza, il cui surplus, vende al mercato con apprezzabili ricavi in quanto ci sa fare nel commercio.

E così gli avventori , maschi o femmine che essi siano,la cercano.

Un giorno,inaspettati, arrivano nell’abitato del villaggio alcuni uomini a bordo di costosi fuoristrada.

Gente mai vista  prima da quelle parti e vestita con eleganza occidentale.

Parlano con le autorità del luogo, gli anziani saggi,  e fanno capire che in quel posto qualcosa deve cambiare.

E cambiare anche piuttosto in fretta.

Sarà offerto del denaro alla popolazione, purché lasci la zona e si trasferisca in città come hanno già fatto in tanti.

Quando la notizia si sparge,appena sono andati via  gli uomini “bianchi”, le donne, mai dome quando si tratta d’interessi personali da difendere, sono le prime a radunarsi per chiedere spiegazioni agli anziani.

E, sotto il grande albero, dicono ciascuna il proprio parere e organizzano in un batti baleno quella che chiamano la resistenza.

Lo fanno anche le più timide e titubanti, perché Madeleine sa essere convincente.

Nessuno, allora, lascerà la terra dove sono nati e cresciuti e dove intendono chiudere la propria esistenza.

L’anonimato della città  spaventa parecchio e non alletta affatto le donne, che hanno il senso della realtà molto più dei loro uomini .E meno che mai i bambini, che amano i giochi in piena libertà.

E, poi, il denaro non guadagnato con fatica, esse, sempre le donne, lo sanno bene che si spende in fretta.

E si  è più poveri di prima  nel giro di pochissimo tempo.

Così Madeleine invita le altre donne ad organizzare la protesta, recandosi tutte in città dagli operatori del sindacato degli agricoltori.

L’indomani, dopo il viaggio in città con un mezzo di fortuna e qualche chilometro fatto a piedi, è cosa fatta e c’è la certezza almeno che, nel giro di pochissimo,  arriveranno rinforzi  per allontanare i compratori furbastri.

Per il momento al villaggio si quieta e si tira un po’ tutti, grandi e piccini, un  sospiro di sollievo. Ma la lotta sarà dura e non si conosce  l’esito finale.

Il prendere coscienza nella circostanza è stato e rimane un piccolo passo in avanti.

Ma il capitalismo selvaggio, quello delle multinazionali , è peggio della piovra.

Non molla.

Occorre, allora, tenere sempre alta la difesa.

Prima o poi i bianchi ritorneranno (è quasi certo) e non bisogna farsi trovare impreparati.

Madeleine lo sa .

E bisogna che lo tengano bene a mente anche le sue compagne di lotta.

Ma loro sono donne coraggiose. Sono donne africane. Non hanno paura.

 

   di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :