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Storia di spionaggio e congiure - di Antonio Maglie

Creato il 23 febbraio 2016 da Bernardrieux @pierrebarilli1

Storia di spionaggio e congiure    -   di Antonio MaglieLe rivelazioni di WikiLeaks rilanciate da “l’Espresso” non sono in assoluto una novità ma un sequel dell’imbarazzante thriller scritto a Washington dal titolo: “Come ti spio gli amici”. La prima interprete non protagonista fu Angela Merkel; adesso tocca a Silvio Berlusconi che, all’epoca dei fatti “spiati” era il capo del governo italiano. Il contesto (mai come in questo caso figlio postumo della mente di Leonardo Sciascia) è l’anno horribilis del nostro paese, il 2011, quello delle dimissioni dell’esecutivo guidato dall’ex Cavaliere, dell’approdo a Palazzo Chigi di Mario Monti, delle scelte “solitarie” di Napolitano che così si guadagnò la qualifica di “Re Giorgio”. Il tutto arricchito con il condimento di trame che qui da noi sono oscure per antica gestazione e definizione. La storia in questo caso svelata, induce ad almeno tre considerazioni. La prima: dal punto di vista della politica internazionale (quella ovviamente più nascosta) arriva la conferma del principio in virtù del quale è opportuno diffidare degli amici molto di più di quanto non si faccia con i nemici. Questi ultimi, almeno dal punto di vista dei ruoli, sono chiari, individuabili e, quindi, affrontabili a viso aperto. I primi, al contrario, si acquattano nella boscaglia e aspettano. Oggettivamente gli Stati Uniti sembrano avere una idea piuttosto bizzarra del concetto di “alleati”. Ma in questa bizzarria non sono soli visto che, come sottolinea il servizio de “l’Espresso”, una parte di quei segreti raccolti contemplando gli altri attraverso il buco della serratura, Washington li condivideva con Londra che in Europa ci vuole stare solo con un piede solo ma su quel versante preferiva, evidentemente, ancorarsi con tutti e due.E passiamo alla seconda considerazione. E’ stato sempre detto che sono i Paesi aderenti all’Unione che cedono volontariamente parte della loro sovranità a Bruxelles. Ebbene, dai dialoghi che rimbalzavano dall’Europa sull’altra sponda dell’Atlantico, l’interpretazione del principio, almeno nel modo in cui lo declinavano Merkel e Sarkozy, appare decisamente diverso, nella sostanza opposto: la sovranità più che essere ceduta doveva essere “confiscata” all’Italia. Il che lascia presumere che in quel periodo ci si sia dati piuttosto da fare per dare conseguenza pratica a quella particolare interpretazione della sovranità e della sua parziale cessione a una entità sovranazionale. E questo, ovviamente, induce a proporre una domanda: ma proprio a queste regole o, meglio, a questa interpretazione delle regole, dobbiamo sottometterci per stare insieme? E quale credibilità ha una istituzione in cui è il più forte che decide in che modo e misura un altro o tanti altri devono cedere pezzi della loro sovranità?  In Italia spesso si parla di costituzione formale e costituzione materiale: ebbene in Europa, dove peraltro una costituzione vera non esiste, è la materialità del potente che sembra prevalere sull’immaterialità del più debole (la storia, in fondo, ha avuto conferma con la Grecia, la scorsa estate).Terza e ultima considerazione. La lettura di quelle comunicazioni dimostra oggettivamente che il governo Berlusconi venne “frullato” attraverso “pressioni” che essendo tutte convergenti non possono che indurre a definire la “cosa” come “congiura”. Quell’esecutivo è stato uno dei peggiori della storia della Repubblica Italiana, che pure di esecutivi pessimi è punteggiata. Ma la sopravvivenza e la morte di un governo devono avvenire seguendo le regole palesi della democrazia e in quel 2011 non tutti i passaggi furono realmente “democratici”. Anche perché tutto (o molto) lascia presumere che quelle “pressioni” internazionali abbiano trovato delle sponde nazionali (e le nostre coste sono, come è noto, molto ampie, anche in Parlamento). Brunetta con i suoi continui strepiti fa normalmente del male alle sue cause, però in questo caso un approfondimento di tipo parlamentare attraverso la solita commissione (in fondo è il corrispettivo del cavalierato: non si nega a nessuno) non sarebbe del tutto fuori luogo. Semmai anche per trovare e disciplinare delle procedure che possano evitare in futuro repliche di quella storia.http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane

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