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Storia di un articolo mai pubblicato | Presente, Passato e Futuro: Moda Applicata allo Spazio-Tempo.

Creato il 07 maggio 2014 da Oohlala
Storia di un articolo mai pubblicato | Presente, Passato e Futuro: Moda Applicata allo Spazio-Tempo.






Diapositiva di me in una nebulosa, la Nebulosa dell'Aquila, se non erro.Qualche mese fa, mi hanno commissionto due articoli per un nuovo magazine cartaceo di prossima uscita. Come si suol dire, "si dice il peccato, ma non il peccatore" e per questo motivo, per il momento, ometterò il nome della sopracitata rivista. La seconda motivazione è che a breve, brevissimo vi parlerò largamente di questo progetto editoriale, così tanto che ad un certo punto mi odierete. Ma poi tornerete da me, perché non potete vivere senza il mio blog. 

Dunque, finché posso, preferisco lasciare un vago alone di mistero su tutta questa faccenda.
Ma la verità è che la redazione mi ha spaccato il cuore. 
Ebbene sì, miei cari lettori, i redattori hanno osato cestinare uno dei miei due articoli. E non uno qualunque, no, quello a cui tenevo di più, quello su cui ho speso notti insonni, quello per cui mi sono fatta i calli sulle dita a forza di battere sulla tastiera del Mac. Quello per cui mi avrebbe fatto male la milza se lo scrivere fosse il corrispettivo intellettuale di una lezione di educazione fisica in terza liceo. 

E sapete perché il mio amato articolo è stato scartato?

PERCHÉ IL MIO STILE É TROPPO BLOGGER.

Maccome?! Per la lobby delle fashion blogger sono poco blogger e per le riviste sono troppo blogger? 

Io, la Charlie Brown dell'Internèt capitolo millesimo.


Troppo simpatica, troppo personale, troppo colloquiale, troppo poco seria, troppo poco giornalistica. E io che pensavo di aver scritto in modo troppo impostato, pensa te. 

Ho accuratamente evitato le parolacce, le espressioni da Twitter e quelle in romanesco – che poi, ormai, sono la stessa cosa; ho provato anche a darmi un tono spaccandomi per una intelligente, ho citato Kurt Vonnegut e qualche film di tendenza, di quelli che fanno subito ragazza ggiùsta
Ma niente, tutto inutile, rimandata a Settembre.

No, non è vero, ho comunque altri due articoli su questa rivista, ma mi piace fare la vittima ogni tanto.


Di cosa parlava il mio articolo?

Semplice: un fanta-viaggio spaziotemporale, tra passato e futuro, attraverso la moda.

Difficile trovare un tema che unisse moda e viaggio, e, piuttosto che scrivere l'ennesimo articolo sulle valige da viaggio di Louis Vuitton, mi sono inventata questa storia qui.

Con l'aiuto delle collezioni della Primavera/Estate 2014, vi porto a spasso nel tempo, dalle tribù preistoriche a donne del futuro di pianeti lontani, dimostrando come sia facile viaggiare, anche con solo la fantasia, stando comodamente seduti sul divano di casa davanti al computer. E davanti a un buon sito di moda senza slide delle sfilate che si bloccano.

Sognavo un articolo su sfondo turchese, accompagnato dalle illustrazioni della bravissima Michela Picchi – sì, avevo contattato lei per illustrare il mio pezzo –, che comincia così: 

Devo scrivere un articolo a tema Trip.
E finisce così:…si può viaggiare nel tempo?


PRESENTE, PASSATO E FUTURO: MODA APPLICATA ALLO SPAZIO-TEMPO
Devo scrivere un articolo a tema Trip. 
È un po' come tornare sui banchi di scuola, il giorno del compito in classe di Italiano. Oggi, come allora, la mia prima reazione è il blocco totale davanti al foglio bianco. Adesso si tratta di un simulacro digitale, ma il senso è sempre quello.
Passava una mezz'ora buona, in cui restavo a fissare l'indimenticabile foglio protocollo. Alla prima prova dell'esame di Maturità, il compito di Italiano per l'appunto, ho aspettato un'ora prima di buttare qualcosa su quel foglio a righe, sessanta interminabili minuti in cui riuscivo solo a spostare il mio sguardo dalla penna nella mia mano alla finestra, dalla finestra alla penna e così via.
E Poi? E poi non lo so, ho iniziato a seguire il turbinio dei miei pensieri e a scrivere di getto frasi sconnesse. Lo chiamano Brainstorming, ma io preferisco dire “scrivi e non pensarci troppo”. 
Ed è ciò che farò adesso. 

Trip. 
Trip come Trip Fontaine – prima associazione –, il bello e stronzo del film Il Giardino delle Vergini Suicide di Sofia Coppola, ma non sono qui per parlarvi di cuori infranti e vite spezzate, o, almeno, non adesso.
Trip ed è subito droga, acidi, viaggi mentali e allucinazioni, simpatici hippy strafatti di LSD e mani che si muovono a rallentatore – come vuole la tradizione cinematografica. Purtroppo per voi, la sottoscritta non si è mai fatta di nessuna sostanza stupefacente esistente sulla faccia della terra. E non lo dico perché c'è mia mamma che legge. Quindi, no signori, non starò qui a parlarvi di Trip nel senso che maliziosamente pensavate voi. 
Resto sulla sulla via del cinema ed ecco subito aprirsi un panorama di storie legate all'idea di viaggio: in primis, il cult movie a cui tutti siamo affezionati Stand By Me, ma altri ancora come Into the Wild, Thelma & Louise, Il Treno per il Darjeeling e Le Avventure Acquatiche di Steve Zissou del regista più amato dagli hipster Wes Anderson, o il recente On The Road, tratto dall'omonimo romanzo di Jack Kerouac. Ah, come dimenticare la trilogia di Ritorno al Futuro, salti spazio-temporali, nel passo e nel futuro, ma pur sempre di viaggio si tratta.Potrei andare avanti per ore e ore, ma dalla regia mi dicono di concentrarmi sul mio cavallo di battaglia: la Moda. 
Dovete sapere che nella vita, oltre a far finta di studiare e a fotografare palazzi brutti, mi spaccio come fashion blogger di poco successo e sono freelance contributor di moda, ma solo nei giorni dispari, che il resto del tempo lo passo a farmi le foto nei camerini di Zara.Dunque, adesso proverò a scrivere qualcosa di sensato sul binomio moda e viaggio. Non temete, non sono qui per fare l'ennesimo articolo sugli storici articoli da viaggio, borsoni e valigie, griffati Louis Vuitton e nemmeno voglio tediarvi con la lista delle dieci It Bag del momento per la donna in carriera cittadina del mondo, per carità. 
L'aspetto che più mi affascina della moda è la sua capacità di abbattere i confini geografici e con questo non intendo solo i canali mediatici che ci permettono di vedere in streaming la sfilata di Alexander Wang comodamente seduti sul divano di casa, no. Bensì, mi riferisco alla capacità di un'intera collezione o di un singolo abito di evocare tradizioni stilistiche di culture lontane chilometri e chilometri da noi.
Stilisti che si ispirano all'oriente, altri ancora che, attraverso i loro abiti, ci fanno rivivere luoghi esotici o atmosfere tribali; collezioni che attingono a piene mani nell'immaginario nordico, altre invece preferiscono spostarsi verso temperature tropicali. Possiamo addirittura scoprire mondi nuovi di immaginari pianeti extraterrestri.
Ma non è tutto, grazie alla moda possiamo anche viaggiare nel tempo. Immaginate di girovagare, a bordo della vostra DeLorean, per epoche passate o futuri probabili. Da abiti squisitamente Ottocenteschi fino ai recenti anni Novanta, passando dal bon ton anni Cinquanta e dai pazzi anni Ottanta, e perfino buttare un occhio a ciò che deve ancora venire. 
A questo proposito, mi viene in mente uno dei miei libri preferiti Mattatoio n.5 di Kurt Vonnegut. In breve vi dico solo che Billy Pilgrim, l'americano medio protagonista del romanzo, ha un segreto inconfessabile: ha la capacità di viaggiare nello spazio-tempo.
La prima volta che Billy ha viaggiato nel tempo era il 1944, durante un vagabondaggio come soldato nella Seconda Guerra Mondiale, e da quel momento non si è più fermato. Billy Pilgrim è “spastico nel tempo”, i suoi viaggi sono incontrollati e senza logica, ha vissuto perfino il giorno della sua morte, per poi rinascere. Nel suo confuso girovagare nel tempo, Billy è finito anche sul pianeta Tralfamadore, dove ha imparato che “Passato, presente e futuro sono sempre esistiti e sempre esisteranno” e che “È solo una nostra illusione di terrestri credere che a un momento ne segue un altro”. Parafrasando, i tralfamadoriani considerano la vita come un continuum perenne e possono vedere ogni suo momento nello stesso istante. 
Concedetemi un folle parallelismo e lasciatemi dire che la moda funziona così, più o meno. Forza, giocate con l'immaginazione! Spulciando le collezione online o sfogliando un magazine patinato possiamo saltare dal passato al futuro, dagli anni della Swinging London a quelli dello stile Art Nouveau e così via, tutto nello stesso istante.
Dunque, se me lo permettete, vorrei prendervi per mano e farvi fare un bel viaggio nel tempo attraverso le collezioni spring/summer 2014. Pronti?Per la primavera che sta arrivando vi consiglio di continuare a tagliare le vostre t-shirt, perché sì, signori in ascolto, i crop top sono ancora sulla cresta dell'onda. Per la serie “A Volte Ritornano” ecco invece (ri)apparire sui nostri schermi il Lamé, il tessuto shining tanto amato negli anni Ottanta. Lanvin, Altuzarra, Issey Miyake, Costume National e molti altri utilizzano questo materiale laminato per ricordarci i gloriosi anni che furono, tra Disco Club e spalline imbottite, altri invece lo scelgono per dare un tocco futuristico ai loro abiti.Oh wait! Abbiamo detto futuristico? Ecco il primo nostro viaggio nel tempo: il futuro.

Per la stagione spring/summer 2014 molte collezioni hanno trasformato i loro abiti in vere e proprie architetture tessili che sembrano lontane anni luce da noi; hanno fatto sfilare donne vesuviane e regine di pianeti sconosciuti, forse addirittura di universi paralleli. 
È il caso di Peter Pilotto che porta in passerella abiti strutturati degni di un romanzo Urania: dress strutturati e a clessidra, gonne asimmetriche, rigide come coni o di morbidi volants. Anche i pattern digitali, a cui lo stilista ci ha abituati, fanno la loro parte, dando vita a effetti ottici tridimensionali e a grafiche visionarie. 
Anche quel folle di Gareth Pugh non è rimasto indifferente al fascino della fantascienza. Il designer inglese ci presenta austere signore di un fanta-futuro, vestite di nero, di grigio, d'avorio e d'argento, avvolte nella pelle, nel latex, nella seta e, perfino, da impalpabili piume. Geometrie e minimalismo dal gusto orientale realizzano lunghi abiti e capispalla importanti, riportandoci alla mente le atmosfere cyber-giapponesi di Blade Runner. 
Anche lontano dai riflettori degli show blasonati, troviamo chi ha fatto della moda visionaria il suo marchio di fabbrica: è il caso delle stiliste Jamie Wei Huang ed Eugenia Alejos. Entrambe le designers realizzano abiti che sembrano non appartenere al nostro tempo, dove strutturazioni, geometrie e stampe iridescenti ci trasportano in mondi paralleli.
Se Jamie Wei Huang punta al minimalismo delle forme, con un occhio di riguardo per i dettagli, gli accessori ricercati – vedi i caschi cilindrici in metallo – e la sperimentazione dei materiali, dall'effetto metallizzato e cangiante, la collega Eugenia Alejos è invece un'architetto del tessuto. Vere e proprie armature avvolgono queste donne-mutanti, come se fossero delle estensioni del loro corpo, e gli accessori diventano sculture concettuali per adornare le mani o il volto.
Storia di un articolo mai pubblicato | Presente, Passato e Futuro: Moda Applicata allo Spazio-Tempo.Storia di un articolo mai pubblicato | Presente, Passato e Futuro: Moda Applicata allo Spazio-Tempo.
Adesso che abbiamo visto cosa ci attende per il futuro, possiamo fare un doppio salto indietro nel tempo e visitare il remoto passato della Preistoria.Facciamo visita allora agli uomini e alle donne delle caverne di Jeremy Scott, che se non fosse per stivaletti Space Age e acconciature Anni '50, sembrerebbero usciti dalla serie animata The Flintsones. Stampe maculate e abiti succinti, e la folle ironia “cartoonesca” a cui ci ha abituati. 
Giraffe, struzzi, zebre e leopardi vestono le modelle di Moncler Gamme Rouge, come vere signore dell'Età della Pietra, senza tuttavia mortificare una spiccata attitude contemporanea interpretata da Giambattista Valli. C'è perfino il cappellino che fa tanto tendenza in versione animalier. 
Riccardo Tisci per Givenchy realizza una collezione matura e sofisticata, in cui lunghi abiti drappeggiati e fluidi, arricchiti da cinghie e da decori dal gusto etnico, vestono sensuali donne di tribù arcaiche. I colori sono quelli della Madre Terra e a rendere il tutto più mistico ci pensano le maschere di cristalli Swarovski. 
3.1Phillip Lim invece omaggia la Natura primordiale. Le viscere della terra tornano in tutta la loro forza e bellezza, ed ecco che pattern effetto minerali marmorizzati e geodi decorano i capi della collezione, mentre cristalli grezzi impreziosiscono l'eleganti scarpe. 
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2014. Avevo ragione o no che con la moda si può viaggiare nel tempo?  

Cecilia

NB: Scherzi a parte, sono felicissima di aver conosciuto e collaborato con questa misteriosa rivista, che ringrazio per avermi contattata e per avermi affidato simile compito. Cogliete l'ironia, vi prego, non odiatemi. 


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