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Storie di carnevale

Da Emanuelabonini
Quando eravamo bambini ci si vestiva con abiti fatti in casa dalle nostre mamme nonne e zie. Le mascherine erano sempre le solite. La fantasia e la creatività rendeva i costumi belli ed allegri come quelli che oggi si comperano nei negozi specializzati o nei grande magazzini.La cosa però che piaceva di più a noi bambini erano i giochi che ci organizzavano.
UOVO CANNARUTO (UOVO GOLOSO)
Si preparavano delle uova lesse sbucciate, si metteva un manico di scopa appoggiato fra due sedie e l'uovo legato in mezzo con uno spago veniva appeso a metà del bastone in modo che penzolasse.Due bimbi inginocchiati con le mani dietro la schiena dovevano afferrare con la bocca l'uovo che dondolava da un bimbo all'altro.
CARNEVALE E QUAREMBA (Quaremma)
La moglie di Carnevale di chiama Quaremba ed è rappresentata come una vecchietta un po' astiosa e pettegolaStorie di carnevale
Si mette un tavolo contro un muro e due bimbi si stendono su questo tavolo con le gambe contro il muro.
Il gioco consiste nel rivestire i piedi e le gambe dei bambini: i piedi uniti diventeranno la testa, le gambe il busto e così via, fino a formare un corpo intero. Un bambino veniva travestito da donna e uno da uomo. Per rivestirli si usavano le cose più stravaganti e divertenti come le parrucche e gli stracci di tutti i colori. Le mamme ci mettevano tutta la loro fantasia.
Il gioco consisteva nel far litigare Carnevale con Quaremba. si arrabbiavano così tanto da sbattere la testa contro il muro ma niente paura! Ricordate che le teste non erano altro che i piedi ricoperti ?                                                          Nonna Teresa
Questo è il carnevale dell’infanzia di nonna Teresa. Anche io ricordo dei bellissimi vestiti creati da mia mamma che con le sue mani d’oro, confezionava con materiale di recupero come ad esempio un bellissimo vestito di Cenerentola fatto con le tende di pizzo (allora si usavano).
Non esistevano le stoffe carnevalesche che possiamo trovare oggi, per cui il vestito di Arlecchino era veramente fatto di toppe. Per tutti era cosi e io non ricordo una compagna che indossasse un abito acquistato, ci si arrangiava un po’ tutti .
Ma ora arriviamo ad una ricetta per le frittelle di carnevale un po’ diversa e all'insegna della tradizione :
Frittelle di farina di castagne dolci o salate da una ricetta emiliana .
Le frittelle di farina di castagne o tamplun sono una preparazione tipica dell’Emilia .
La differenza tra le due sta nel fatto che nel primo caso l’impasto è piuttosto semplice, prevede solo farina di castagne e acqua o latte. Le frittelle saranno povere e salate.
Mentre la seconda opzione è più ricca in quanto prevede l’aggiunta di ingredienti golosi, come uvetta e/o fichi secchi .
Nate come cibo povero, le frittelle di castagne venivano anticamente vendute dagli ambulanti o presso piccole botteghe di strada. Rappresentavano un esempio di quello che oggi definiamo street food .
Ingredienti :500gr di farina di castagne2 uovaUvetta o fichi secchi (anche entrambi)3 cucchiai di zucchero di cannaScorza grattugiata di limone (io ho la mia auto prodotta sempre pronta all’uso)1 pizzico di lievito per dolci2 bicchieri di latte (io ho usato quello di soia )Acqua o latte q. b.
Mettere l’uvetta a bagno nell'acqua tiepida per farla rinvenire. In una ciotola versare la farina e il lievito e infine lo zucchero .
Poi unire le uova e il latte, mescolare con una frusta o un cucchiaio di legno.
Aggiungere nell'impasto l’uvetta strizzata (eventualmente i fichi secchi a pezzettini) e la scorza di limone.
Amalgamare fino ad ottenere una consistenza morbida.
Preparare una pentola per friggere con abbondante olio; una volta ben caldo, introdurre l’impasto a cucchiaiate e friggerle finché non sono ben cotte. Le frittelle dolci si guarniscono con lo zucchero a velo, mentre le salate si accompagnano alla ricotta fresca (meglio se auto prodotta, ma questa è un’altra storia … o meglio un altro post )
Storie di carnevale
Storie di carnevale


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