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Straight Outta Compton

Creato il 30 settembre 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
Straight Outta Comptonplay video
  • Anno: 2015
  • Durata: 150'
  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Genere: Biografico
  • Nazionalita: USA
  • Regia: F. Gary Gray
  • Data di uscita: 01-October-2015

Arriva nelle sale italiane dal 1 Ottobre Straight Outta Compton, il discusso film sul movimento musicale, sorto in America a metà degli anni ’80, del gangsta rap.

Sinossi: A metà degli anni 80, quando le strade di Compton, California, erano alcune delle più pericolose del paese, cinque ragazzi decidono di tradurre le loro esperienze di vita in una musica onesta e brutale. Una musica che si ribella contro gli abusi dell’autorità, dando voce ad una generazione rimasta in silenzio. Seguendo la fulminea ascesa e caduta degli NWA, Straight Outta Compton, racconta la stupefacente storia di come questi giovani hanno rivoluzionato la musica e la cultura pop per sempre nel momento in cui hanno raccontato al mondo la verità sulla vita “incappucciata”, accendendo il fuoco di una guerra culturale.

Recensione: A metà degli anni ’80 in America, precisamente a Compton (Los Angeles), prendeva corpo un importante fenomeno musicale, quello del gangsta rap o g-rap, una derivazione del più antico rap, in cui i toni sono aspri, duri, e gli artisti si fanno portavoce della vita pericolosa, e continuamente sottoposta alle vessazioni della polizia, della minoranza afroamericana. I neri denunciavano, attraverso questa cruda e violenta forma di espressione, il pregiudizio che li marchiava come soggetti inevitabilmente destinati a delinquere e li predestinava fatalmente ai margini della società, in cui si svolgeva una guerra tra poveri, tra fratelli dello stesso colore della pelle. La musica, però, offriva una via d’uscita, una possibilità di rendere pubblici il pensiero e lo stile di vita di un blocco umano e antropologico ‘altro’, che, attraverso un proprio codice comportamentale, resisteva al continuo esercizio (e abuso) di potere esercitato dalla fazione bianca.

Straight Outta Compton del regista newyorchese F. Gary Gray narra la nascita, l’ascesa e l’epilogo del gruppo N.W.A (“Niggaz Wit Attitudes”, in italiano “Negri con le palle”) e del suo leader Eazy-E, che creò e rese famoso, prima in America e poi in tutto il modo, questo nuovo e assai incisivo genere musicale, risvegliando le coscienze di tutti quegli individui che si ritrovavano naturalmente nei versi al vetriolo ritmati dalla voce del carismatico rapper. In particolare il pezzo Fuck the police provocò non pochi problemi alla band di Compton che, durante un concerto, in cui eseguì il discusso brano, subì un arresto in pubblico, dato che il testo era stato ritenuto dall’FBI pericoloso, e tacciato di istigare alla violenza. Siamo spettatoti dello stile di vita sregolato ed eccessivo dei componenti del gruppo che, una volta raggiunto il successo, si  lanciarono alla volta di ogni tipo di vizio, dalle feste mondane all’abuso di alcol e droghe, fino ai numerosi congressi carnali animati dal solito codazzo di groupie. Ed è proprio questo stile di vita discutibile (l’osservazione non è, naturalmente, di natura morale) che fa sorgere in chi guarda una domanda circa la reale natura eversiva, o meglio, rivoluzionaria, del canto di protesta mosso dal gangsta rap, considerando che la lotta contro il potere bianco, si riduceva, a conti fatti, a uno scimmiottamento elevato all’ennesima potenza dell’immaginario spettacolare e decadente del nemico contro cui ci si scagliava. Insomma non venne messa in campo una critica radicale dell’oppressore, ma, molto  più semplicemente, si ambiva a prenderne il posto, a disarcionarlo per ripeterne le modalità e i vizi. Questa è la sensazione che si prova dopo la visione del film, anche se restano ferme la genuinità e la valenza della forma di rivolta messa in moto dai rappresentati del nuovo movimento musicale.

Tornando, però, allo specifico cinematografico, non si può non constatare la bontà dell’operazione nel complesso, considerando l’abilità registica, l’incisività della scrittura in fase di sceneggiatura, e, infine, l’altra protagonista del film, la colonna sonora, che accompagna, martellando, le due ore e mezza di visione. Il film ha incassato negli Stati Uniti quasi 200 milioni di dollari, ricevendo il plauso della maggior parte della critica. Difficile prevedere quale sarà l’esito della programmazione nelle nostre sale, considerando anche che il doppiaggio, funesta abitudine del circuito distributivo italiano, appiattirà inesorabilmente la ricchezza del linguaggio a partire dal quale prese forma la protesta. Staremo a vedere.

Luca Biscontini

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