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Streaming calcio (e non solo): la Corte UE fa un passo avanti verso il blocco dei siti illegali

Creato il 31 dicembre 2013 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

L’autorità giudiziaria può obbligare un internet provider a bloccare ai suoi clienti l’accesso ad un sito internet che viola il diritto d’autore: l’avvocato generale della Corte Ue aggiunge oggi un altro tassello all’eterno scontro tra lotta alla pirateria e libertà del web, e chiarisce meglio fino a che punto si può chiedere una mano agli internet provider per combattere la diffusione di musica e film «piratati».  

 

Fino ad oggi eravamo fermi alla sentenza della Corte di Giustizia del novembre 2011, che spiegava come i giudici nazionali non possono imporre agli internet provider di applicare filtri per prevenire il download di contenuti illegali. Oggi invece l’avvocato generale aggiunge un’altra circostanza: se non si può obbligarli a filtrare i contenuti, si può invece obbligarli a chiudere l’accesso a un determinato sito che viola il copyright. Insomma, gli internet provider sono considerati «intermediari» tra i contenuti vietati e gli utenti, e quindi devono agire se il giudice glielo chiede. 

 

In base al diritto dell’Unione, spiega l’avvocato generale, gli Stati membri «devono assicurare che i titolari dei diritti d’autore possano chiedere un provvedimento inibitorio nei confronti di intermediari i cui servizi siano utilizzati da un terzo per violare i loro diritti». Perché «i fornitori di accesso a internet vanno considerati come intermediari», e in quanto intermediari di un illecito possono essere soggetti a un provvedimento inibitorio esattamente come i siti pirata. In pratica, sono complici di un reato anche se non hanno alcun legame con i siti pirata, ma in quanto complici possono essere perseguiti se non si assoggettano alle richieste dei giudici.

 


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