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Street View, i “vincoli” del garante della Privacy

Da Db @dariobonacina

Una multa da 30mila a 180mila euro: è questo il rischio a cui potrebbe andare incontro Google se i prossimi “raid” delle Google-car sulle strade italiane non saranno ampiamente annunciati alla popolazione interessata. E’ quanto si legge nell’anticipazione di un nuovo provvedimento del Garante della Privacy contro l’invadenza diStreet View, il servizio abbinato a Google Maps che offre visualizzazioni a 360° di tutti i vari luoghi in cui sono passate le auto dotate di fotocamere panoramiche.

Il provvedimento - reso noto nei giorni scorsi dal blog tenuto da Flavia Amabile su La Stampa.it e rimbalzato anche oltreoceano – non è stato ancora pubblicato nel sito del Garante. Primo nel suo genere in Europa, fa seguito all’indagine condotta dall’Authority italiana su Google, Street View e i dati indebitamente raccolti dalle Google-car e ne costituisce – di fatto – la prima reazione: il provvedimento di settembre con cui si disponeva “il blocco di qualsiasi trattamento dei payload data raccolti sul territorio italiano” era una sorta di atto dovuto e già spontaneamente attuato dalla stessa Google.

Il Garante, nella persona del presidente Francesco Pizzetti, avrebbe però dichiarato di essere mosso da altri input: «Abbiamo ricevuto proteste persino da amministrazioni locali. Non c’è nessun dubbio che Street View possa rappresentare uno strumento molto utile nel settore turistico, permette di vedere le località di vacanza, aiuta a scegliere e ad organizzare un viaggio. Ma è anche vero che può essere eccessivamente invadente nella vita dei cittadini e dunque bisogna stabilire alcune regole».

La prima nuova regola anticipata stabilisce che nelle prossime occasioni in cui Google volesse sguinzagliare le proprie auto sulle strade italiane, dovrà comunicarne la presenza in modo palese attraverso cartelli o adesivi leggibili posti sulle auto, onde dare modo ai cittadini di non cadere in tranelli anti-privacy come quelli in cui sono letteralmente precipitati alcuni mariti napoletani, vittime anche del passaggio delle auto inviate da Mountain View. Mancherebbe solo un altoparlante posto sul veicolo, o un megafono come quelli usati dagli arrotini per annunciare il loro arrivo nel quartiere.

Ma non è tutto: il Garante ha infatti stabilito che Google dovrà anche preannunciare l’arrivo delleGoogle-car in una determinata località con un anticipo di tre giorni e – qualora si tratti di una metropoli – indicando in quali quartieri transiteranno. L’annuncio dovrà essere diffuso tramite il sito web, ma anche con la pubblicazione della notizia su almeno due quotidiani, nella cronaca locale, e attraverso un’emittente radiofonica locale.

Il provvedimento ha solo in apparenza proporzioni eccessive, in realtà propone misure che possono rivelarsi inefficaci: la pubblicità che Google dovrebbe dare agli itinerari dei propri veicoli potrebbe essere tranquillamente ignorata da chi non legge quei due qoutidiani, non ascolta quella radio locale e non si preoccupa di visitare il sito web di Google.

Non si tratta di una soluzione che agevola l’informazione del cittadino e quindi questa vicenda può avere varie letture: se il Garante, con questo provvedimento, ritenesse di tutelare in modo appropriato la privacy dei cittadini, significherebbe che nel suo immaginario la popolazione italiana è disposta a guardare ogni giorno il sito web di Google, o a spulciarsi le pagine di cronaca locale sui quotidiani (quali?), o ancora ad ascoltare (a che ora? in che trasmissione?) una radio locale in attesa del temuto annuncio. D’altro canto, si potrebbe invece pensare che il provvedimento sia stato così configurato per dimostrareattenzione verso un problema difficile da affrontare in modo adeguato.

Oltre a chi tiene alla propria privacy, fra coloro che potranno trarre beneficio da questo provvedimento si troveranno gli sfaccendati in cerca di visibilità: sapendo con maggiore precisione momento e luogo del passaggio delle fotocamere panoramiche di Street View avranno modo di farsi belli per l’occasione senza essere colti di sorpresa. Il che, in un mondo dominato da reality-show e persone in cerca di un warholiano quarto d’ora di notorietà, non sembra così inverosimile. Chissà, dopo la figura del tronista potrebbe nascere quella dello stradista.

[pubblicato oggi su The New Blog Times]



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