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Strudel salato di zucca e salsiccia

Creato il 29 dicembre 2014 da Povna @povna

Finalmente a casa sua, nella quiete silenziosa dei giorni spiccioli, la ‘povna nuota, rimette a posto (il cambio di stagione è stato completato ieri notte), legge e prepara la nuova partenza. Di ricette elaborate, almeno fino al 31, non si parla (anche se, come diceva, il suo natale è stato abbastanza contenuto, e non le ha portato avanzi). Poiché però un esperimento di antipasto (ma va bene anche come primo e/o secondo) di vigilia l’ha molto convinta, lo propone quassù, che non fa mai male.
“Vorrei tanto una delle tue pizze rustiche” – aveva confessato Mrs. Mifflin per e-mail, quando si dividevano i compiti culinari per la festa.
“Volentieri!” – aveva detto la ‘povna. E aveva poi optato per la torta di zucca, variando quella versione leggermente sulla base di aggiustamenti sperimentati per la festa della scuola.
Il pomeriggio della vigilia, dunque, con molta calma, prima è andata nuotare; poi ci ha schioccato sopra uno dei suoi rarissimi momenti di sonno pomeridiano (quando perde proprio conoscenza); poi, una volta in piedi, riconfortata da una bella tazza di tè (Lapsang Souchong, ovviamente), si è piazzata in cucina e si è messa a spadellare.
Ha preso un bel quarto di zucca gialla, l’ha lavato, tagliato a cubetti e ficcato in una padella antiaderente, con pochissima acqua. Mentre la zucca si faceva purè, ha preparato una pasta brisé e una sfoglia (entrambe senza uovo, per le allergie dello Storico Saggio, e con farina 0 mista a integrale). Le ha messe a riposare, e si è dedicata al ripieno con impegno. In una ciotola ha messo dunque: il purè di zucca, una decina di castagne bollite e sbriciolate (la ‘povna le aveva congelate dall’ultima mandata di montagna), 200 g di ricotta, 4 cucchiai abbondanti di parmigiano, 4 tocchetti di gorgonzola classico, una manciatina di pepe e un po’ di sale. Ha amalgamato bene, con un goccio di latte.
A questo punto, ha diviso il composto in due parti asimmetriche. La maggioranza è finita in una teglia foderata di brisé, e poi diretta in forno (e qui non interessa).
Per la seconda, invece, ha accolto con gioia l’arrivo in parallelo di Mr. e Mrs. Mifflin, che portavano con loro 25 salsicce maremmane, appena fatte. Ne ha prese due, le ha sbudellate prontamente, e spalmate sulla sfoglia che nel frattempo aveva steso su carta forno e placca. Sopra ci ha messo l’altra parte del ripieno, ha arrotolato a forma di strudel, chiudendo bene i bordi.
Così, quando la prima torta è stata pronta, in un rapido uno-due, ha ficcato questa nuova dentro il forno: 200° per 28 minuti circa; poi ha spento e ha lasciato riposare anche 5 minuti in modalità grill.
Mentre la prima torta si può affettare, senza rischi, bella calda, lo strudel richiede, prima di agire, di essere tiepido. La ‘povna dunque l’ha ficcato bel bello in una sporta, e l’ha portato così come era a casa degli amici, perché si raffreddasse. L’hanno affettato a rondelle appena prima di servire in tavola. E, insieme a un bel vino rosso corposo (S. Giovese in purezza), è piaciuto a tutti loro moltissimo, incluse le sue nipoti L. e G.


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