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Strutture sportive e promozione della sport e dell'attività fisica a Sapri e nel Golfo di Policastro

Creato il 26 maggio 2012 da Giovannipaoloferrari
Le pompe di benzina e le strutture sportive sul lungomare di Sapri sono state concepite in un'altra epoca dove non esisteva una progettazione turistica sostenibile e responsabile, ne' era stata assimilata l'idea di urbanistica partecipata, sostenibile e durevole. Non credo sia necessario costruire a Sapri, ogni 5 anni, nuove strutture sportive: bisogna essenzialmente dotare il paese delle strutture necessarie a soddisfare la sua "careeng capacity". Parlo da operatore del mondo dello sport e dello sport a Sapri e nel Golfo di Policastro in particolare. Lo sforzo che andava fatto in passato e che andrebbe fatto nel concepimento e nella progettazione del nuovo PUC e' quello di creare un polo sportivo attrezzato, concentrato in un'area d'interesse che venga predisposta ad accogliere tali strutture sportive. Purtroppo, in passato, si e' costruito qua e la', senza valorizzare l'esistente e senza progettare per il futuro. Chi frequenta l'ambiente dello sport a Sapri e nel Golfo di Policastro sa perfettamente che negli ultimi 20 anni tutti i paesi del Golfo, dell'interno e della costa, sono stati dotati di campi da calcio, calcetto e tennis oltre ad altre strutture sportive di differente entità. A Sapri, in particolare, oltre alle palestre scolastiche, che vengono utilizzate a fini privati con concessioni a dir poco "ridicole" da parte del comune, dove si praticano diverse attività (dal ballo, alla pallavolo, alle arti marziali, un tempo la pallacanestro); sono presenti numerose strutture sportive (che quand'ero ragazzo non esistevano! Per inciso: ho 32 anni!). La struttura del D.L.F., da poco ripresa e ristrutturata da privati, ospita due campi da tennis, un campo da calcetto, una palestra polivante e un campo da calciotto; la struttura all'altezza del Brizzi-Istituto Agrario ospita un campo da calcetto e un'area attrezzata per attività ludiche; abbiamo il Campo Sportivo e un campo da calcio abbandonato all'altezza dell'ex isola ecologica; il palazzetto dello sport già citato; 5 palestre di privati attrezzate per il body building e attività di fitness, di cui due nuovissime. Una di queste ha anche un centro benessere e farebbe invidia a qualsiasi palestra cittadina; l'altra possiede la prima piscina aperta al pubblico a Sapri. Il circolo nautico in località pali. Per non parlare poi delle strutture presenti nei paesi limitrofi: tre campi da tennis e uno da calcetto in località Ginestre a Vibonati; un campo da calciotto davanti al cimitero; il campo da calcio nuovissimo a Vibonati; i campi da tennis e da calcetto a Tortorella e Torraca; la Piscina a Torraca (sic!). Non mi soffermo, naturalmente, su tutte quelle strutture che appartengono ai villaggi turistici e che durante i periodi invernali potrebbero essere aperte al pubblico. Tutto questo nel raggio di quanti km? 10? Ha più strutture sportive, oggi, Sapri e il circondario che Salerno o Roma in proporzione! Allora, per favore, non diciamo corbellerie! Il lungomare non e' luogo adatto per ospitare strutture sportive o per erogare benzina! Mi ripeto: quelle strutture non hanno motivo di esistere collocate in quello spazio! Rovinano e sconvolgono la naturale continuazione e fruibilità del waterfront, che e' il primo motore di sviluppo (ma quale sviluppo? Che tipo? Quale modello?) per un paese che ha l'ambizione di vivere di turismo (ma quale turismo? Che tipo? Quale modello?) Si potrebbero pensare, invece, delle palestre all'aperto in luoghi periferici del lungomare (Pali, Brizzi) e dei campi da beach volley, beach tennis, beach soccer sulla spiaggia poco impattanti a livello paesaggistico. Infine e concludo: nel futuro prossimo, nel futuro PUC bisognerà pensare ad individuare un'area dove attrezzare un centro sportivo che si rispetti, che sia punto di riferimento per la pratica dell'"attività fisica", e non solo sportiva, aperta e fruibile a tutti e, soprattutto, a quelle categorie dimenticate, marginali come le persone diversamente abili, per tutto il Golfo di Policastro. Per fare solo un esempio personalmente non sono solo un maestro di tennis, ma sono anche un istruttore di "tennis  in carrozzina". Il tennis in carrozzina può essere praticato da diverse categorie di persone con disabilita' degli arti inferiori. Si tratta di uno sport, di un'attività molto praticata nel mondo occidentale e in Italia settentrionale. Il tennis, pero', a Sapri e nel Golfo e' uno sport bistrattato: perché pur essendoci numerosissimi campi da tennis dislocati su tutto il territorio non abbiamo campi indoor. Qualcuno dirà: ma a Sapri a cosa servono i campi al coperto con il caldo che fa? Servono a garantire, durante la stagione autunnale, ai residenti e non solo ai turisti, durante l'estate, un servizio continuo e professionale. Il tennis, la pallavolo, il basket, la pallamano, il volano e così via non sono sport che possono essere praticati all'aperto durante l'inverno. Si spera quindi, almeno, nell'immediata apertura del palazzetto dello sport. L'area di naturale espansione per una tale opera e' proprio la zona dei Pali, l'area del cementificio e, attenzione, la statale, la strada! Il recupero del lungo Brizzi e la realizzazione di una variante stradale che renda possibile realizzare un'area pedonale permanente sul lungomare. Nel momento in cui si realizzerà tutto questo molte delle strutture sportive esistenti (campo da calcio, strutture sportive sul lungomare) potranno essere spostate in tale area facendo posto al naturale sviluppo urbanistico della città. Probabilmente sono andato un po' oltre, ma bisogna avere una visione d'insieme, una visione olistica, se vogliamo gettare le basi per costruire nuovi spazi di condivisione e scambio sociale, perché lo sport e l'attività fisica e' soprattutto questo! L'associazionismo sportivo, la scuola e i privati che operano nel settore coordinandosi con l'amministrazione pubblica devono essere i protagonisti e artefici dell'avviamento allo sport delle nuove generazioni e del mantenimento dei servizi per l'accesso all'attività fisica e allo sport: non e' solo questione di dove andare a giocare. Il problema e' anche e, soprattutto, che sport o attività fisica praticare? Chi mi avvia allo sport? Chi si occupa della gestione delle diverse attività e chi decide quali attività bisogna praticare? Perché bisogna praticare il tennis piuttosto che la vela? Perché devo giocare sul sintetico piuttosto che sul cemento? Perché devo continuare a sviluppare il calcio quando ho il mare e non ho mai puntato sugli sport acquatici? Quindi, e' evidente che e' anche un problema di competenze e programmazione che si lega saldamente con quale modello di sviluppo sociale e turistico si vuole abbracciare. La visione d'insieme o olistica, come l'ho definita, non e' del mondo! Non faccio riferimento a massimi sistemi! Sto facendo riferimento all'approccio olistico nella scienza urbanistica e nelle scienze sociali. Laddove esiste una disciplina di confine che si chiama Sociologia urbana e rurale o nelle facoltà di architettura si chiama Urbanistica e Pianificazione Territoriale e Ambientale. Alberto Maghaghi la chiamerebbe più semplicemente "il progetto locale". Questa disciplina di confine analizza l'esistente per costruire strumenti di azione politica e sociale operabili sul territorio attraverso proposte di politiche pubbliche territoriali, urbanistiche, ambientali. Faccio un esempio: come si amministrano i Parchi Nazionali? Si dirà esiste una legge quadro, la 394/91 che istituisce e pianifica l'implementazione dei Parchi Nazionali. D'accordo, rispondo io! Pero' ciò non basta! Perché ci sono le competenze regionali e provinciali, quelle dell'autorità di bacino, degli enti intermedi, del Corpo Forestale dello Stato e così via. Inoltre le perimetrazioni dei Parchi Nazionali non rientrano nella maggior parte dei casi nei confini regionali. Per questo sono stati studiati altri studenti, quelli di cui scrivevo sopra. Lo strumento per l'organizzazione e l'amministrazione di un parco nazionale si chiama "Piano del Parco". Infatti  un Parco Nazionale non e' nient'altro che un modo di amministrare un territorio. Ritornando a noi, quindi, il Piano di un Parco sta ad un Parco Nazionale come il PUC sta a una conformazione urbanistica (città). Il PUC, perciò, e' un modo per amministrare un territorio. Il PUC rappresenta un’innovazione istituzionale che punta a introdurre in un determinato territorio nuove regole indirizzate tanto alla salvaguardia ambientale quanto alla promozione sociale. Il grande significato di un PUC è dunque soprattutto umano, poiché umana è la funzione che esso deve assolvere: ricercare nuovi comportamenti di compatibilità tra lo sviluppo antropico e il mantenimento degli equilibri naturali, fissando i parametri qualitativi di tale compatibilità. Spero di essere stato chiaro: non parliamo di teorizzazioni, velleità, astrazioni mentali. Parliamo di quello che ogni giorno si fa negli Uffici Tecnici Comunali più avveduti, competenti e responsabili d'Italia e nel resto del mondo dove si pianifica, si progetta, si implementa e si realizza. Ma tutte queste belle cose l'Assessore ai Lavori Pubblici e lo stesso Sindaco le conoscono di gran lunga meglio di me: non devo essere di certo io a dovergli spiegare come fare il loro lavoro! Grazie per l'attenzione!

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