L’uomo non è che una canna, la più debole della natura; ma è una canna pensante. Non c’è bisogno che tutto l’universo si armi per schiacciarlo: un vapore, una goccia d’acqua basta a ucciderlo. Ma, anche se l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe ancor più nobile di chi lo uccide, perché è conscio di morire e conosce la superiorità dell’universo su di lui; l’universo invece non ne sa niente. Tutta la nostra dignità consiste dunque nel pensiero. E’ con questo che dobbiamo elevarci e non già con lo spazio e il tempo che potremmo riempire. Studiamoci dunque di pensar bene: questo è il principio della morale.
INDOVINA L’ INDOVINELLO:
CHI HA SCRITTO CIO’?
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CONVERSIONE
Devoto al cielo, ma non troppo assiduo,
finché vivevo intriso di una stolida
dottrina, adesso devo indietro
dare le vele e rifare il corso
abbandonato, poiché Giove, solito
a fendere le nubi con le folgori,
ora sospinge nel sereno
i cavalli sonanti ed il carro,
con cui l’inerzia della terra, i mobili
fiumi, lo Stige e dell’odiato Tenaro
l’orribile sede sommuove,
e l’estremo confine di Atlante.
Il dio scambia fra loro i sommi e gl’infimi,
scopre gli oscuri e impiccolisce i celebri;
stridendo, a volo, la Fortuna
ad uno toglie ed all’altro dà.
-Orazio-