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Studio Illegale (un obbrobrio in più)

Creato il 11 febbraio 2013 da Valentina Orsini @Valent1naOrs1n1
Studio Illegale (un obbrobrio in più)
Della serie: "non sempre faccio quel che amo, ma sempre amo quel che faccio". Per dirla ancora meglio, qualcuno doveva pur vederlo, no? Sono tuttora convinta che, vedere, sia in ogni caso la scelta migliore che possiamo fare.Questo ci permette di valutare un'opera, che sia un film, un balletto a teatro, una mostra o quant'altro. Convinta di questa tesi, e solo grazie ad essa, sono riuscita a sopravvivere dinanzi al (non)fascino del film in questione.
E pensare che di base una quasi idea interessante c'era pure. Si, perché il regista Umberto Carteni, già autore della commedia del 2009 Diverso da chi?, si ispira alle vicende di un ex avvocato, Federico Baccomo. Questi, dopo l'esperienza fatta nella giungla cinica e approfittatrice delle aule e degli uffici che animano e svuotano le vite degli avvocati, si licenzia e apre un blog. Con lo pseudonimo di Duchesne, Baccomo raggiunge subito una certa notorietà, il blog ha successo, tanto da aprirgli la strada per la  pubblicazione di un libro vero e proprio. Pubblicato nel 2009 da Marsilio, il libro getta le basi per la sceneggiatura del film di Carteni, scritto a tre mani, da Baccomo-Francesco Bruni-Alfredo Covelli.
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Andrea Campi alias Fabio Volo, è un avvocato in carriera che passa le sue giornate negli uffici del noto studio di Milano in cui lavora. Qualcosa però stravolgerà la vita di Andrea, un affare che vede l'acquisto di una casa farmaceutica da parte di una multinazionale araba, metterà infatti l'eterno scapolo cinico e sfrontato ("faccia da piiiirla") alla dura prova contro un rivale mozzafiato e non meno arrivista di lui, con tanto di tacco e accento fvancese, da far perdere la testa. Accanto a Volo, le sagome certo un pochino più rassicuranti, ma non per questo convincenti, di Ennio Fantastichini e Nicola Nocella. Meglio del protagonista perfino la segretaria svampita Valentina, interpretata da Marina Rocco. Con lei almeno, due risate sono assicurate.

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Zoe Felix, sei bella ma non balli!!!

Ci si rammarica del fatto che avremmo potuto assistere a qualcosa di più interessante, se non altro più dignitoso. Il film inizia con un evento tragico, come il suicidio di un collega di Andrea. Un atto terribile che sta subito a sottolineare il messaggio che si vuole far passare dallo schermo. L'annientamento della propria persona fino a perdere tutto ciò che ci circonda, che non sia racchiuso in una bozza o in un meeting in ufficio fino a notte inoltrata. Infatti dopo i primi dieci minuti dall'inizio della pellicola, qualcosa ci convinceva o almeno lasciava sperare. Immaginavamo una storia più coraggiosa, che avesse scavato più a fondo nella psicologia di un individuo che si annulla per il proprio lavoro. Che passa dal Sushi alle visitine sporadiche delle zie un po' sballate ma decisamente con una vita più "felice" della sua. Quel che dico io, è che avrei preferito di gran lunga vedere un film più introspettivo, più amaro seppur nella veste di commedia. Certo avrebbe dato di più, dell'ennesimo filmetto italiano che punta tutto sulle battutine inutili e nemmeno divertenti di un Fabio Volo ormai improponibile, che ovunque lo si metta è pronto a prestarsi nel ruolo (unico) dell'eterno Peter Pan (ma baaasta!!!).

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"Non capisco se questo è uno sguardo acuto o attento..."


Unica, doverosa nota di merito, se così posso chiamarla, la scelta dei brani musicali curati dalla Bixio e affidati a Maxi Trusso. Fa sempre un certo effetto e quasi ammalia, mettendo lì dove ce ne è bisogno "una toppa", un Dio come ti amo di Modugno oppure un Claire de lune di Debussy. Questo fa sempre un gran bene, per il resto...mi domando se sia davvero legale proporre sti film qua...

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