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Su repressione e bufale (presunte) in Nord Corea

Creato il 15 maggio 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
A sketch of Kim Jong Un, author Monico Chavez, source Wikipedia

A sketch of Kim Jong Un, author Monico Chavez, source Wikipedia

di Michele Marsonet. Ci risiamo con le notizie all’apparenza incredibili provenienti dalla Corea del Nord. Questa volta il 32enne dittatore Kim Jong-un avrebbe – e sottolineo il condizionale – fatto uccidere un’altra figura chiave del regime. Si tratta del generale a 4 stelle Hyon Yong-chol, 65 anni, potente (finora) ministro della Difesa.

E’ noto il ruolo importantissimo che l’esercito svolge a Pyongyang. Anche se, a dire il vero, nella Repubblica Democratica Popolare di Corea la distinzione tra forze armate e partito comunista è quanto mai aleatoria. Accade, del resto, pure in Cina.
I militari, per fare carriera, devono essere membri del partito e ligi alle sue direttive. Nel caso specifico ciò significa obbedire senza discussione alcuna agli ordini di Kim Jong-un, giacché il regime s’identifica “in toto” con il membro della famiglia Kim di volta in volta al potere. Era così nel caso del nonno dell’attuale dittatore, Kim Il-sung, fondatore dello Stato, protagonista della guerra di Corea negli anni ’50 del secolo scorso, e considerato tuttora “vivo” poiché continuerebbe a guidare le sorti del Paese dal cielo. Ed è stato così anche per suo figlio, Kim Jong-il, padre dell’ultimo rampollo che adesso governa.

Cos’è accaduto, dunque, questa volta? Il summenzionato Hyon Yong-chol, stando alle indiscrezioni diffuse, si sarebbe addormentato durante una manifestazione militare presieduta dal giovane Kim. Non solo. Rimproverato da quest’ultimo per l’intollerabile mancanza di rispetto nei suoi confronti, avrebbe osato replicare al leader supremo.

Com’è nel suo stile, Kim Jong-un non ha avuto un solo attimo di esitazione. Se la notizia è vera, il generale ed ex ministro della Difesa sarebbe stato eliminato lo scorso 30 aprile da un plotone di esecuzione. Ma Kim, com’è noto, non ama le soluzioni semplici. Il plotone, invece dei classici fucili, avrebbe infatti utilizzato un cannone antiaereo, ed è facile immaginare che la vittima sia stata a quel punto polverizzata, evitando così il fastidio di dare sepoltura al cadavere.

Si ricorderà che l’anno passato fu ucciso Jang Song-thaek, già numero due della gerarchia nordcoreana, zio del leader nonché marito della sorella di Kim Il-sung, il fondatore assurto alla gloria celeste. Arrestato in pubblico durante una seduta del Politburo del partito, si dice che il potente zio venne gettato tra un branco di cani tenuti a digiuno per tre giorni e sbranato vivo.
Non si è mai avuta conferma ufficiale di quel delitto che suscitò vasta eco nei mass media, e penso che altrettanto accadrà per la morte del ministro della Difesa. Quindi si possono solo ritenere possibili le due esecuzioni e, al contempo, nutrire qualche dubbio sulla ferocia inaudita della loro modalità.

I dubbi aumentano esaminando le fonti che hanno lasciato trapelare le news. Nel caso dello zio, responsabile della divulgazione in Occidente fu un quotidiano di Hong Kong assai vicino al governo di Pechino tanto da essere considerato un suo megafono. E, non a caso, l’accusa rivolta al suddetto zio era proprio quella di aver reso favori alla Cina e cospirato con Pechino per indebolire, o addirittura rovesciare, Kim Jong-un.

Meno chiara – per ora – la colpa attribuita all’ex ministro della Difesa, giacché ritenere per davvero il suo pisolino quale causa dell’ancora ipotetica tragedia sembra poco serio, e in questa occasione va notato che la notizia è trapelata grazie ai servizi segreti della Corea del Sud. Di Hyon Yong-chol non sappiamo granché, tranne il fatto che la sua ascesa ai vertici delle forze armate è stata rapida e inattesa. La sua promozione a generale a 4 stelle risale al 2010, coincidendo esattamente con quella del giovane leader. Nel dicembre 2011 fu inoltre uno degli organizzatori dei funerali di Kim Jong-il, padre dell’attuale capo. Tutti segni di crescente influenza dopo una carriera piuttosto anonima.

Alcuni indizi fanno pensare che in entrambi i casi le esecuzioni, se effettivamente eseguite, siano legate a sospetti su rapporti con potenze straniere. Della presunta vicinanza dello zio a Pechino ho già detto. Per quanto riguarda l’ex ministro, si rammenti che Kim Jong-un era atteso a Mosca per le celebrazioni del 70° anniversario della vittoria sovietica nel secondo conflitto mondiale, impegno poi disatteso (sarebbe stato il suo primo viaggio all’estero dopo gli anni trascorsi con la sorella in un esclusivo collegio svizzero quand’era studente). A Mosca si recò invece lo stesso Hyon Yong-chol come ministro della Difesa.

E’ noto che Cina e Federazione russa (soprattutto la prima) mantengono relazioni stabili con Pyongyang, cercando entrambe di frenare l’aggressività dell’antico alleato (diventato nel frattempo potenza atomica). Ed è altrettanto probabile che Pechino e Mosca siano tentando di influenzare membri della leadership nordcoreana. Il Paese, tuttavia, è ancora impenetrabile.

Non si sa fino a quando. Il fatto stesso che Kim abbia deciso di non partecipare alle celebrazioni nella Piazza Rossa è considerato un serio sintomo d’insicurezza. Lascerebbe intendere che non si sente tranquillo al di fuori dei confini nazionali e, soprattutto, che teme – lui assente – la possibilità di una rivolta. Non popolare, si badi bene, ma condotta da alcuni settori di esercito e partito.


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