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Sud Sudan e la piaga dell'Aids

Creato il 13 marzo 2016 da Marianna06

AFRICA ROSAn

Da qualche giorno sappiamo tutto dell'orrore degli stupri di guerra in Sud Sudan e lo sappiamo grazie a un Rapporto dell'Onu, che fa accapponare la pelle e ci fa interrogare sull'umanità di chi, per quanto accecato dall'avidità, dall'odio, dalla ferocia oppure dall'insensatezza che è peggio pure, riesce a compiere tali atti.

E mi riferisco a delle vittime che oltre a essere donne, giovani e anziane indifferentemente (le bestie umane non fanno troppa differenza in questi casi) sono sopratutto dei minori.Minori spesso anche sotto i cinque anni.

I media danno brutalmente,com'è loro mestiere, i numeri di un conflitto interno tra il leader del giovane Stato, Salva Kiir (il Sud Sudan è indipendente da Khartoum  appena dal luglio 2011),  e il suo rivale, Riek Machar, accusato di complotto a partire dal 2013.

Sarebbero, infatti, 50mila le vittime di questo terribile conflitto esploso appunto solo nel dicembre 2013. Le cui conseguenze, accanto a fame, povertà estrema e morte, sono a tutt'oggi  i 2,2 milioni di sfollati e rifugiati.

Ma cosa più grave nel contesto sud- sudanese è il diffondersi in progressione geometrica dell'HIV, sopratutto tra la popolazione giovane, e le cifre recitano che i casi segnalati dall'Unaids, agenzia Onu per l'aids, sono passati da 13mila, prima della guerra, a 18mila nel 2015.

Il problema è che i giovani non sono affatto informati e preparati a difendersi e per di più ha la sua incidenza in proposito parecchio la cultura locale come anche il contesto sociale.

Chi più sa, in genere sono solo le poche donne informate perché più vicine ad associazioni che se ne occupano, preme perché gli amministratori locali facciano sensibilizzazione, tenendo presente, tra l'altro, che la maggior parte della popolazione del Paese, cioè i due terzi, è costituita appunto da giovani.

Ma per il momento ben poco si sta muovendo anche perché niente è assolutamente facile laggiù, dove è l'uso delle armi ad avere la  prevalenza piuttosto che la parola convincente di chi intende metterti in guardia da un pericolo reale,che uccide parimenti.

E lo fa allo stesso modo nelle città, nei campi di sfollati e, sopratutto, a Equatoria, la grande regione contesa a causa dell'oro nero nelle sue viscere.

Insomma disumanità e avidità. Un binomio che la dice tutta e chiara sugli accadimenti in un Paese, che purtroppo  ha disperatamente bisogno di salvezza.Cui il mondo, però,tranne poche eccezioni, ha risposto finora con indifferenza.

                                   Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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