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Sud Sudan. Wfp, ‘Preoccupati per sorte 3 operatori del nostro staff’

Creato il 22 aprile 2015 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

wfpdi Giacomo Dolzani

In un comunicato [1] diffuso oggi sul suo sito internet, il World Food Programme (Wfp), l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di fornire assistenza alimentare nelle zone più disagiate del pianeta, si è detto molto preoccupato per la sorte di tre membri dello staff che operavano nel nord del Sud Sudan, dei quali non si hanno più notizie da oltre venti giorni.
Ertharin Cousin, direttrice esecutiva del Wfp, ha infatti dichiarato nella nota: “Siamo estremamente preoccupati per il destino dei nostri colleghi scomparsi e stiamo lavorando senza sosta affinché ritornino sani e salvi. Il nostro staff affronta enormi rischi ogni giorno per portare aiuto vitale alle persone che ne hanno un disperato bisogno”.
I tre sono scomparsi l’1 aprile scorso mentre viaggiavano in un convoglio dell’Onu, carico di aiuti umanitari e partito dalla città di Malakal, nello stato dell’Alto Nilo, nel nord del paese africano, e diretto al centro di distribuzione di cibo di Melut.
I mezzi delle nazioni unite che, secondo quanto riferito dai responsabili del Wfp, trasportavano cibo per migliaia di persone, si sono trovati coinvolti in uno scontro a fuoco tra comunità locali; da quel giorno dei tre operatori Onu si sono perse le tracce.
L’organizzazione, già da tempo, aveva riscontrato un “deterioramento della situazione e delle condizioni di sicurezza”, con un conseguente “incremento delle molestie nei confronti degli operatori umanitari”; più volte infatti i responsabili della missione hanno lamentato una scarsa capacità delle autorità locali a garantire l’incolumità dello staff presente nel paese.
Per questo motivo, si legge nel comunicato, il Wfp ha deciso di ridurre le proprie attività in alcune regioni, “nella speranza” ha affermato da juba Eddie Rowe, vicedirettore delle operazioni nel paese, “di poterla ripristinare non appena avremo le necessarie garanzie circa la sicurezza delle condizioni di lavoro del nostro personale e dei nostri partner”.
La guerra civile in Sud Sudan, scoppiata dopo il fallito tentativo di golpe, condotto nel dicembre 2013 dal generale Riek Machar contro il presidente Salva Kiir, ha fatto precipitare il paese in una spirale di violenza, riducendo in condizioni ancora peggiori uno stato che già era uno dei più poveri al mondo; il conflitto, scoppiato per cause politiche, si è poi trasformato in una guerra su base etnica, tra i Nuer di Machar ed i Dinka, gruppo a cui appartiene il presidente Kiir, portando a massacri di civili e distruzioni di villaggi.
La mancata coltivazione e la devastazione dei campi hanno inoltre ridotto notevolmente le previsioni del raccolto di cereali, rischiando di portare alla fame milioni di persone.

da Notizie Geopolitiche



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