In quello che, senza tema di smentite, può essere definito un autentico paradiso terrestre, il deserto di Karoo, in Sudafrica, la mano dell’uomo sta malauguratamente per intervenire e compiere, quasi certamente, l’ennesimo disastro ecologico.
Il sottosuolo del sito è ricco di materiali scistosi da cui è possibile estrarre l’omonimo potente gas, che potrebbe sopperire per centinaia di anni al fabbisogno energetico del Paese.
Si dà il caso, però, che la tecnica che dovrebbe essere impiegata, per estrarre il gas di scisto, comporta il cosiddetto “fracking” e cioè il bombardamento delle rocce con agenti chimici e acqua ad altissima pressione.
Questo significherebbe distruzione di ecosistemi, presenti in loco, scosse telluriche e, soprattutto inquinamento delle acque.
Tutti sappiamo che l’acqua in Africa,ma non solo in Africa, è un bene preziosissimo di cui l’umanità non può fare a meno.
Ci si deve augurare, allora, che a prescindere dalla revoca della moratoria, purtroppo già avvenuta, qualcuno ci ripensi. E lo faccia proprio nel rispetto dell’ambiente e dell’uomo che lo abita, di cui tanto si discute astrattamente in convegni e tavole rotonde, e cerchi magari alternative, mettendo da parte le solite presumibili speculazioni in atto in situazioni di questo genere.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Nella foto in basso specie vegetali endemiche del deserto di Karoo (fonte Misna)
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