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Sul carro del vincitore (di Marco Bracconi)

Creato il 28 febbraio 2013 da Tafanus

Sul carro del vincitore (di Marco Bracconi)In questo blog sono state espresse critiche molto dure nei confronti delle modalità dell'agire politico di Grillo e Casaleggio. In risposta, nel tempo, sono arrivati migliaia di insulti, talvolta perfino minacciosi, di una fetta di simpatizzanti grillini. Ne sono arrivati anche ieri, come c'era da aspettarsi, dopo il boom elettorale alle elezioni politiche.

Tra questi, il più scontato è essersi subito riposizionati per salire sul carro del vincitore. A questi lettori arrabbiati e vagamente vendicativi, ma anche a tutti gli altri, dedico queste righe che saranno un po' meno sintetiche delle mie abitudini. (Marco Bracconi)

Ho scritto in passato che Grillo e Casaleggio sono il peggio che la politica italiana puo' offrire. E non mi pento di averlo scritto. Ho scritto che tanti elettori del Movimento non conoscono l'ABC della democrazia. E non mi pento di averlo scritto. Altro che carro del vincitore.

Ma in pochi, credo, hanno inteso il senso di quelle affermazioni, e della insistita polemica che in questo spazio ho sostenuto per mesi nei confronti dell'ex comico e del suo guru di riferimento.

L'agire politico di Grillo è stato finora guidato da una logica a-istituzionale. La sua narrazione e le sue modalità di linguaggio hanno prefigurato un sistema di pensiero unico e a-relazionale tra i diversi poteri democratici. La sua logica rivoluzionaria e apocalittica di abbattimento in toto del sistema, senza distinzioni e saltando ogni complessità, è stato l'esatto contrario di un discorso di verità - seppure da posizioni radicali - nei confronti dei cittadini.

Grillo potrà anche conquistare il 100% dei voti, ma io continuo a pensare che il leader dei Cinque Stelle abbia avuto fin qui un atteggiamento da combattere e contrastare senza se e senza ma. Non per le tante idee che circolano nel Movimento, che sono alcune giuste e altre sbagliate, ma perché in democrazia la forma del gioco politico viene prima dei contenuti. Anzi, è il primo dei suoi contenuti, e forse il più importante.

Mi spiace ribadirlo per quella minoranza di militanti abitualmente insultanti, ma la forma di democrazia invocata fin qui da Grillo è a mio parere populismo, e della peggior specie. Non solo non mi convince, ma la considero pericolosa e da contrastare ad ogni costo.

Detto cio', la politica è bella perché le cose cambiano. E per tutti, anche per Grillo, lo scenario è parecchio mutato. Avere dietro di se otto milioni e più di persone impone delle scelte, ed è una responsabilità che anche l'ex comico e Casaleggio non possono non sentire.

Nessuno, statene certi, sale sul carro dei vincitori. Lo dico a chi commenta su questo blog invocando con stile discutibile il mio licenziamento o peggio. Perché - a saper leggere - non c'è alcuna contraddizione tra quello che il sottoscritto ha scritto prima e dopo il voto.

Se Grillo smette di giocare allo sfascio in toto della forma della democrazia, se esce dal paradigma arrendetevi tutti e poi ci saranno solo i cittadini e il web; se accetta non la cattiva politica, ma le regole di fondo della democrazia rappresentativa, allora cambia tutto. Allora sì che con Grillo e i suoi elettori non solo si puo', ma si deve parlare.

Allora sì che si puo' finalmente parlare di contenuti.

Ai lettori insultanti e spesso rabbiosi non ho alcuna paura di dire che molti dei contenuti che Grillo propone sono cose che una sinistra di governo puo' e forse deve mettere ai primi posti della sua agenda.

Personalmente, non mi scandalizza un grande piano per riconvertire parte del fabbisogno energetico in produzioni verdi. E nemmeno un abbattimento dei costi della politica, il dimezzamento degli stipendi del personale politico, una virata molto decisa sulla moralità pubblica, una legge sul conflitto di interessi per tutti e non solo per Berlusconi. Personalmente, non mi scandalizza affatto studiare il modo di introdurre il reddito minimo di cittadinanza, e nemmeno una riflessione sulla necessità di fare - e come e dove - le grandi opere. E si potrebbe continuare.

Otto milioni e mezzo di elettori, tanto ha preso il Movimento Cinque Stelle. Io credo che il fanatismo che si esprime spesso nei commenti che giungono a questo blog sia figlio di una rumorosa minoranza (l'ho già scritto) rispetto a quella massa critica. La maggioranza di questi elettori, ne sono sicuro, vogliono non lo sfascio e la tabula rasa, ma un cambiamento radicale del modo con cui si fa politica in Italia e dei contenuti della stessa.

Se l'approccio è usciamo dall'euro e sti cazzi, dovete morire tutti e sti cazzi, arrendetevi e poi arriverà il paradiso della democrazia diretta e del web, allora c'è poco da discutere. E' un approccio che per come sono messe le cose in Italia, veramente e non in astratto, produrrà solo macerie sotto le quali finirebbe - aspettate e vedrete - lo stesso Movimento Cinque Stelle.

Se l'approccio è vediamo che fare in un sistema di regole condivise e in parte rinnovate, alla pari, ognuno con le sue posizioni e le sue radicalità, allora cambia molto.

Se Grillo entra nel gioco democratico (che significa anche accordi, relazione, realismo), invece di continuare a stare in parte dentro e in parte fuori come ha fatto finora, allora Grillo diventa una risorsa per il paese. Altrimenti sarà un problema, tanto più grande quanto più saranno i suoi futuri elettori.

Un saluto a tutti.


Marco Bracconi - Repubblica.it

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