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Sul diritto d’autore

Creato il 05 luglio 2011 da Fabio1983
Quello sul diritto d’autore è un tema che mi sta particolarmente a cuore. Quando fondammo FutuRadio Web – un progetto che si è arenato sul più bello, inutile girarci intorno, ma che non è ancora naufragato – ci scontrammo sulle modalità di fruizione e condivisione delle opere. Decidemmo per tanti motivi (molti dei quali ritengo sia inutile spiegare) di dedicarci alla musica alternativa nel pieno rispetto della legalità e del copyleft. In Italia – oggi il “dissidente” dell’Agcom, Nicola D’Angelo, lo ha sottolineato durante La Notte della Rete – nessuno si è mai posto il problema di avviare una ampia riflessione sulla condivisione online, che non sia “pirata” né a scopo di lucro. Le licenze Creative Commons sono snobbate dalle istituzioni e spesso, purtroppo, dagli stessi artisti ignari delle opportunità a cui andrebbero incontro. C’è una piattaforma, Jamendo, che distribuisce legalmente musica di assoluta qualità (c’è anche qualche boiata, lo ammetto) tutelata dalle licenze Creative Commons che consta di una doppia fruizione: l’una a scopo privato e l’altra a scopo commerciale. Qui sta il punto. Si fa necessario ripensare un modello di business ormai obsoleto che preveda una forma di remunerazione per gli artisti che in internet hanno una valida alternativa e non un ostacolo alla produzione di contenuti. Non si può paragonare la condivisione di materiale audiovisivo online al concerto cover band organizzato al bar sotto casa. Grazie a FutuRadio Web (fortunatamente non siamo i soli ad avere proposto un metodo simile e qualcuno è stato molto più bravo di noi) abbiamo conosciuto tanti ragazzi di indubbio talento che della musica underground hanno fatto una ragione di vita. Noi abbiamo offerto loro un piccolo palcoscenico virtuale – con grandi soddisfazioni da ambo le parti – in cambio di una paternità dell’opera che mai e poi mai avremmo derubato. In alcun modo. L’atavico guaio tutto italiota è che assai raramente gli “enti terzi”, talvolta vere e proprie corporazioni, sono inclini al cambiamento. Ma se il mercato è in crisi e la domanda cala (e non è tutta colpa della pirateria, comunque), un motivo deve pure esserci. No, molto meglio difendere lo status quo. E va bene, per carità. Magari, allora, evitando di lamentarsi di un’innovazione che in questo Paese scarseggia, non a caso, anche sul piano artistico. Mi esimo, infine, dal commentare tutta quella parte della delibera Agcom che, recependo il decreto Romani, equipara anacronisticamente e scorrettamente la rete alla tv (la rete la fanno tutti, la tv pochi eletti) arrogandosi il potere di decidere unilateralmente su cosa può o non può stare online. Ho già detto abbastanza, credo.
P.s. Su Jamendo si vota per i Jamendo Awards, è sufficiente iscriversi per esprimere la propria preferenza. Così, tanto per…

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