Magazine Bambini

Sull'imponderabile

Da Vale
Tornavo da scuola dopo aver portato i bambini, tanto stanchi di alzarsi la mattina, ancora piovosa e fredda. Bambini che a colazione mi chiedevano quanto manca alla fine, perché "siamo stanchi".
E lo so, sono le settimane più dure e difficili a scuola.
Ad un certo punto mentre riflettevo su questo lunedì da plasmare, ho sentito alla radio (santa radio subito) l'intervento di un signore, tale Francesco Dell'Oro, introdotto dalla presentazione del giornalista che diceva:
"Dell'Oro ha scritto un libro sull'orientamento scolastico, lui, che era stato indicato come inadatto dai propri professori al proseguimento degli studi. Insomma, gli avevano detto: "Forse è meglio se vai a lavorare"."
Ecco, andate a vedere qui la formazione di Dell'Oro...
SULL'IMPONDERABILE
Anche a me avevano detto di andare a fare un istituto tecnico. Ho scelto di fare il liceo scientifico anche perché mi avevano consigliato di fare l'istituto tecnico. Ho avuto due esami di riparazione in seconda poi il trend è stato sempre più positivo e senza esami. Sono uscita con 52 su 60 e tuttora rimpiango di non aver fatto il classico. Dell'Orto nella sua intervista ha esordito con: "Nessuno nell'ambito pedagogico considera una variabile fondamentale: l'imponderabilità nello sviluppo dei bambini." Qui ci sono dei sinonimi di questa pomposa parola, che aiutano a pensarla. Spesso ci strafoghiamo di letture, di libri, manuali, blog. Dico noi genitori. Abbiamo la tendenza alla catalogazione, al mettere nei ripiani giusti i nostri figli. La nostra naturale propensione ad aiutarli ci si rivolge conto perché mentre noi mettiamo barriere intorno a loro, loro poi magicamente mutano come crisalidi. Non riusciamo ad immaginare che ci possa essere un lato imponderabile che poi possa aiutarli nel loro sviluppo. I germogli dentro di loro sono così piccoli che tendiamo a non vederli. Quello che mia nonna mi dice: "Crescerà, non ti preoccupare!" contiene tutto l'imponderabile e ottimista amore del mondo.  A me fa paura questo terreno che non conosco, perché lo misuro su di me, sulle mie ansie di mamma. Ma a ben pensarci, chi cresce va verso l'alto, verso il cielo e non gli si può negare anche la speranza che un giorno riuscirà a toccare la luna con un dito.


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