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Summer Time?

Creato il 17 giugno 2013 da Marco4pres

E così a quanto pare siamo arrivati all’ennesima estate, sebbene ormai mi sembra davvero difficile poter parlare di “estate all’italiana” visto che ogni anno aumentano le persone in città che soffrono il caldo e si accontentano di qualche fine settimana in piscina viste le pochissime ferie alle quali hanno diritto. I precari si arrabattano nei posti di mare in cerca di qualche lavoretto in bar o alberghi, cercando di scacciare dalla testa il futuro che ormai come un bruco troppo frettoloso si è trasformato in incertezza e indecisione. I TG trasmetteranno le solite trasmissioni inutili riprendendo qualche povero vecchietto seduto ai bordi delle fontane armeggiando ventagli come antichi guerrieri cinesi e la voce meccanica del giornalista di turno ci dirà che questa è “l’estate più calda di tutti i tempi”. I pochi fortunati che se lo potranno permettere si faranno il solito viaggio all’estero, per poi tornare nella routine di tutti i giorni, intrappolati dai fasci di luce divini dello schermo e dall’abbraccio tortuoso del legno della scrivania Ikea.
Si è arrivata l’estate, ma non più quella delle Vespe tanto amate dagli stranieri che ci vedono come il loro piccolo personale paradiso di sole e vecchietti sorridenti con tanto di coppola, gelaterie e la gioventù toscana spensierata che si può ancora permettere di vivere nell’Arcadia italiana.

Ho in mente Summer Time, quel vecchio standard jazz che penso conoscano anche i più fanatici fan della disco music più smanicata e dall’occhiale da sole inopportuno. Ci ho fatto un blues sopra e forse dovrei scusarmi per la scarsa fedeltà con l’originale, per la velata tristezza di queste note e per le mie facce davvero terribili, ma non lo farò.

Buon ascolto.


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