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Sun Ra – Appunti per una discografia (parte 2) – Ra su Spotify

Creato il 14 agosto 2015 da 79deadman @79deadman
Sun Ra – Appunti per una discografia (parte 2) – Ra su Spotify 
In attesa che accada la stessa cosa per altri bulimici estremisti della registrazione come Haino, Jim O'Rourke o K.K. Null - personaggi dalle discografie non facilmente circoscrivibili - Spotify regala numerose soddisfazioni con il beneamato Herman Poole Blount in arte Sun Ra. Occorre ringraziare la Enterplanetary Koncepts, etichetta che sta pubblicando parte del catalogo di Ra in versione digitale rimasterizzata (http://soundcolourvibration.com/2014/05/20/sun-ra-remasters).Thanks! Di seguito una prima ricognizione minimamente ragionata di ascolti liberi, tra riconosciuti capisaldi ed oscure uscite tutte da indagare, in ordine meravigliosamente casuale.

***Sun Ra – Appunti per una discografia (parte 2) – Ra su Spotify
My Brother The Wind, Vol ISaturn Research ESR5211970https://open.spotify.com/album/46VBufkvgbJTAU7sljzTe9A1 My Brother The Wind A2 Intergalactic II A3 To Nature's God B1 The Code Of InterdependenceBONUS Space ProbeAlto Saxophone, Clarinet – Danny DavisOboe, Piccolo Flute, Flute – Marshall AllenSynthesizer – Sun RaTenor Saxophone, Percussion – John GilmoreApre uno sketch per percussioni filtrate e Moog che introduce il barrage free caotico di Intergalactic II: jazz a codice binario per un'Arkestra qui sintetizzata a semplice quartetto con strumenti invertiti. To Nature's God riallaccia il duetto Ra – Gilmore iniziato nel brano di apertura e pare una meditazione buddhista per l'era tecnologica.The Code Of Interdependence occupa tutto il lato B con i suoi 16 minuti di soliloquio al Minimoog, appena variato dalle percussioni di Gilmore e dai respiri incoerenti di Marshall Allen. Notevole, pur nella sua scheletrica concezione e nello sperimentalismo spinto.Space Probe è una bonus track imponente, di valore storico in quanto, assieme a The Code..., rappresenta il primo “studio” di Blount al Moog (siamo nel '69). Sarà stampata solo nel '74 nel LP omonimo.Periodo ultrafreak di Ra, caratterizzato dai primi esperimenti al minimoog.Sun Ra – Appunti per una discografia (parte 2) – Ra su SpotifyContinuation Vol. 1El Saturn Records ‎– ESR 520 1970https://open.spotify.com/album/4EU0x5HJS4OgLuZjTLhJ3hA1 Biosphere Blues A2 Intergalactic Research A3 Earth Primitive Earth A4 New Planet B1 Continuation To B2 Jupiter FestivalAlto Saxophone, Clarinet, Percussion – Danny DavisAlto Saxophone, Oboe, Percussion – Marshall AllenBaritone Saxophone, Clarinet, Percussion – Pat PatrickBass – Ronnie BoykinsBass Clarinet – Robert CummingsKeyboards – Sun RaDrums, Percussion – Tommy HunterTenor Saxophone, Clarinet, Percussion – John GilmoreTrombone – Ali HasaanTrumpet – Walter MillerVocals, Percussion – Art JenkinsStruttura comune per gli LP di Ra di quell'epoca, con un unico brano monstrum ad occupare tutto il lato B; anche qui, come in altre occasioni, un live: questa volta al Choreographer's Workshop (nel 1968?). Nel concreto una pièce free ben condotta del leader, nello stesso solco di una Atlantismeno elettrica e più convenzionale. Sull'album la traccia appare divisa in due solo per l'interruzione del nastro del registratore.Disco spurio quindi, in quanto il lato A risale al '63 e al primo periodo newyorkese di Blount. Arkestra al gran completo e strutture ancora “formali” in Biosphere Blues e nella bella New Planet, bizzarrie e primitivismi assortiti in Intergalactic Research, atmosfere di flauti esotoci in Earth Primitive Earth.Sun Ra – Appunti per una discografia (parte 2) – Ra su SpotifySolo PianoEl Saturn Records1977https://open.spotify.com/album/3YmJzq3jA2askO6e2zyO751 Free Improvisation 2 Blues 3 Love In Outer Space 4 Outer Spaceways Inc. 5 Take The "A" Train6 St Louis Blues7 Penthouse Serenade8 Angel Race 9 Free Improvisation 10 Honeysuckle Rose11 Friendly Galaxy / Spontaneous Simplicity Pianoforte - Sun RaLive emerso in anni recenti col titolo Piano Recital e tracklist appena rimaneggiata, trattasi di una registrazione del 24 Novembre 1977 al Teatro La Fenice di Venezia. Uscì a suo tempo per la El Saturn in una versione ancora più spartana e limitata del solito, di fatto un bootleg. Sul palco il soloBlount al pianoforte. In scaletta alcuni vecchi standard da Big Band e numerose improvvisazioni free ma ispirate da un mood rilassato, pieno di gusto per la decorazione, addirittura “classico”, jazzisticamente parlando, pur sempre obliquo e personalissimo, più vicino ad un Duke Ellington in acido che al rigore minimale di un Monk. Da manuale l'ostinata figura ritmica in Love In Outer Space. Un'altra faccia di Sun Ra, che dimostra tuta la sua perizia tecnica, scevro dalle ingombranti sovrastrutture cosmografiche e spaziali. Ottimo sound.Sun Ra – Appunti per una discografia (parte 2) – Ra su SpotifySub Undergound(Temple U)(Cosmo Earth Fantasy)El Saturn Records ‎– LP-92 0741974https://open.spotify.com/album/5mgjwpKixgQZmhK9xkhQYCA Cosmo-Earth Fantasy B1 Love Is For Always B2 The Song Of Drums B3 The World Of Africa1: Cosmo Earth FantasySun Ra – Hohner Clavinet, Piano Strings.Marshall Allen – Oboe, Flute, Strings.Danny Davis – Flute, Strings.John Gilmore – Strings.Pat Patrick – Strings.Ronnie Boykins – Bass.Unidentified – Xylophone2: Love Is For AlwaysSun Ra – PianoJohn Gilmore – Tenor SaxophoneThomas Hunter – DrumsDanny Ray Thompson – BongosAtakatune – Congas3: The Song of DrumsSun Ra – RocksichordAkh Tal Ebah – VocalsEddie Thomas – VocalsDanny Ray Thompson – BongosAtakatune – Congas4: The World of AfricaSun Ra – Hohner ClavinetJune Tyson – VocalsJohn Gilmore – Percussion, VocalsMarshall Allen – Percussion, VocalsNimrod Hunt – Percussion, VocalsOthers Arkestrans may be present.Line-up da: http://soundcolourvibration.com/2012/12/28/sun-ra-sub-underground/Vari titoli e varie copertina per queste session live registrate in parte alla Temple University di Philadelphia il 20 settembre 1974, in parte risalenti a rehearsal del periodo '67/'68. È il caso della pièce di apertura, sinfonia free di 20 minuti tipica dell'ultima fase newyorkese; in questo caso un' escursione dal sapore orientale, minimalista e tutta timbrica: di fatto una piatta successione di monologhi che trova vigore nella coda finale. Love Is For Always e The Song Of Drums , i brani del '74, sono ben più strutturati: l'uno saldamente condotto dal pianoforte di Ra che duetta con un Gilmore quanto mai melodico e “post-cool”, l'altro un bel barrage ritmico da Africa nera, appena modernizzato dal piano elettrico. The World Of Africaè un frammento di funky corale che torna alla fine degli anni '60. Album discontinuo.Sun Ra – Appunti per una discografia (parte 2) – Ra su SpotifyVoice Of The Eternal Tomorrow(The Rose Hue Mansions of the Sun)El Saturn Records ‎– 91781980https://open.spotify.com/album/38kKnf6mhfzpu98QBFACY3A1 Voice Of The Eternal Tomorrow A2 Approach Of The Eternal Tomorrow B The Rose Hue Mansions Of The SunRa-syn, org; Curt Pulliam-tp; Walter Miller-tp; Michael Ray-tp; Craig Harris-tb; Tony Bethel-tb; Vincent Chancey-frh; Marshall Allen-as, ob; Noel Scott-bs, as; John Gilmore-ts; Danny Ray Thompson-bs; James Jacson-bsn, perc; Eloe Omoe-bcl; Kenny Williams-ts, bs; Hutch Jones-as, reeds; Sylvester Baton-reeds; Steve Clarke-eb; poss. Hayes Burnett or Richard Williams-b; Damon Choice-vib; Harry Wilson-vib; Luqman Ali-d; Reg McDonald-d. Tre lunghi brani incisi allo Squat Theatre di New York nel settembre 1980; album noto anche col titolo dell'ultimo grande pezzo, The Rose Hue Mansions Of The Sun: venti minuti di pure improvvisazioni free jazz per grande orchestra, impressionante nei momenti di pieno. Un' Arkestra qui quanto mai “complessa” e doppia in quasi ogni elemento, per un sound ricco negli assieme, nelle parti parti in unisono, e inquietante nei profondi abissi di dissonanza, rumorismo e soliloqui alla Braxton. Un Ra senza controllo, che dal synth può cavare fuori ciò che vuole: tra l'industriale, l'astratto e il caotico. Abbastanza estremo, anche per un sonoro non certo eccellente.Sun Ra – Appunti per una discografia (parte 2) – Ra su SpotifyArt Forms Of Dimensions TomorrowSaturn LP 99561965https://open.spotify.com/album/0nXwGojBPNq45Dn4Y4sWzDA1 Cluster Of Galaxies A2 Ankh A3 Solar Drums A4 The Outer Heavens B1 Infinity Of The Universe B2 Lights On A Satellite B3 Kosmos In BlueA1 Cluster Of GalaxiesBandura, Percussion, Gong – Sun RaDrums – Pat Patrick, Tommy HunterA2 AnkhAlto Saxophone – Marshall AllenBaritone Saxophone, Soloist – Pat PatrickBass – Ronnie BoykinsPercussion – C. Scoby StromanPiano, Soloist – Sun RaTenor Saxophone – John GilmoreTrombone, Soloist – Ali HassanA3 Solar DrumsBandura [Sun Harp], Piano, Drums – Sun RaBass – Ronnie BoykinsBells – Marshall AllenDrums – John GilmorePercussion – C. Scoby StromanA4 The Outer HeavensAlto Saxophone, Soloist – Marshall AllenBass – Ronnie BoykinsClarinet, Soloist – Pat PatrickPiano, Soloist – Sun RaTenor Saxophone, Soloist – John GilmoreTrumpet, Soloist – Manny SmithB1 Infinity Of The UniverseBass – Ronnie BoykinsDrums – Pat PatrickDrums, Bass Clarinet – John GilmorePercussion – Clifford JarvisPercussion, Drums – Marshall AllenPiano, Percussion, Soloist – Sun RaTrumpet – Clifford ThorntonB2 Lights On A SatelliteBaritone Saxophone – Pat PatrickBass – John Ore, Ronnie BoykinsPercussion – C. Scoby StromanPiano, Soloist – Sun RaTenor Saxophone, Soloist – John GilmoreB3 Kosmos In BlueBass, Soloist [1st Solo] – Ronnie BoykinsBass, Soloist [2nd Solo] – John OrePercussion – C. Scoby StromanPiano, Soloist – Sun RaTenor Saxophone, Soloist – John GilmoreAlbum quanto mai omogeneo per gli standard di Ra; pubblicato nel 1965 con materiale inciso tra la fine del 1961 e l'inizio del 1962 presso il Choreographers' Workshop di New York, agli albori della Solar Arkestra in versione “spaziale”. Brani piuttosto concisi che ruotano attorno al formidabile quartetto Ra, Boykins, Allen e Gilmore, eclettici al punto da dividersi tra la percussiva esplorazione sonora del cosmo (Cluster Of Galaxies, Solar Drums, Infinity Of The Universe) e la pregevole ed educata reinterpretazione di un jazz più tradizionale (Ankh, Lights On A Satellite). Il meglio sta nel mezzo: The Outer Heavens è un brano formidabile.Ristampato in CD dalla Evidence in anni recenti, testimonianza interessante della primissima fase del periodo newyorkese e anche buon punto d'inserzione per cominciare l'esplorazione del catalogo di Ra.Sun Ra – Appunti per una discografia (parte 2) – Ra su SpotifyOther Planes Of ThereEl Saturn Records ‎– KH-987661966https://open.spotify.com/album/4IdjYm4iPriTUC1dVS9sFx1 Other Planes Of There 22:012 Sound Spectra / Spec Sket 7:393 Sketch 4:464 Pleasure 3:105 Spiral Galaxy 10:01Alto Saxophone, Flute – Danny DavisAlto Saxophone, Oboe, Flute – Marshall AllenBaritone Saxophone – Pat PatrickBass – Ronnie BoykinsBass Clarinet – Ronnie CummingsDrums – Lex Humphries, Roger BlankPiano – Sun RaTenor Saxophone – John GilmoreTrombone – Ali Hassan, Teddy NanceTrombone – Bernard PettawayTrumpet – Walter MillerUno delle gemme nascoste tra le seconde linee della discografia di Blount, assolutamente da riscoprire, non fosse altro che, inciso nel 1964, segna l'inizio dello zenith spaziale durante il periodo nella Grande Mela, che culminerà i due anni seguenti con le incisioni per la ESP-Disk. La scaletta presenta in apertura il consueto esteso brano di improvvisazione collettiva (oltre 22 minuti), qui ancora piuttosto controllata e ben variata tra parti soliste (alcune assai ispirate) sostenute da percussioni minimali e momenti di assieme legati dall'intenso lavoro del leader al pianoforte; una maratona “space cool”, spesso distesa, fumosa, varia e fantasiosa, in zona Magic City.Un altro lungo brano chiude il lato B, Spiral Galaxy: propulso da figure ritmiche marziali, è risolto dagli intrecci liberi dei fiati.Sun Ra – Appunti per una discografia (parte 2) – Ra su SpotifySome Blues But Not The Kind That's BlueEl Saturn Records ‎– 7471977https://open.spotify.com/album/0zA5oXEup0RJtvNfNpbliy1 Some Blues But Not The Kind Thats Blue2 I'll Get By3 My Favorite Things4 Untitled5 Nature Boy6 Tenderly7 Black Magic8 I'll Get By [Alternate Take]9 I'll Get By [Alternate Take]Bass – Richard Williams (tracks: 1), Ronnie Boykins (tracks: 8, 9)Bassoon – James Jacson (tracks: 1 to 7)Clarinet – Eloe Omoe (tracks: 1 to 7)Congas – Atakatune (tracks: 1 to 7)Drums – Luqman Ali (tracks: 1 to 7)Flugelhorn – Akh Tal Ebah (tracks: 8)Flute – Danny Davis (tracks: 1 to 7), James Jacson (tracks: 1 to 7)Organ – Sun Ra (tracks: 8, 9)Piano – Sun Ra (tracks: 1 to 7)Saxophone – John Gilmore (tracks: 1 to 7, 9),Marshall Allen (tracks: 1 to 7)Trumpet – Akh Tal Ebah (tracks: 1 to 7)Una raccolta di più e meno noti standard, edita nel 1977, e ottimamente incisa nello stesso periodo. Una band controllatissima e sempre musicale, che propone romanze estroverse e non troppo bizzarre. Per chi non conoscesse l'epopea di Ra potrebbe sembrare un combo di ragazzacci che si divertono a manipolare qualche mostro sacro della tradizione.Un ascolto “facile facile”.Sun Ra – Appunti per una discografia (parte 2) – Ra su SpotifyAstro BlackImpulse! ‎– AS-92551973https://open.spotify.com/album/3TYRyODkxOSfGJBybX06VVA1 Astro Black 10:59A2 Discipline "99" 4:47A3 Hidden Spheres 7:04B The Cosmo-Fire Ba Part 1 6:59Bb Part 2 7:04Bc Part 3 4:25Alto Saxophone – Danny Davis, Marshall AllenBaritone Saxophone – Danny ThompsonBass – Ronnie BoykinsBass Clarinet – Eloe OmoeClarinet – Pat PatrickCongas – Atakatun, Chiea, OdunKeyboards, Synthesizer, Vibraphone – Sun RaPercussion – Tommy HunterTenor Saxophone, Percussion – John GilmoreTrombone – Charles StephensTrumpet – Akh Tal Ebah, Lamont McClambViolin, Viola – Alzo WrightVocals [Word-melody] – June TysonVoice [Space Ethnic] – Ruth WrightPubblicato dalla Impulse nel '73 (appena dopo la ristampa di Atlantis) e inciso l'anno prima a Chicago, ben prodotto da Alton Abraham (che già aveva lavorato, indovina un po', per Atlantis) e Ed Michel: entrambi poi presenti sul manifesto Space Is The Place. Bastano queste poche note a margine per capire che si tratta di uno dei grandi album “dimenticati” della discografia di Ra. I toni sono davvero progressivi, cosmici, le sperimentazioni di Ra con strumenti elettronici disparati appaiono mature, ben oliate; l'aggiunta di “voci recitanti” aggiunge un tono ritualistico e religioso, mentre i bordoni bassi danno una profondità davvero tridimensionale all'Arkestra, che qui annovera anche la viola di Alzo Wright: questo è il primo brano, Astro Black. Che addirittura ruba la scena alla grande suite tripartita The Cosmo-Fire (preceduta dallo scatenato jazz funk di Boykins su Hidden Spheres): una sarabanda free form impeccabile in cui l'organo di Ra si diverte (nella parte I) a disegnare grandi pannelli su cui i solisti incidono i loro graffiti, dà libero sfogo di effetti ed elettronica nella parte II e conduce tutta l'Arkestra ad un notturno per vibrafono nella terza parte.Come se Blount, storicamente “primo staffettista”, riprendesse idealmente il testimone dai Corrieri Cosmici del kraut-rock, all'epoca sul ciglio del declino. Sapendo bene che in realtà l'influenza di Ra sulla scena europea è tutta da verificare (e probabilmente nulla...).Sun Ra – Appunti per una discografia (parte 2) – Ra su SpotifyStrange StringsSaturn Research ‎– LPSRES502H1966A1 Worlds Approaching A2 Strings Strange B1 Strange Strange Baritone Saxophone, Strings – Pat PatrickBass – Ronnie BoykinsBass Clarinet, Strings – Robert CummingsDrums, Strings – James JacsonElectric Piano, Drum, Strings – Sun RaFlute, Strings – Danny DavisOboe, Strings – Marshall AllenPercussion – Clifford JarvisStrings – Carl NimrodTenor Saxophone, Strings – John GilmoreTrombone, Strings – Ali HassanVoice, Strings – Arthur Jenkins“Album esperimento”, più che sperimentale, inciso tra '66 e '67, con l'Arkestra alle prese con disparati strumenti a corda orientali di cui nessun musicista aveva esperienza. Approccio un po' surrealista, aleatorio e certo improvvisato, da cui scaturisce una musica per bordoni minimalisti, come se Tony Conrad facesse da spalla ad un quartetto elettrico di Ornette Coleman. I tre brani sono davvero maratone (Strange Strange arriva ai 20 minuti), durando il disco circa 45 minuti, e spesso richiamano alla mente certe collaborazioni di Braxton con Derek Bailey, con l'aggiunta del solito arsenale percussivo, oltre che di voci salmodianti filtrate ed incomprensibili.Il risultato alla fine è notevole, si fregia di un sound davvero particolare, con grandi inserti"concreti", che porta con sé altissimi livelli di tensione e potrebbe essere colonna sonora di un thriller futurista perso nella Tangeri di Burroughs: questo sarebbe un vero manifesto psichedelico della sua epoca, altro che Sgt. Pepper o Are You Experienced!Meno spaziale della media di Ra, ma un ascolto davvero molto intenso.

Alla scaletta originale, Spotify aggiunge ben tre bonus (di cui due di oltre 10 minuti) di tracce etichettate come “previously unreleased”: fidarsi è bene...

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