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Sup, Yoga e quella strana sensazione chiamata “relax”

Creato il 23 luglio 2014 da Morgatta @morgatta

Tra il praticare sport al chiuso o all’aperto c’è una differenza fondamentale chiamata ARIA. Nonostante frequenti palestre per lavoro (e per passione) da svariati anni, concedersi il lusso del movimento “en plain air” è una cosa che mi dà grande soddisfazione. Così, armata della mia gigantissima forza di volontà, giovedì scorso mi sono alzata all’alba (sì, le 8 per me sono l’alba) per andare a fare la prima lezione di Sup Yoga.IMG_1170Location: Rehabitat Surf School al Parco della Sterpaia. Già la lunga camminata in spiaggia a piedi scalzi ha avuto un effetto benefico, nel silenzio della distesa di sabbia semi deserta, animata solo da qualche coppia di anziani e padroni con cani al seguito. Per ovviare al sonno ancora latente è bastato immergere le estremità nell’acqua, incredibilmente calma, trasparente…e fredda! Quando sono arrivata in prossimità della scuola ho visto loro e ho cominciato a valutare la reale portata dell’impresa: tavola, acqua, yoga! Aiuto, cascherò duemila volte!!!IMG_1174

Il SUP (Stand Up Padding) sta prendendo piede molto velocemente, sia tra i praticanti di altri sport acquatici come windsurf o kite, sia tra i più pigri e profani del mare, perché è una pratica divertente ed appagante anche dal punto di vista dell’allenamento. Utilizzare questa tavola come “tappetino” per una sessione di Yoga (dinamico, sia chiaro, mica quello in cui ti siedi e stai fermo) è un’altra novità, che intensifica la pratica sia dal punto di vista fisico che mentale (dopotutto pensare costantemente “non devi cadere, non devi cadere, non devi cadere è un bello sforzo)! ;)

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E invece no! Grazie a Gaia (la maestra) l’inserimento nell’ambiente marino ed il prendere confidenza con la tavola, con il mare ed i suoi spostamenti è stato soft e naturale, ritmato dal respiro e solleticato da dall’aria. Dopo la prima fase di “relax” aprire gli occhi e trovarsi in mezzo al mare circondate dal niente è stata un’incredibile sensazione di libertà in connessione con la natura. Poi è arrivata la sfida “atletica”: gestire l’equilibrio, passare da posizioni in ginocchio, a quelle a quattro zampe, stacca una gamba, stacca un braccio (e intanto il mare continuava a muoversi, tentando di destabilizzarmi), e fai il gatto, la mucca, il cane che si stiracchia, fino ad arrivare ad una sequenza si saluto al sole, con l’importante differenza che in questa situazione il sole lo abbiamo salutato per davvero, visto che era lì, sopra alle nostre teste.

Sup

Mantenere la concentrazione ed attivare i muscoli è stato un tutt’uno, ma senza sforzi forzati (ok, ora la faccio Zen, la fatica si sente, ma è qualcosa che viene da dentro e che non è solamente muscolare…). Un’ora e mezzo volata, conclusasi con 5 minuti di meritatissimo riposo in posizione orizzontale in mezzo al mare, solleticate dall’acqua che saliva sulla tavola per farsi sentire. Incredibilmente, la testa si è svuotata, lasciando spazio a quella strana sensazione chiamata “relax” che da mesi avevo perso di vista

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L’energia immagazzinata mi ha tenuto iperattiva per tutto il giorno, ho anche fatto la mia prima lezione di nuoto (questa cosa non si commenta e non si fanno nemmeno domande)…poi quando sono arrivata a casa sono, giustamente, morta. Mica sono wonderwoman!!! Anche se prima o poi vorrei arrivare a fare questo…più poi che prima vai!

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Per chi sta in zona e vuole provare questa emozione, tutti i giovedì e venerdì alle 9.15 QUI. Prenotazione obbligatoria che ci sono solo 4 tavole! Buona pratica…peace, love and have fun!


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