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Supporters Trust e Azionariato Popolare, “Solo X l’Ascoli” sbarca a Porto Sant’Elpidio

Creato il 14 gennaio 2014 da Stefano Pagnozzi @StefPag82
Supporters Trust e Azionariato Popolare, “Solo X l’Ascoli” sbarca a Porto Sant’Elpidio
Proprio nel giorno che ha visto fissare il prossimo 6 febbraio l’asta per l’acquisizione dell’Ascoli Calcio, con base di partenza fissata a 860mila euro, l’Associazione “Solo X l’Ascoli” ha incontrato tifosi, simpatizzanti e semplici appassionati di calcio nella sala conferenza della Croce Verde di Porto Sant’Elpidio. Gli elpidiensi, già in occasione del match interno contro il Frosinone si era adoperati per l’organizzazione di un pullman di tifosi e ieri sera, con estrema soddisfazione, hanno accolto i componenti dell’associazione presieduta da Maurizio Castelli.
Due ore dense di dati, dibattiti e delucidazioni sul Supporters Trust e Azionariato Popolare, obiettivi perseguiti dal sodalizio soprattutto in questo delicato momento di transizione societaria. “L’Uefa ha già dato dato da tempo delle direttive in merito – ha esordito il presidente Castelli – I tifosi devono poter partecipare alla governance della società, ma in Italia siamo ancora tanto indietro a riguardo. All’Estero, penso a Germania, Inghilterra e Paesi Scandinavi, i tifosi sono veramente un valore sociale forte e collaborano con gli investitori, rappresentando per loro una garanzia assoluta. Da queste basi vuol partire la nostra Associazione, che si riconosce e persegue i principi da sempre inculcati dall’indimenticato presidente Costantino Rozzi”.
“L’Uefa si è accorta che il calcio, l’intero sistema calcio, si sta sgretolando – ha iniziato il suo intervento Mario Vagnoni, referente del progetto – E le vittime principali di tutto questo sono certamente i tifosi. La nostra associazione è molto attenta su quello che sta per succedere all’Ascoli Calcio, soprattutto in un momento di transizione come questo che deve essere ben gestito dai nuovi proprietari. Costantino Rozzi è stato per noi un maestro ancor prima che un presidente e quello che aveva previsto lui 40 anni fa, si sta regolarmente confermando ai giorni d’oggi. Quelli di Rozzi erano gli anni dell’attaccamento al territorio e alle tradizioni, era l’Ascoli di Ascoli e degli ascolani. I giocatori che andavano via piangevano nel lasciare questa città e questa squadra, ma non vogliamo difendere l’idea di un calcio vecchio bensì abbracciare quella di uno nuovo”.
Ma cos'è nello specifico il Supporters Trust? “E’ un’associazione forale di tifosi giuridicamente riconosciuta che dialoga e collabora con il club. Non è invece un club organizzato, una semplice colletta o un finanziamento popolare. L’Azionariato Popolare, invece, è il coinvolgimento di ogni tifoso nella gestione del club tramite l’acquisizione di quote societarie”“I tifosi devono associarsi non per acquisire le quote – prosegue Vagnoni – Il nostro scopo è quello di collaborare con il club entrando nel CDA. I tifosi non sono mucche da mungere fino all’estremo, il loro ruolo è fondamentale nel controllo della gestione societaria, affinchè si evitino situazioni debitorie insanabili che vengono alla luce quando oramai è troppo tardi. Non sta al tifoso coinvolto nel club fare mercato e scegliere i calciatori, ma avere un occhio sugli investimenti per fare in modo che questi siano sostenibili”.

Supporters Trust e Azionariato Popolare, “Solo X l’Ascoli” sbarca a Porto Sant’Elpidio

http://www.soloxlascoli.it/

I dati, d’altronde, parlano chiaro in Europa. In Inghilterra il 70% delle società nelle prime cinque Divisioni hanno il Supporters Trust, in Scozia quelle delle prime quattro Divisioni, mentre in Germania, Svezia e Turchia il 100% dei club hanno il ST con almeno il 51% delle quote. Non a caso la Germania è seconda al mondo per presenze di tifosi allo stadio (circa 45mila di media ndr), mentre la media italiana è addirittura inferiore a quella del baseball giapponese. Il nostro calcio è al secondo posto in Europa per età media più alta dei calciatori, subito dietro l’Inghilterra per utilizzo di giocatori stranieri e con il solo 7.4% dei tesserati provenienti dal settore giovanile. Esempio di calcio gestito dai tifosi con parsimonia e oculatezza è la squadra tedesca del St. Pauli, referente al quartiere di Amburgo, completamente gestita da 14 mila soci tifosi. La proiezione di due brevi video di presentazione del club da parte del responsabile Merchandising e del Vice Presidente, hanno messo alla luce numeri da capogiro. Il St. Pauli fattura qualcosa come dieci milioni di euro con il merchandising, vende circa 20mila magliette all’anno e 15 mila accendini. Senza contare che lo stesso reparto merchandising dà lavoro a 30 dipendenti e 100 collaboratori. Allo stadio non viene proiettata pubblicità nei 7-8 minuti precedenti il calcio d’inizio, per permettere alla squadra di avere la giusta sintonia con i tifosi a pochi istanti dal calcio d’inizio, il nome dello stadio non sarà mai messo in vendita e un asilo nido fa capolino dentro lo stesso stadio.
Quali sono i vantaggi per l’Azionista e per i tifosi con il ST? Mario Vagnoni li sintetizza così. “L’Azionista ha un maggior ritorno dal coinvolgimento diretto del territorio e assicura, in questo modo, il proprio investimento. Il tifoso, invece, non delega e diventa protagonista. Inoltre propone e verifica gli investimenti, protegge la società da personaggi ambigui e accumula esperienza per fare fronte ai tanti cambiamenti nel mondo del calcio”.
Ma l’incontro di ieri sera era, anche, un ribadimento dell’orgoglio ascolano e del tifo bianconero. A tal proposito sono stare riproposte due citazioni di Costantino Rozzi, nobile appartenente ad un calcio che fu. “Il calcio per noi non è solo un fatto sportivo – diceva il presidente – è un fatto sociale che rappresenta lo slancio per una Provincia da troppo tempo in disparte. Per questo faremo di tutto affinchè questa bella favola continui”. Ma soprattutto:”L’Ascoli Calcio è della gente non di chi l’amministra. Siamo una grande società in una piccola e meravigliosa città”. A ruota, infine, anche una storica dichiarazione di Franco Baresi, campione del Milan, rimasto affascinato dal tifo bianconero dopo aver giocato al Del Duca:”In tutta la mia carriera non ho mai visto un’unità d’intenti pubblico-squadra-presidente come ad Ascoli – dichiarò anni fa il centrale difensivo rossonero – Quando giocavi al Del Duca, anche se i milanisti erano tanti, avevi la sensazione di essere solo”.
Castelli e Vagnoni, a dibattito concluso, non si sono sottratti alle domande dei presenti.
Il 6 febbraio si terrà l’asta, come si comporterà l’Associazione? “Stiamo riscrivendo lo Statuto e vogliamo entrare nel CDA. Tutte le cordate interessate verranno messe a conoscenza del nostro progetto”.Sabato a Modena incontrerete il Delegato Uefa. Cosa vi aspettate? “Gli illustreremo chi siamo e cosa stiamo facendo, portando in dote i settemila presenti nella sfida contro il Frosinone e la colletta fatta qualche tempo fa, a cui ha partecipato anche l’ex Soncin. Siamo certi di avere tutte le carte in regola per fare una bella figura”.
L’idea di Supporters Trust è più difficile diffonderla tra la gente o tra gli investitori? “Non nascondo che anche tra la gente, all’inizio, c’era molta differenza. Il nostro compito è stato quella di proporla e far capire che i tifosi, in questo modo, diventerebbero veri protagonisti della vita del club. Tra i presidenti non saprei dire di preciso, ma è certo che in Italia c’è ancora molto ostracismo in merito”.
Se la nuova società accetterà il vostro ingresso nel CDA cosa succederà? “Stiamo studiando i vari passi giuridici da fare, l’unica cosa certa è che possiamo entrare in società anche come Associazione non riconosciuta”.
Per l’ingresso in società c’è bisogno di acquistare alcune quote? “No, anche se chiederemmo di trasformare in quote societarie le spese che abbiamo anticipato in questo periodo per la curatela fallimentare”.In che misura risponde l’Associazione in caso di problematiche societarie? “Risponde limitatamente alla propria quota , penalmente, solo in casi estremi di mala gestione. Ma ovviamente (ride e fa gesti scaramantici ndr) non sarà questo il nostro caso”.
Di Emanuele Trementozzi
tratto da: lindiscreto.it 

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