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Suspension of Disbelief Festival Internazionale del Film di Roma – CinemaXXI

Creato il 18 novembre 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Suspension of Disbelief Festival Internazionale del Film di Roma – CinemaXXI

 

Regia: Mike Figgis

Paese: Gran Bretagna

Anno: 2012

Durata: 107’

Genere: Thriller/Noir

Sembra sia stata coniata da Samuel Coleridge, celebre poeta inglese dell’Ottocento, l’espressione Suspension of Disbelief (sospensione dell’incredulità o del dubbio) che dà il titolo all’ultima opera di Mike Figgis – presentata nella sezione CinemaXXI del Festival Internazionale del Film di Roma 2012 – ad indicare un particolare elemento semiotico in base al quale spettatori o lettori ‘esprimono’ la volontà di sospendere le proprie facoltà critiche allo scopo di ignorare le incongruenze secondarie e godere di un’opera di fantasia.

Una sorta di auto-inganno, in altre parole, la cui attivazione ha l’effetto secondario di generare la cosiddetta ‘fede poetica’ che induce il pubblico a non perdere interamente la sua capacità logica ma, al tempo stesso, ad adattarla. Così, in questo thriller-noir dichiaratamente meta-cinematografico (il gioco dei rimandi al rapporto realtà-finzione, è qui palese e delimitato dall’alternarsi di ‘episodi’ in cui il protagonista del film, lo sceneggiatore Martin, espone ai suoi studenti le regole di una buona sceneggiatura, ad altri in cui viene ‘agita’ la stessa trama sceneggiata), fors’anche in maniera troppo esplicita, viene avvolto lo spettatore in un patto chiaro per entrambe le parti, che propongono ed accettano la suspension of disbelief come condicio sine qua non per un’analisi dell’inganno sistematico insito nel cinema, strettamente connesso però alla piena godibilità dello stesso. La digressione appariva necessaria per introdurre il film: l’affascinante ed intenso attore tedesco Sebastian Koch, beniamino della televisione e tra i protagonisti del film premio Oscar Le vite degli altri, è Martin, uno sceneggiatore di successo, che vive solo con la figlia da quando la moglie, una celebre attrice, è scomparsa in circostanze misteriose.

Durante la festa per i 25 anni della figlia, conosce Angelique, una donna bellissima che lo seduce e a sua volta scompare, finché il suo corpo non viene ritrovato nel fiume alcuni giorni dopo. La comparsa di una gemella della ragazza morta, Therese, l’avvio dell’indagine ed il percorso di scrittura del plot in un dialogo continuo fra le parti, fa nascere nello spettatore sospetti, attese e disvelamenti che Figgis si diverte ora a confermare ora a smentire, anche se non sempre il gioco funziona con la stessa riuscita ed originalità. Colpevolezza, innocenza, dubbio, tema del doppio, relatività, sperimentazione si mescolano in un risultato comunque interessante e capace di catturare lo spettatore, fra trama noir, riprese black & white di un film nel film e lezioni di sceneggiatura. Divertente la trovata, e le sue conseguenze sulla trama, del vecchio ispettore che tiene nel cassetto un manoscritto poliziesco e ne propone la lettura allo sceneggiatore di grido per un parere. Molto bravi i protagonisti, oltre al già citato Koch, l’attrice olandese Lotte Verbeek, premiata per Niente di Personale, nei panni delle gemelle femmes fatales, la dolce Rebecca Night, nel ruolo della figlia in cerca di un’identità artistica senza aiuti dal padre affermato e Julian Sands (a volte ritornano) nel ruolo di un ispettore scrupoloso e poco simpatico.

Elisabetta Colla


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