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Suzanne Collins - Hunger Games

Da Mario

Hunger Games non fa certo gridare al miracolo per la sua originalità. Gli elementi che combina infatti sono: un mondo distopico e oppressivo, un reality show con i cui concorrenti devono letteralmente lottare fino alla morte e, per finire, non potevano certo mancare dei risvolti sentimentali.

Suzanne Collins - Hunger Games

Il come si mescolano questi ingredienti è invece abbastanza avvincente. La lettura è molto scorrevole e ad un certo punto si è letteralmente trascinati nella lettura per cercare di capire se la nostra eroina Katinss riuscirà a sopravvivere.

L’aspetto prevalente è quello del reality show. Nel libro abbiamo il punto di vista della protagonista dalla fase di selezione (In realtà un sorteggio, cui nessuno può sottrarsi ma in cui ci si può sacrificare come volontari al posto di qualche persona cara), alle preparazioni alla apparizioni in diretta fino alla fine dei giochi. Il taglio è abbastanza televisivo (E infatti sono curioso di vedere anche la trasposizione cinematografica), anche se abbiamo molti dettagli introspettivi sui pensieri della protagonista.

Il libro è consigliato, e credo che presto leggerò anche il seguito. Pur non essendo un capolavoro assoluto, si è lasciato leggere molto più che volentieri e ci sono delle cose lasciate in sospeso che mi incuriosiscono. Il libro è autoconclusivo, ma la trama è aperta a interessanti evoluzioni. Perché dopo i reality ci sono sempre tutti gli eventi collaterali che coinvolgono i protagonisti. E in un mondo oppressivo come quello in cui sono ambientati gli Hunger Games potrebbero succedere tantissime cose.

Se volete avere qualche parere in più non perdetevi (Ma fate attenzione agli spoiler) le recensioni Cannibali, che trattano sia del libro che del film (Che io non ho visto).


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