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Svastiche padane

Creato il 12 luglio 2010 da Pierotieni

Svastiche padane

di Piero Tieni

Del carteggio via Blog tra il sig. Perego, segretario cittadino della Lega Nord, il prof. Mantegazza, docente universitario, e Stefano Vigano, presidente di Volontariato Arcore, ognuno può leggere qui il dettaglio e farsi la propria idea. Quella del sottoscritto è che si tratta del classico confronto tra l’ipertrofica paranoia razzistoide, la Cultura con la C maiuscola e le pacate e ragionevoli argomentazioni di chi si occupa dell’Altro, chiunque Esso sia. Si vorrebbe chiudere qui, per ora, questa storia ed andare oltre. Però c’è un però. Un grosso Però. Il Però è che quando si lasciano passare alcune cose, senza stigmatizzarle a dovere e senza denunciarle, poi si corre il rischio che tutto diventi lecito. Ci sono parole o pensieri che fino al 1994 erano semplicemente impronunciabili, o al massimo restavano confinate nelle buie cantine dell’ultradestra reazionaria (qualcuno le chiamava fogne). Poi c’è stata la discesa in campo, a cui sono seguiti gli sdoganamenti più improbabili che hanno fatto sì che personaggi folkloristici, impegnati fino al giorno prima al massimo a rallegrare i pomeriggi degli avvinazzati avventori del bar sotto casa, fossero portati alla ribalta pubblica, locale e nazionale. Da quel momento in poi c’è stato un progressivo e costante abbassamento della soglia di indignazione, tale da consentire ad ognuno di sparare le più colossali fregnacce senza colpo ferire e senza pagare dazio. Anzi, si è creata un’inarrestabile gara al ribasso che non accenna ad arrestarsi nemmeno quando l’odore si fa chiaramente fetido. Allora, prima che l’epidemia della Cecità, così ben descritta da Saramago, contagi tutta ma proprio tutta la città, occorre fermarsi un attimo e guardare le cose per quelle che sono.   Al sig. segretario della Lega di Arcore che rimpiange la Brianza di una volta e che ora vede solo due o tre mignotte nigeriane che adescano, basterebbe ricordare che è il Mercato ad insegnarci che l’Offerta esiste solo in presenza della Domanda e che viviamo tempi bui in cui le mignotte nostrane e non, sono di casa proprio nei Palazzi del potere che stanno in piedi da almeno un quindicennio grazie al fondamentale apporto del suo partito. Quello che però fa davvero venire il voltastomaco è l’affermazione secondo la quale la questione del nostro presunto indebolimento culturale non puo' prescindere dal nostro indebolimento genetico. Ecco, appunto. Magari gli è solo scappata. Ma quando tra mille sproloqui si cita la difesa della Razza e si tira in ballo la Genetica, si finisce dritti dritti dal dott. Josef Mengele e nelle stanze degli orrori nazisti. Magari è solo colpa del caldo eccessivo e della canicola che talvolta impedisce una giusta ossigenazione del cervello. Però il sig. segretario potrebbe lasciar perdere certi discorsi e dedicarsi integralmente al taglio delle costine e delle salemelle per la festa di partito. E’ già un buon risultato saper fare bene una cosa. Si accontenti.

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