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Svolta in Cina: aboliti i campi di lavoro “laojiao” e si potranno avere due figli

Creato il 28 dicembre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante

Dopo l’annuncio dello scorso mese, diventa ufficiale lo stop alla politica del figlio unico e ai campi di lavoro.

Una classe di bambini in Cina (young2china.blogspot.com )

Una classe di bambini in Cina

Il comitato permanente del l’Assemblea Nazionale del Popolo - massimo organo legislativo della repubblica popolare cinese - ha infatti sancito l’abolizione dei campi di lavoro, noti come “campi di rieducazione attraverso il lavoro” e l’allentamento delle rigide norme che regolano la politica del figlio unico. L’adozione di queste misure era stata preannunciata nel corso del plenum del Partito comunista lo scorso mese.

Una svolta per la Cina visto che da oltre trenta anni vigeva il divieto di poter avere due figli. La legge infatti era entrata in vigore nel 1979 come drastica misura per il controllo delle nascite, teso a contrastare il fortissimo incremento demografico del Paese. Limitatamente ai centri urbani, così, per le coppie nelle quali uno dei due coniugi è figlio unico, sarà possibile avere due figli, mentre oggi tale “privilegio” è riservato solo alle coppie composte da due figli unici. Secondo i dati ufficiali, dal 1980, quando la norma entrò in vigore, si è impedita la nascita di almeno 400 milioni di cinesi.

La rete dei campi di lavoro (i laojiao) venne istituita nel 1957 e consentiva alla polizia cinese di rinchiudervi chiunque per un periodo di 4 anni senza processo. Tutti gli internati saranno liberati, ma i reati (contestati senza processo) restano validi. Secondo stime, in Cina ci sarebbero 260 campi di lavoro che ospitano 160.000 detenuti, anche se in molti pensano che le cifre siano maggiori. Nei campi possono essere rinchiusi fino a 4 anni (anche se in alcuni casi le detenzioni vengono poi prolungate) persone accusate di droga, anche in piccole quantità, o reati legati alla prostituzione, ma anche dissidenti politici o religiosi fermati sotto vari pretesti e mai condannati da una corte.

Le organizzazioni per i diritti umani non hanno mancato di denunciare il rischio che l’annuncio della chiusura dei campi si riduca ad una semplice operazione di ‘cosmesi’: gli attuali laojiao cambieranno nome, alcuni verranno riaperti e trasformati in sedicenti centri di riabilitazione per tossicodipendenti, ha sottolineato recentemente Amnesty. La paura è quella che questi centri possano mascherare nella pratica nuove forme di laojiao, facendo in modo che tutti si trasformi per non cambiare nulla.

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