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Tagli in area: 12^ giornata - Vincere con Mazzarri è come rimorchiare Scarlett Johansson

Creato il 26 novembre 2014 da Redatagli
Tagli in area: 12^ giornata - Vincere con Mazzarri è come rimorchiare Scarlett Johansson

Venire esonerati subito prima del derby è come essere scaricati il 15 febbraio: hai speso 80 euro in sushi la sera prima e probabilmente sei andato pure in bianco. È per questo che, nonostante i sei zeri che restano costanti nel conto in banca di Walter Mazzarri, non si può che essere almeno un po’ solidali con il tecnico livornese ex Inter.
Anche perché è come se dopo essere stati scaricati, lei tornasse dal suo ex. Non quello di prima, che l’aveva fatta sentire special e che ora idealizza, ma quello di prima-prima. Un po’ antipatico, ma che le ha dato delle gioie mai provate.
Tuttavia, quando si viene scaricati non si può – e non si deve – fare a meno di farsi delle domande. Anche se il più delle volte lei è una stronza, ci sono sempre degli errori che hanno condizionato la decisione e fatto precipitare la storia.
Ecco, i tre errori di Walter: divorziato di lusso, con alimenti stellari.

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TESTARDAGGINE
Se qualcosa non gira, semplicemente, non gira. Il 3-5-2, che poi diventa un 5-3-2 e poi ancora un 5-4-1, ammazza il desiderio come il calzino bucato.
Certo, è un ottimo contraccettivo se si considera l’astinenza (da gioco, prima che da gol) un metodo. Però con Ranocchia e il bollito Vidic, l’anticoncezionale sortisce lo stesso effetto di un preservativo bucato.
Se il gioco è sterile; se i gol non arrivano; se gli esterni crossano tipo Fantozzi nella partita aziendale... è il caso di cambiare. Perché un po’ si perdona, ma dopo un po’ ci si stufa.

Un esempio: per quel modo di giocare servono degli esterni di alto livello, non necessariamente altissimo (vedi Lichsteiner e Asamoah alla Juve). Se l’esterno più forte che l’Inter ha in rosa si chiama Yuto Nagatomo, il problema è strutturale.
Aggiungici i problemi contestuali, come gli infortuni dei fenomeni Jonathan e D’Ambrosio, la soluzione, senza ombra di dubbio, non è adattare Obi.
Uno, Obi è un brocco già anche quando gioca nel suo ruolo, figuriamoci in una posizione che non è la sua. E due, metterlo a giocare costringendolo ad usare il suo piede debole è accanimento. Mobbing, diciamo. Ma pur di non cambiare modulo WM è riuscito a fare anche questo.

Come per il modulo, WM ha fatto lo stesso con l’impiego (o il non impiego) di alcuni calciatori. A partire dallo scaricato Fredy Guarin, che in una rosa di calciatori mediocri è grasso che cola. Fino ad arrivare all’amore incondizionato per Hugo Campagnaro, fedelissimo dai tempi della Samp, sempre pronto a giocare appena si è presentata l’occasione. E poi l’insistenza con il già citato Obi e un impalpabile Kuzmanovic.
Mazzarri è così, si fissa. Si impunta contro alcuni calciatori, fino a non vederli più (e magari scaricarli alla Juve alla prima occasione utile).
Ma insiste anche nel voler forzare alcuni uomini che, diciamo la verità, non sono all’altezza del Meazza.

FUORI POSTO
La teoria dello “stare nel tuo”. Ci sono uomini che riconoscono i propri limiti. L’autostima e l’ego possono portare a innalzare questi limiti, a volte anche con discreti risultati. Ma saper riconoscere che posto si occupa nel mondo è un piccolissimo passo verso la felicità.
No, non è il contrario dell’ambizione e non è sinonimo di automutilazione. Ma un ottimo metodo per evitare frustrazioni, disagi e insuccessi. Ecco, esattamente la strada giusta per l’autoaffermazione.
Lo conoscete il mito di Icaro, no?

Per dire, Scarlett Johansson è una delle donne più sexy al mondo. È anche un’attrice molto brava. E sicuramente una ragazza intelligente, sveglia e simpatica. Quale uomo non sognerebbe una relazione con lei?
Ecco, colui che segue la teoria dello stare nel tuo, si limiterà a momenti intimi con se stesso pensando a Scarlett, senza desiderare che tale sogno proibito possa realizzarsi. Lui sarà un uomo felice. E un uomo felice trasmette positività. E un uomo che trasmette positività può avere un sacco di donne, di amanti e di compagne. Certo, non saranno la Johansson. Ma in infondo neanche lui è Javier Bardem, no?

In pratica, prima di decidere di corteggiare Scarlett, devi essere pronto a rispondere affermativamente alle seguenti domande.

  • Il mio inglese è abbastanza buono da permettermi di parlare di qualunque cosa lei voglia?
  • Sarebbe disposta a trasferirsi a Venaria, dove vivo e lavoro?
  • Sono pronto a sopportare le sue lunghe assenze che la terranno lontana da me?
  • Posso permettermi vacanze continue in paradisi terrestri e hotel a cinque stelle?
  • Frequento con regolarità e costanza la palestra del mio quartiere e l’unico grasso che conosco è il presidente del Senato?
  • Sono disposto a sperperare l’eredità di mio nonno per pagarle una cena romantica?
  • Sarò in grado di non dare di matto per ogni scena hot con un Rhys-Meyers qualunque?

Se non si è capaci, lasciare perdere. Anche se qualcuno potrebbe dire che 

  1. È un discorso maschilista.
  2. Un amico di mio cugino lavora al Burger King, una volta è andato a letto con una che è arrivata terza a Veline, aveva la foto profilo con il Gabibbo.
  3. Il paragone Johannson-Inter non regge, non vincono da 4 anni e collezionano figuracce.

Cioè, cosa vuol dire, devo rispondere punto per punto? E va bene!

  1. Non è un discorso maschilista, si può leggere in modo del tutto simmetrico, modificando il genere dei soggetti.
  2. Equivale a portare la Sampdoria in Champions League. Che non serve a nulla se l’anno dopo quella retrocede.
  3. Sì invece, regge. Diciamo che è come se avesse perso un po’ di identità e non avesse più lo smalto di una volta. Ma l’Inter rimane comunque una bomba sexy. Ha prestigio internazionale e ha visto passare i più forti calciatori degli ultimi anni (Ronaldo, Figo, Ibra, Eto’o). Ed è stata l’ultima italiana a trionfare in Europa.

Ecco, Walter Mazzari non è stato in grado di applicare appieno la teoria dello stare nel tuo. Errore fatale che gli è costata la faccia.

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NIENTE CALORE
È vero, gli obiettivi della squadra non sono più quelli di una volta, ma l’umore dell’ambiente sì. E la storia non si cancella, neanche se si ridimensiona il futuro.
L’ambiente è caldo, caldissimo, e ha bisogno di uomini caldi per tenere viva la brace sotto un fuoco spento. Passare da Mourinho a Mazzarri, in questo senso, è come dire a un belga di bere Dreher. State sicuri che la Dreher se la beve, ma solo per potervi menare con la bottiglia vuota.

Le interviste post partita da cane bastonato, il dare sempre la colpa al fato, l’arbitro, la pioggia, sviliscono la virilità di una squadra, di una tifoseria e di una città. Senza virilità non si vincono le partite (e non si conquista Scarlett Johansson).
Walter Mazzarri avrebbe dovuto ammettere le sue responsabilità dopo ogni disastro sportivo. Qualche volta ci ha anche provato. Ma ammettere le proprie colpe, senza mai cambiare strategia, è come iniziare la dieta lunedì.
E niente dieta, niente Scarlett

Andrea Dotti
@twitTagli

(PS: e ringraziatemi, ché potevo mettervi una panoramica di selfie di Icardi. E invcece...) 


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