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Tales from the Borderlands Episode One: Zer0 Sum – L’inizio di una grande serie?

Da Videogiochi @ZGiochi
di Fabio Cecco D'Ortona

Che Telltale Games abbia smesso di confezionare avventure classiche è cosa evidente, tanto quanto il fatto che siano stati in molti – forse troppi – a conoscere la software house americana per la serie The Walking Dead. Considerata la loro storia, più che altro, fatta di grandi serie come Sam & Max o Wallace & Gromit, senza dimenticare quella che ancora oggi molti considerano la loro punta di diamante: Tales of Monkey Island. Eppure è soltanto routine, come nella vita di tutti i giorni, anche nel campo videoludico le cose si evolvono o vengono stravolte, a favore di formule più immediate, veloci, meno complicate, fruibili da tutti. Il gaming su mobile è lì a ricordarci quanto poco basti per “catturare” milioni e milioni di casual gamer, e spesso di videogiocatori più navigati, ed è in quest’ottica che si potrebbe interpretare la scelta di Telltale Games, che da qualche anno ormai ci propone film interattivi su serie cinematografiche, televisive o videogiochi di successo. Così facendo è riuscita a smuovere le acque, a far parlare come mai dei propri lavori, producendo altrettanto spesso degli episodi raffazzonati ma comunque apprezzati da molti; partiamo quindi da un concetto base: come ogni titolo del genere, vittima di un gameplay tutt’altro che profondo e semplicistico, c’è bisogno di una trama forte, intrigante, ben scritta, per riuscire ad apprezzare lo sviluppo delle vicende, di conseguenza lo sforzo dello sviluppatore. Il primo episodio di Tales from the Borderlands, Zer0 Sum, ce l’ha, e non solo: è rimasta intatta l’ironia della serie – completamente perduta in Borderlands: The Pre-Sequel – e i due personaggi giocabili sembrano integrarsi al meglio…

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SETE DI POTERE

Lontano dal clima di ansia delle sequenze di gioco vissute in The Walking Dead e The Wolf Among Us, Tales from the Borderlands: Zer0 Sum è la più limpida delle dimostrazioni che, a volte, uno spin-off può essere di grande aiuto nel risollevare le sorti di una serie che ha perso parte del suo appeal, almeno negli ultimi tempi, prima con un porting quasi oltraggioso su PlayStation Vita (ci riferiamo a Borderlands 2), poi con un capitolo di collegamento riuscito piuttosto male, The Pre-Sequel. L’atmosfera è completamente diversa dalle ultime produzioni targate Telltale Games, meno pesante, più leggera ed allegra; tutto si muove attorno ad un turbinio di situazioni adrenaliniche, scontri furibondi, corse sfrenate e colpi di scena. A sostenere il ritmo elevato, superata una fase introduttiva lenta e di apertura alle vicissitudini di questo episodio, una trama interessante, ben narrata, affrontata attraverso due punti di vista diversi: quello di Rhys, personaggio giocabile ed impiegato Hyperion, e quello della bella Fiona, una ladra ribelle, a cui la vita non ha riservato piacevoli sorprese. È così che il team americano ha deciso di tessere i fili della narrazione: conversazioni mai troppo lunghe, eppure sempre interessanti, il solito sistema di dialoghi a scelta multipla, suspence in alcune circostanze, e poi quick time event a sostegno di fasi action e di combattimento a tratti esaltanti: contro banditi, motociclisti e piloti impazziti, assieme a Loader Bot e qualche amico, mentre si sprecano i rimandi e le citazioni alla serie Borderlands, non solo per le location di gioco che calcheremo nelle circa due ore e mezza utili per arrivare ai titoli di coda. Quella che vi troverete ad affrontare sarà una storia di rapine e saccheggi, di sete di potere, di violenza e scontri all’ultimo sangue, perché Pandora è sempre la solita, tremendamente pericolosa accozzaglia di delinquenti svitati, bestie (più che animali) sempre più brutti a vedersi, dove ogni vita vale poco e proprio per questo dura ancor meno!

Sete di potere perché Rhys e Vaughn – suo miglior amico – sognano la scalata alla Hyperion, ma l’apparentemente temibile nuovo direttore Vasquez ha scombussolato i loro piani; la tanto attesa promozione, guadagnata in anni di duro lavoro, è svanita nel nulla, al contrario dei loro sogni di gloria: decidono così, assieme all’aiuto di Yvette, di prendere in “prestito” alcune risorse della Hyperion, per acquistare il prezioso manufatto che poco prima aveva catturato le attenzioni del boss di cui sopra. Rimanere sul vago è una nostra scelta, non ci va di spoilerare la sequela di eventi, che meritano senz’altro una possibilità qualora foste fan del titolo lanciato per la prima volta nel 2009, da Gearbox Software. Poche le sessioni con movimento libero, attraverso le quali interagire con alcuni elementi presenti nello scenario, ben più numerose le sessioni interessate da quick time event e a tal proposito sarà Yvette a ricoprire un ruolo d’importanza primaria; sarà lei, infatti, ad inviarci il Loader Bot tramite cui superare il primo lungo scontro armato. A questo punto, all’agilità nel muoversi e premere tasti o direzioni sul gamepad, si affiancheranno combattimenti ben congegnati, nei quali l’enorme bot farà un tritume dei nemici. Queste fasi aiutano l’intero racconto ad acquistare sempre più frenesia, contagiata anche dai due racconti piuttosto contrastanti – quello di Rhys e Fiona – che ci regaleranno un quadro esaustivo su quel che è davvero accaduto ai due protagonisti, che appaiono entrambi ben caratterizzati: il primo, interessato al successo personale; la seconda, pone alla base di tutto la famiglia. Quello più interessante, almeno in Zer0 Sum, è Rhys, perché capace di sfruttare il suo occhio bionico e le sue conoscenze in campo informatico per analizzare in maniera più dettagliata situazioni ed oggetti, ma non solo. Le fasi di combattimento riguardano quasi esclusivamente la sua persona, grazie all’arma particolare di cui è dotato, che finiscono per diventare a tratti anche esilaranti, a causa della sua enorme sbadataggine ed incompetenza in questi frangenti. È presto per dire come si svilupperanno le vicende, di certo ad oggi il lavoro compiuto è ottimo, sperando che la qualità rimanga tale anche nei prossimi episodi (cinque quelli totali, ve lo ricordiamo, NdR), a partire da ‘Atlas Mugged‘, il titolo del secondo capitolo previsto per Tales from the Borderlands.

Da rimpiangere, a parte la sola localizzazione in inglese che provocherà problemi ai meno pratici di questo idioma, la scarsa caratterizzazione di alcuni personaggi secondari. Vaughn, che potremmo definire una sorta di spalla di Rhys, mostra la sua inutilità per quasi tutta la durata dell’episodio; la sorella di Fiona, Sasha, non fa poi così meglio dell’amico di Rhys, ed alcuni villain lasciano il tempo che trovano. Non si può di certo dire lo stesso per altri NPC come Shade (conosciuto nel DLC ‘Captain Scarlett and Her Pirate’s Booty), o di Zer0, che in questo primo spezzone di gioco ricopre un ruolo interessante, mostrandosi in tutta la sua forza e determinazione, e non mancano tantissimi altri riferimenti, come quelli riguardanti Moxxi… Sulla qualità complessiva delle ambientazioni invece il discorso è un po’ più complicato: ai dettagli particolareggiati ed una buona realizzazione (a tratti ottima) dei piccoli ambienti, se ne alterna un’altra meno convincente, riguardante i grandi spazi, alcuni orizzonti visivi, o la semplice qualità texture di alcune superfici. Il risultato è quindi sì contrastante, ma più che discreto preso nella sua globalità, con modelli dei personaggi ben disegnati, una palette di colori piuttosto varia e animazioni facciali convincenti. Tutto questo non fa altro che contribuire nel rendere l’esperienza di gioco, di per sé frizzante e leggera, ancora più scorrevole, anche per merito di un comparto audio assolutamente stupefacente: dagli ottimi dialoghi scritti alla qualità del doppiaggio in inglese, esenti da sbavature, quindi una colonna sonora esaltante, che riesce a trasportare il videogiocatore in alcuni momenti clou della produzione. Tracce in parte riprese dai precedenti Borderlands (“Dam Interior” di Cris Velasco, “Dam Top”, “BoomBoom” e “Glacial” di Jesper Kyd) ed altre inedite, o meglio, per la prima volta presenti in un titolo ambientato nell’universo di Borderlands: “Caves” di Raison Varner, “Flyboys” di Kevin Riepl, “X-Rated” di Excision, con il brano top, certamente tra i più conosciuti del momento, rappresentato da “Busy Earnin” dei Jungle.

Tales from the Borderlands Episode One: Zer0 Sum – L’inizio di una grande serie?


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