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Tamoil, il ministero assolve la Tamoil dagli obblighi richiesti dalle istituzioni cremonesi e dalla Regione

Creato il 01 maggio 2015 da Cremonademocratica @paolozignani
Il potere si esercita sul territorio, sulla base di orientamenti e decisioni presi dallo Stato centrale, in questo caso dal ministero dello sviluppo economico, che ha applicato l'articolo 36 della legge 134/2012, che deriva dal Decreto Sviluppo del governo Monti, con quell'articolo che esplicitamente alleggerisce le industrie petrolifere dagli obblighi imposti dal Codice dell'ambiente, quando ci sono progetti di reindustrializzazione. Nei rapporti con l'ex raffineria di petrolio Tamoil il Comune, così come l'amministrazione provinciale e la Regione, aveva sostenuto la necessità di alcune prescrizioni (obblighi da imporre all'industria petrolifera) che invece il ministero dello sviluppo economico non ha accettato. Le prescrizioni si sarebbero concretizzate in un cronoprogramma degli interventi di Tamoil per la messa in sicurezza operativa delle aree esterne e la bonifica delle aree interne. Cremona avrebbe voluto svolgere un ruolo attivo di controllo costante della attività di messa in sicurezza e bonifica, con la possibilità di prescrivere nuovi interventi se i risultati del monitoraggio e dei controlli fosse stati negativi. Dopo una conferenza di servizi con la Regione e gli enti locali, il ministero il 30 dicembre 2014 ha invece stabilito che la dismissione della raffineria sarebbe avvenuta senza le prescrizioni cremonesi. Infatti nel decreto mancano gli allegati che riguardano le prescrizioni. La Regione per questo ha presentato ricorso al Tar del Lazio contro quel decreto. Il Comune, come ha dichiarato l'assessore Alessia Manfredini (Pd), ricorrerà una volta ricevuta la notifica della Regione, che ha già deciso di procedere con una delibera di giunta del 17 aprile. Segue il testo del servizio tv del 29 aprile per Telecolor. Qui sotto il link da cui scaricare la delibera del Pirellone. Tamoil Cremona Regione 3422 impugnativa tar dism stab oli minerali cr (3)

CREMONA Amara sorpresa dal ministero dello sviluppo economico, che nel decreto di fine dicembre 2014 ha deciso di lasciare che la Tamoil chiudesse la raffineria trasformandola in deposito senza tenere conto delle opere di bonifica previste dal Comune e dalla Provincia di Cremona, oltre che della Regione Lombardia. Gli enti locali sono stati informati di questa scelta solo nel mese di febbraio di quest'anno. Il Comune, in marzo durante la prima riunione dell'Osservatorio Tamoil, rendeva noto di aver chiesto chiarimenti al ministero. Poi, il 17 aprile, la giunta Maroni ha deciso di fare ricorso al Tar del Lazio contro il decreto del ministero dello sviluppo economico e ha dato mandato all'avvocato Piera Pujatti. Anche il Comune di Cremona è intenzionato, da quel che sinora è trapelato, a seguire la linea della Regione. E dire che il ministero era stato informato della volontà delle istituzioni cremonesi e della Regione, in occasione di una serie di incontri tecnici. Quel che Cremona aveva chiesto alla Tamoil, una volta affrontato il problema dei posti di lavoro, era di presentare un cronoprogramma degli interventi di messa in sicurezza operativa delle aree interne e di riqualificazione delle aree esterne. Il progetto doveva essere approvato dagli enti locali, che intendono seguire ogni passaggio e valutarlo per poter intervenire a tutela dell'ambiente. L'obiettivo era di informare tempestivamente i cittadini in caso di impatto odorigeno o acustico, verificando che la contaminazione del terreno e delle acque non peggiori ulteriormente.

La raffineria era ancora aperta, quindi dopo l'analisi del rischio ambientale non si poteva procedere ancora procedere alla bonifica. Il ministero di fatto ha tolto alla Tamoil l'obbligo di presentare un cronoprogramma degli interventi di preparazione della bonifica, appoggiandosi alla legge 134 del giugno 2012, che semplifica, cioè alleggerisce, i provvedimenti del Codice dell'ambiente e favorisce le industrie petrolifere. L'articolo 36 di quella legge, il decreto Sviluppo del governo Monti, ha dunque avuto effetto a Cremona. I sistemi di sicurezza operativa già messi in atto dalla Tamoil, quindi, possono continuare senza fare la bonifica, sempre che venga autorizzato un nuovo uso industriale dell'area inquinata. E infatti la raffineria è diventata un deposito e la Tamoil ha presentato un piano di reindustrializzazione. Domani il consiglio comunale di Cremona potrebbe inoltre votare la richiesta dei 5 stelle di dare a Gino Ruggeri, dei Radicali di Cremona, una medaglia d'oro, per essersi costituito parte civile nel processo contro la Tamoil. Due gli ex dirigenti già condannati in primo grado per disastro ambientale doloso, altri due condannati in forma colposa.


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