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Taranto: il giallo del giovane manager morto con l’acido

Creato il 29 agosto 2011 da Yellowflate @yellowflate

Taranto: il giallo del giovane manager morto con l'acidoAccade a Taranto,  Massimo Novelli, 40 anni, un bell’uomo, un uomo in carriera si uccide ingerendo dell’acido muriatico. Dietro la sua scelta però si nasconde un giallo di quelli che segneranno nuovamente le campagne tarantine. Massimo Novelli se ne è andato senza lasciare nemmeno una parola di addio, inoltre quale è stata la motivazione per cui lui, un uomo non di campagna si trovava lì, in quella contrada quasi dispersa nelle campagna aride del tarantino?Secondo quel che racconta il direttore generale della Asl di Bari, Mimmo Colasanto racconta che ultimamente Massimo Novelli negli ultimi giorni sembrava «terrorizzato». Tutti straniti e preoccupati dallo strano comportamento del dottor Novelli, in genere preciso ed efficiente come ogni bocconiano. Giovedì mattina una telefonata anonima arriva ai Carabinieri di Martina Franca: «C’ è un tizio immobile in una macchina nella località di Miceli» Così viene rinvenuto  Massimo Novelli. Un giovane si successo, laureato alla Bocconi con il massimo dei voti,  un anno e mezzo fa amministratore della Sanitaservice , società in house a totale partecipazione pubblica della Asl di Bari che aveva il compito di assumere più di 700 dipendenti di aziende esterne (addetti alle pulizie, ausiliari, facchini) dopo molti mesi di dispute legali e dopo il recente via libera della Corte Costituzionale sull’ operazione. Novelli viveva nel Leccese, mercoledì mattina era uscito di casa per andare in ufficio dove non è mai arrivato. Le ipotesi parlano di un suicidio ed ora i carabinieri  stanno controllando computer e palmare trovati nell’ auto. Michele Savito medico legale nel referto scrive: «Avvelenamento da ingestione di sostanza caustica», mentre il pm esclude ogni altra cosa. Venerdì, quindi, Novelli è stato seppellito. Ma i suoi familiari la vorrebbero, quell’ autopsia e non è escluso che nei prossimi giorni il magistrato che si sta occupando della vicenda (non più lo stesso della prima fase) autorizzi la riesumazione e, appunto, i nuovi accertamenti medico-legali anche se l’ ipotesi prevalente resta quella del suicidio. Salvo colpi di scena, il rebus vero di questa storia non riguarda tanto le modalità della morte quanto i motivi che lo hanno spinto a uccidersi.  Colasanto lancia una pista e racconta di un Novelli terrorizzato dal fatto si dover assumere  60 persone senza requisiti. I sessanta premevano sul manager, scrivevano, chiamavano pretendevano una regolarizzazione impossibile, spesso si erano sentite liti e minacce, forse però le minacce dei lavoratori erano solo quelle dettata dalla rabbia di chi non ha futuro e magari deve campare una famiglia.

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