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Taranto può cambiare il suo destino?

Creato il 16 giugno 2015 da Allocco @allocco_info

L’ultima sconfortante notizia è arrivata pochi giorni fa. Un operaio dell’Ilva di Taranto è deceduto in seguito alle gravi ustioni riportate durante un incidente in fabbrica. Alessandro Morricella questo il nome della vittima, mentre era intento a misurare la temperatura del foro di colata dell’altoforno 2  è stato investito da un getto di ghisa incandescente. La tuta ignifuga di protezione ed il casco che il lavoratore indossava non sono stati sufficienti per evitare il peggio. In casi come questi, non servono parole vuote ed inutili polemiche. Sicuramente quella morte, come tante altre poteva essere evitata. Sapete perché? In altre parti del mondo, gli impianti siderurgici hanno adottato ormai un nuovo tipo di tecnologia, che permette di abbattere fino al 90% l’emissione degli inquinanti atmosferici, rendendo allo stesso tempo più sicura la condizione dei lavoratori. Si tratta di un atto di volontà! Un cambiamento in questo senso porterebbe solo vantaggi, ma finora è prevalsa la logica ottusa del profitto a tutti i costi …

Basta all'inquinamento atmosferico!

Basta all’inquinamento atmosferico!

Taranto era una città magnifica secondo Quinto Orazio Flacco, che la definiva  come l’angolo di mondo che più di ogni altro lo allietava. Il massiccio inquinamento atmosferico provocato dall’impianto siderurgico e costruito per dare un futuro occupazionale alla città, dopo la crisi dell’arsenale militare ha deturpato l’ambiente e reso precaria la salute dei tarantini. L’associazione tra incidenza dei casi di tumore e residenza in prossimità di siti inquinati, come quello di Taranto è evidente. In particolare, la città ionica presenta una maggiore frequenza di cancro alla pleura, al polmone e alla vescica.

Camini sputa veleni.

La chiusura dello stabilimento come paventato da più parti non servirebbe. La situazione ambientale è ormai arrivata al limite. Tanti, che propongono come alternativa alla fabbrica sputa veleni, incentivi a favore del turismo non si rendono conto che bisognerebbe intervenire prima sul piano delle bonifiche. In pochi, forse hanno pensato che se lo stabilimento adottasse tecnologie di ultima generazione e  riconvertisse il processo di produzione dell’acciaio si potrebbe giungere ad un compromesso accettabile. Il lavoro sarebbe tutelato, l’ambiente protetto ed i tarantini non si sveglierebbero più ogni mattina  respirando la diossina. Se questa ipotesi sembrasse troppo utopistica, la scelta di chiudere la fabbrica non sarebbe di certo più ragionevole: cosa ce ne faremmo di quel mostro addormentato senza più vita, che ci fissa inerme?

Camini sputa veleni.

ambiente ilva morte slider taranto tumori veleni 2015-06-16

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