Non si discostano per nulla da ciò che hanno già dimostrato di saper suonare egregiamente, i Taras Bul’Ba. Nonostante questo, Amur scorre via arrembante e grintoso. Anzi, più che suonare “solo” bene, pesta che è un piacere, dato che il gruppo di casa Wallace è sempre stato un rullo compressore capace di sfondare muraglie intere a fendenti di psych/noise/rock/core. Amur è un fiume detto “Drago Nero” che scorre tra Cina e Siberia e ogni pezzo è una tessera del puzzle che raffigura il viaggio lungo le sue sponde. Il genere è quello indicato poco su, ma l’equilibrio raggiunto in ogni canzone e la misura di ogni elemento restituiscono sensazioni che campeggiano anche in certi territori da prog crimsoniano, tra dilatazioni ed estasi elettrica, ben orchestrate da Fabio Magistrali in cabina di regia. Veemente.
Tracklist 01. Coup De Grace 02. Ogro 03. Short Drop 04. Amur 05. Psicofonia 06. My Name Is Igor 07. Vertebra 08. Ior email printMagazine Musica
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