Magazine Arte

Tate Modern London, Londra 21-07-2014 (parte 1)

Creato il 04 agosto 2014 da Maxscorda @MaxScorda

4 agosto 2014 Lascia un commento

Tate Modern 1
Se la meta principale fu Malevich, e’ forse possibile essere alla Tate e non visitare la mostra permanente?
Le esposizioni in realta’ sono molte piu’ di una, organizzate tematicamente e in alcuni casi monografiche. Nella suggestiva cornice di una ex centrale elettrica, la Tate Modern s’erge su sei piani piu’ uno interrato. Se i primi piani assieme agli ultimi due sono riservati per bar, ristorante, bookshop e oggettistica varia, i tre centrali ospitano tutte le mostre.
Divisi a loro volta in due, i piani inferiori accolgono le mostre a pagamento mentre il resto e’ totalmente gratuito. Ecco un elemento importante. Da noi la cultura ha bisogno di fondi, pubblici ovviamente e ovviamente sperperati. Migliaia di persone impegnate a non si sa a fare bene cosa e a piangere ed inveire sulla loro incapacita’ gestionale che tutti quanti noi paghiamo col pretesto della "cultura", parola che in bocca a certa gente fa persino schifo.
Il Tate fin dall’ingresso ci fa sapere di vivere grazie alle proprie forze e domanda ai visitatori liberi contributi, offre ristorazione anch’essa utile al mantenimento della struttura e va giu’ pesante sulle mostre temporanee e monografiche e fa bene aggiungo io. E’ possibile contribuire facoltativamente con un leggero sovrapprezzo sul biglietto, soldi spesi davvero bene anche perche’ si sa come vengono usati, al contrario di quanto accade da noi.
Ora, non pretendo soffermarmi troppo sulle centinaia di opere esposte, tutte ben documentate, raccolte in stanze che focalizzano e illustrano il nesso tra il tema proposto e l’insieme storico o concettuale che le accorpa.
Con questi brevi riassunti, mi piace pensare di incuriosire abbastanza per una visita a dir poco doverosa ad uno dei templi dell’arte contemporanea.

Poetry and dream: Meta’ del livello 2 e’ dedicata alla poesia e ai sogni, interpretazione ampia e variabile che passa

Tate- Joan Miro
innanzitutto dal surrealismo ma s’apre con de Chirico e Kounellis, in bell’omaggio a casa nostra. Stanze monografiche sono dedicate tra gli altri a Beuys e ai poster della rivoluzione sovietica e cio’ misura l’ampiezza dl sogno, forse un po’ troppo allargato, domandandosi se vi sia posto per tutti. La sezione mostra un’attitudine fin troppa generosa verso ogni forma onirica senza considerare che talvolta queste possono rivelarsi incubi.
Certo e’ che artisti come Dali’ danno il senso di quante dimensioni e stratificazioni posso esservi nel cosmo infinito del desiderio, del cuore o dell’ambizione.
Singole opere sensazionali, nel complesso la sezione piu’ debole del museo.
Completano Miro’, Ernst, Picabia, Picasso e Tanguy, tra gli altri s’intende.

Transformed Visions: Siamo al livello 3. "Umano, troppo umano"

Tate - Pollock
direbbe Nietzsche o forse sarebbe meglio dire "Umano non umano" alla Schifano. Quando l’uomo si espande nel pensiero e nella forma ogni declinazione e’ ammessa, anzi studiata, esercitata e rappresentata. E’ umano pero’ anche il suo opposto, impronta negativa come un contorno che annulla il concetto esaltandone la forma. Ritratti e autoritratti di una societa’ disintegrata e difficilmente ricomponibile, laddove alla fine, la natura avra’ la meglio Opere tra gli altri di Giacometti, Bacon e Rothko.
In apparenza la sezione piu’ complicata, in realta’ curata splendidamente e percio’ sorprende in leggibilita’.

SEGUE >>>


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog