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Taxi driver

Creato il 23 gennaio 2014 da Misterjamesford
Taxi driverRegia: Martin ScorseseOrigine: USAAnno: 1976Durata: 113'



La trama (con parole mie): Travis Bickle, instabile veterano del Vietnam tornato a casa e divenuto tassista specializzato nei turni notturni, focalizza le sue attenzioni sulla giovane prostituta Iris e Betsy, che lavora alla campagna di un senatore in corsa per la Presidenza. Quando le sue attenzioni non vengono ripagate come vorrebbe, l'uomo comincia a sviluppare una sua personale visione dell'evoluzione del mondo e della società, preparandosi passo dopo passo in modo da essere pronto ad un'imminente guerra per la sopravvivenza sulle strade.Spinto dal desiderio di salvare Iris e di regalarle un'adolescenza normale, Travis sfogherà la sua ira in uno scontro con il protettore della ragazza.
Taxi driver
Questo post partecipa alle celebrazioni per lo Scorsese Day. Sto parlando con voi!

Taxi driver


La prima cosa che mi viene da pensare quando rivedo Taxi driver, andando oltre al suo status di cult ed alle sequenze mitiche come l'ormai più che inflazionato "Are you talking to me?", alla Palma d'oro ed al fatto che, nonostante la sua fama, rappresenti "soltanto" un quasi Capolavoro - toccando temi molto simili, continuo a pensare che Scorsese abbia fatto di meglio con Mean streets - rispetto alla filmografia del Maestro Marty, è un ritratto.
Nel corso degli anni settanta, infatti, il Cinema USA conobbe una delle sue stagioni migliori grazie alla fioritura di talenti come il qui presente Scorsese, Cimino, Friedkin, Pakula e Romero, che a diversi livelli ed attraverso linguaggi anche diametralmente opposti espressero il loro disagio rispetto alle cicatrici lasciate dal Vietnam e dalle contestazioni, finendo per contribuire a creare una vera e propria mitologia che ancora oggi influenza molti volti nuovi - anche al di fuori dei confini statunitensi - della settima arte: Travis Bickle, caotico rappresentante di questo squilibrio, è il volto di una vita a stelle e strisce divenuta pericolosa e decadente, ben lontana dai sogni confezionati negli anni cinquanta e sessanta e dall'epoca dell'amore libero e delle speranze per il futuro, un reazionario ribelle dalla distorta morale che potrebbe essere collegato a molti charachters del periodo, dall'Ispettore Callaghan di Eastwood e allo Steve Burns interpretato da Pacino in Cruising.La metamorfosi, fisica e mentale, e la spirale all'interno della quale sprofonda passo dopo passo Travis, che finisce paradossalmente per passare da reietto ad "eroe" - se così possiamo leggere il finale -, poggiata sulle spalle di uno dei migliori De Niro di sempre - ben lontano dalla maschera cui siamo stati abituati negli ultimi anni - è il simbolo di un'epoca oscura ma anche di una rottura necessaria per poter muovere un passo oltre - ed è curioso che questo stesso passo porterà negli anni ottanta degli eccessi e dell'illusione di un mondo decisamente più spensierato e sopra le righe -, così come una fotografia della cultura della paura che avrebbe ripreso piede negli anni degli USA formato Bush all'inizio del Nuovo Millennio.Un'istantanea sfaccettata e disturbante, che arriva al suo apice sulle note della struggente Late for the sky di Jackson Browne cucita sull'espressione persa nel vuoto del buon Bob, rapito da uno dei monologhi più impressionanti della Storia recente della settima arte: la rabbia di Travis ed il suo delirio contro la società - che sfocia in una battaglia dalle due strade agli antipodi, quella con il protettore della giovane Iris e con il senatore Palantine, volti di una corruzione fisica e morale che parte dalle periferie che il veterano ben conosce e finisce ai vertici di un Paese ancora allo sbando - sono i lineamenti del volto nascosto degli USA, che hanno costruito molti dei loro successi così come dei fallimenti proprio sul terrore, strumento di potere fondamentale in mano a Presidenti certo non passati alla Storia per il loro equilibrio come il già citato Bush o Nixon.Scorsese, uno dei più grandi narratori nordamericani viventi, inizia proprio dalle strade della sua Grande Mela un percorso che lo condurrà, anni dopo, a Capolavori come L'età dell'innocenza o grandi produzioni come Gangs of New York: e lo fa con uno sguardo allucinato ed amaro, oscuro e maledetto, che sarà sempre e comunque un passo in ritardo per il cielo.E per "riveder le stelle".In fondo, quello di Travis è un vero e proprio Inferno metropolitano.
MrFord

"Awake again I can't pretend and I know I'm alone
and close to the end of the feeling we've known
how long have I been sleeping
how long have I been drifting alone through the night
how long have I been running for that morning flight
through the whispered promises and the changing light
of the bed where we both lie
late for the sky."
Jackson Browne - "Late for the sky" - 

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