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Teatri Riflessi: in Scena si Gareggia per Gioco

Creato il 13 giugno 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Postato il giugno 13, 2012 | TEATRO | Autore: Agnese Maugeri

Teatri Riflessi: in Scena si Gareggia per GiocoIdee, sorrisi, condivisione, scambio, passione, rivalità, talento, determinazione, emozioni. In una sola parola: Teatro. Tutto questo c’è stato regalato nella quarta edizione di “Teatri Riflessi”, Festival Nazionale di Corti Teatrali organizzato dall’associazione IterCulture in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, con il C.O.F. (Centro Orientamento e Formazione dell’Università degli Studi di Catania) e con i Comuni di Catania e di Viagrande. Una manifestazione tenutasi in tre giornate, dall’8 al 10 giugno, che la nostra redazione ha seguito con entusiasmo e, durante l’ultima sera, con attiva partecipazione in quanto membro della giuria stampa della manifestazione. Tanto da raccontare, così tanto da non saper come scrivere tutto questo cercando di essere lineare. Un diario di viaggio è, spero, il modo miglior per non dimenticare nulla e per rendervi partecipi della nostra esperienza.

Iniziamo dal principio. Giorno 8. Mattina: conferenza stampa di presentazione tenutasi al Palazzo Platamone di Catania, noto anche come Palazzo della Cultura. Arrivati a destinazione abbiamo assistito all’incontro, dove gli organizzatori del Festival, insieme al portavoce del Comune di Catania, all’assessore alla cultura del Comune di Viagrande, Dottor Rapisarda, e al Professor Crimi presidente del Dipartimento di Scienze Umanistiche, hanno presentato la manifestazione. Terminata la conferenza, abbiamo conosciuto i due direttori artistici di “Teatri Riflessi”, Dario D’Agata e Valentina Sineri, e l’addetta alle pubbliche relazioni dell’evento, nonché portavoce dell’Associazione IterCulture, Alessandra Li Greci, la quale, molto gentilmente, ha risposto ad alcune nostre domande.

Teatri Riflessi: in Scena si Gareggia per Gioco

Giunti alla quarta edizione si torna nel luogo di partenza nell’Ex Monastero dei Benedettini sede della prima edizione nel 2009 del Festival dei Corti. Quali saranno le novità quest’anno?

«Dopo essere stati ospitati nel 2010 qui al Palazzo Platamone e nel 2011 al Centro Fieristico Le Ciminiere, quest’anno siamo ben lieti ed emozionati di tornare nel luogo che diede origine a tutto, l’ex Monastero dei Benedettini. La novità principale è la tematica scelta, il gioco, forse un po’ perché giunti alla quarta edizione vogliamo fare il punto della situazione, vedere la maturità acquisita, dove possiamo e vogliamo veramente arrivare, e qual è il modo migliore di farlo se non mettendoci in gioco. Inoltre IterCulture si sta muovendo con un nuovo progetto, insieme alla BM Tour di Roma, agenzia di viaggi, e all’associazione “L’isola che c’è”, sempre di Roma, che da anni organizza per ragazzi esperienze di viaggio ludico didattiche, anche per questo il leitmotiv del gioco c’è parso appropriato per questa edizione».

La manifestazione però prevede anche altri incontri, Forum e Workshop: in cosa consistono?

«L’iniziativa nasce dal desiderio di unire anche altre forme d’arte alla manifestazione, per questo saranno presenti durante le tre serate delle istallazioni create da due artiste locali, Mary Imbiscuso e Maria Chiara Salmeri, inerenti al tema del gioco. Ma è attraverso i Forum, tre per l’esattezza, che si creerà il confronto, soprattutto nell’incontro pomeridiano di domenica 10 dal titolo “Volta la Carta”, dove sia gli attori delle varie compagnie, i giurati, sia il pubblico e chiunque vorrà parteciparvi, potranno scambiarsi opinioni, idee, esperienze. Sono nati per questo, creati con lo scopo di inventare, di giocare. Così come i Workshop e in particolare quello di fotografia, ideato da Damiano Schinocca che prevede l’esposizione, in seguito, degli scatti effettuati dalle ragazze stagiste, presso la galleria d’arte “Arte Nuvò” di Catania».

Ma parliamo dei corti, sappiamo che sono 13 e non 14 come previsto e che vi sono diversi premi, ma quello che a noi interessa è sapere ciò che accade prima: come vengono selezionati?

«Lungo e difficile è il lavoro dietro Teatri Riflessi, che inizia esattamente il giorno dopo la chiusura della manifestazione. I corti saranno 13 poiché uno si è ritirato, sono compagnie di tutta Italia che gareggiano principalmente per il premio di Miglior Corto, vi sono dei corti anche di danza perché nel corso di questi 4 anni abbiamo notato che la danza appassiona e per questo è stato istituito anche un premio specifico, Miglior Drammaturgia Danza. Le compagnie compilano e inviano il bando di partecipazione al concorso, poi vengono contattate e viene valutato dalla direzione artistica il loro materiale, alla fine ne selezionano solo 14 che saranno i corti presentati durante le serate, è un lavoro lungo, speriamo di aver scelto bene e che piaccia agli spettatori».

Teatri Riflessi: in Scena si Gareggia per Gioco

La prima sera, così come da programma, si sono esibite 6 compagnie. I corti teatrali sono dei piccoli assaggi di cultura dalla durata massima di 15 minuti ciascuno. Questo ha permesso alla manifestazione di essere facilmente seguita sia da chi appassionato di teatro vuol godersi un buon spettacolo, e sia da chi, da buon profano, ha avuto la possibilità di accostarsi a questo mondo e di lasciarsi trasportare dal fascino del palcoscenico. Una giuria tecnica formata da professionisti nel settore, attori, registi e docenti universitari, presieduta dall’attrice catanese Guia Jelo, doveva scegliere i corti da far giungere alla finale la terza sera. Queste le regole fondamentali e poi tutti pronti come in un gran gioco, un gioco che porta in scena arte, che, sia espressa con il linguaggio corporeo, con la danza, o mediante la parola, recitata in chiave comica, o drammatica, resta pur sempre un sano intrattenimento che ha investito Catania di cultura e divertimento. Dei corti presentati durante la serata solo due sono passati in finale: “Jucamu” della compagnia Bottega Saltafossi Produzione Indipendente di Catania, che racconta la storia di due fratelli, che mediante il loro gioco scoprono verità taciute e sentimenti di vendetta; “Shhh” della compagnia SicilyMade Catania, uno dei corti di danza, che narra di tre ragazzine che giocano dentro il caos dei rumori quotidiani. Gli altri corti in gara erano: “Me-She-It” della Compagnia Muxarte Palermo; “Diario di una donna” della genovese Manuela Valenti, struggente interpretazione del racconto di una donna e della sua vita durante le due Guerre Mondiali; “Rossella” della compagnia Fuoco Sacro di Roma; “La lingua nel bacio” della compagnia Operarotas Teatro di Roma. Quest’ultimo corto davvero originale tratta un tema per certi aspetti assurdo: un dottore che decanta l’importanza della lingua in un bacio, del dover mettere “lingua” su tutto e di quanto certe volte sia meglio non averla proprio.

Teatri Riflessi: in Scena si Gareggia per Gioco

Giorno 9: eccoci giunti alla seconda serata. Platea sempre più cospicua, le compagnie affiatate hanno creato una sana competizione fatta di rivalità e di amicizia, chi è stato escluso tifa per chi ancora gareggia, in un clima ludico e dinamico, così come richiesto dalla tematica del Festival. Sono stati presentati sette lavori, sempre due sono passati di diritto alla finale. “Danzando con Mr Wilson” dell’Associazione Culturale Meridiani Perduti di Brindisi, un corto che con infinita delicatezza spiega un tema estremamente difficile: la malattia. Il morbo di Wilson è una sindrome degenerativa che è stata narrata attraverso un emozionante balletto dove il male da orribile ombra diventa quasi un amico per la paziente. “Mon amour, mon amie” che, interpretato da Arianna D’Ambrini ed Elisa Occhini da Genova, ha rappresentato in pieno la tematica della manifestazione: due bambine si ritrovano a giocare insieme e attraverso la fantasia e l’ingenuità dell’infanzia ci fanno riscoprire mondi favolosi visti mediante i loro occhi, una corsa sfrenata e coinvolgente sulle ali dell’immaginazione. Gli altri corti in gara sono stati: “La figlia di Vincenzina e il call center” di Giovanna Criscuolo di Riposto (CT), “Dualité Performance” di Chiaraluce Fiorito da Catania, “Mancamenti” della compagnia Calibro2 di Roma, “Studio su Persona” della compagnia Ailuros da Castelfranco Veneto, “Sdoppiata” del Centro di formazione scenica Atman – Associazione Artefusa di Catania. In questa serata sono inoltre stati ripescati altri due corti che hanno avuto la possibilità di accedere alla finale. “Me-She-It”, un balletto che racconta l’evoluzione di un rapporto passionale tra uno scrittore e la protagonista del suo romanzo. “Studio su persona”, bella messa in scena, ottimo gioco tra schermo e palco per un corto di straordinario effetto con un’unica attrice, ma due protagoniste unite da un filo invisibile che tocca le corde della follia. Non sono poi mancate battute, risate, applausi, e anche momenti seri ed intensi riguardanti il mondo dello spettacolo. Si è infatti affrontato l’attuale problema dei tagli alla cultura, un argomento che era doveroso trattare in un ambito come questo in cui il teatro è l’unico e solo protagonista.

Teatri Riflessi: in Scena si Gareggia per Gioco

Giorno 10: la finale. Il cortile dell’ex Monastero dei Benedettini è colmo di persone che gironzolano tra gli stand degli sponsor della manifestazione ed osservano le colorate istallazioni degli artisti che hanno collaborato con il Festival. È iniziata così l’ultima sera. Noi di Dietro le Quinte per l’occasione siamo stati membri della giuria stampa. Seduta nel nostro banchetto ho assegnato dei giudizi ad ogni corto in gara cercando di rispettare il parere del pubblico, del resto la stampa doveva fungere come portavoce della volontà e dei gusti degli spettatori, e proprio per questo motivo ringrazio i colleghi e gli amici che hanno contribuito a rendere ancora più avvincente il mio ruolo di giurata. Infine, insieme ad altri giornalisti abbiamo deciso il vincitore della menzione speciale Premio della Stampa. Un grande spettacolo anche questa sera, una forte emozione per tutti, anche per noi nel vivere questa nuova avventura, ma alla fine dopo lunghe decisioni, momenti di suspense e votazioni tutti i vincitori sono stati decretati.

Miglior Performer: l’attrice Barbara Riebolge per “Studio su Persona”.

Miglior Drammaturgia Danza e Premio Speciale della Stampa: “Ballando con Mr Wilson”.

Miglior Drammaturgia e Miglior Corto 2012: “Mon amour, mon amie”.

Teatri Riflessi: in Scena si Gareggia per Gioco

Conclusosi il Festival tra ringraziamenti e sorrisi un forte senso di amicizia si librava nell’aria, la competizione ha portato solo affiatamento. Mi è venuta in mente una frase scritta da Pirandello in “Sei personaggi in cerca d’autore” che diceva: «Che cos’è un palcoscenico? Un luogo dove si gioca a far sul serio»; tutto l’evento è stato vissuto con impegno e con allegria, un’energia che ha saputo dare vita ad un teatro giovane, veloce, fatto di talento e vissuto come un magnifico gioco!

Per le immagini inserite in questo articolo si ringrazia Damiano Schinocca – Fotogenesi Studio



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