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Teatro: stipendi e viaggi

Creato il 06 luglio 2011 da Nonzittitelarte

concerto teatro lirico di Cagliari 150 anniversario unità d'ItaliaTEATRO. Il bilancio del 2010: i dipendenti sono costati oltre 12 milioni Lirico, stipendi e viaggi
Spesi 19 mila euro per le trasferte di Pietrantonio

È un teatro Lirico che non ha più liquidità, strozzato dai debiti (soprattutto quelli a breve termine), e che quindi ha molte difficoltà a investire nella produzione: la relazione sulla gestione del bilancio 2010 descrive una Fondazione sull’orlo del tracollo, spinta oltre che dall’esposizione con i debitori, anche dal calo dei finanziamenti. Il Fus dello Stato è passato da 10 milioni e mezzo a poco meno di 8 milioni; dalla Regione sono arrivati 300 mila euro in meno; dal Comune quasi un milione in meno rispetto al 2009.
LE SPESE E I VIAGGI Le spese però sono rimaste sostanzialmente invariate. La fetta più grossa è quella degli stipendi: i 304 dipendenti del Lirico (orchestra, coro, amministrativi e tecnici) hanno preso 12 milioni e 733 mila euro, circa un terzo del bilancio del teatro. Un po’ meno rispetto al 2009. L’indennità dell’ex sovrintendente Maurizio Pietrantonio invece è rimasta la stessa: 174 mila euro. Ad esser diminuiti – di pochissimo -, semmai sono i viaggi: Pietrantonio ha chiesto un rimborso di 19.372 euro per il 2010, contro una spesa di 21.089 euro nel 2009. In un elenco di voci che si discostano poco rispetto al bilancio precedente, spicca la spesa per il botteghino che schizza da 4.900 a quasi 130 mila euro. Frutto dell’affidamento del servizio a una società esterna – il Box office -, anche se bisogna dire che il teatro ha risparmiato i soldi dello stipendio dei dipendenti a tempo determinato ai quali non è stato rinnovato il contratto. In calo il costo degli artisti “ospiti”: 2,8 milioni di euro lo scorso anno, circa 4,4 due anni fa. Il 2010, che si è chiuso con una perdita d’esercizio di un milione e 500 mila euro, ha registrato un’inversione di tendenza sotto il profilo del numero degli spettatori. Se dal 2006 al 2009 si è avuta una sensibile diminuzione (da 132 mila a 124 mila), lo scorso anno il teatro è riuscito a non calare ulteriormente. Anche se i 13 spettatori in più rispetto al 2009 non possono certo far cantare vittoria.
IL DEBITO Nella relazione che accompagna il bilancio, il sovrintendente Gennaro Di Benedetto lancia l’allarme sul debito della Fondazione: «È indispensabile procedere a una ristrutturazione del debito complessivo in modo tale da avere un giusto equilibrio tra debito a breve termine e debito a lungo termine». Il primo ammonta infatti a quasi 11 milioni di euro, il secondo è di 3,6 milioni. Complessivamente, considerati anche i debiti verso fornitori, istituti previdenziali e le perdite dei precedenti esercizi, si arriva a circa 24 milioni di euro. Questo significa che il Lirico è entrato in un circolo vizioso dal quale sarà difficile uscire: «Per conseguire il regolare pagamento delle competenze e i relativi contributi al nostro personale dipendente, la Fondazione continua a scontare presso gli istituti bancari, i crediti vantati». Solo una volta ridotto il debito, «sarà possibile redigere un piano triennale di programmazione e un piano industriale».
Michele Ruffi

La richiesta di Massidda «Fondazione, la Provincia deve esserci»

Anche in Provincia si riaccende la discussione sull’Ente Lirico. Il consigliere Piergiorgio Massidda, infatti, nell’ultima seduta consiliare ha chiesto all’assessore alla Cultura Francesco Siciliano se ci sono i presupposti perchè la Provincia possa di nuovo aderire alla Fondazione. «L’Ente Lirico rientra nel quadro di quella cultura che le pubbliche amministrazioni devono difendere con le unghie – ha sottolineato Massidda – la Provincia di Cagliari aveva aderito alla Fondazione, poi sono venute meno le condizioni, ma qualcosa negli ultimi tempi è cambiato?» Siciliano si è detto possibilista, anche se non si è voluto sbilanciare sottolineando alcune problematiche che potrebbero creare qualche ostacolo: «Ho parlato con alcuni lavoratori e anche con il sindaco di Cagliari – ha spiegato l’esponente dell’esecutivo provinciale – e credo che oggi si possa aprire, nei modi e nei tempi opportuni, una nuova fase. Qualora la Provincia decidesse di entrare nella Fondazione, andrebbe riscritto lo Statuto della Fondazione stessa che dovrebbe avere una nuova mission. Non dovrebbe avere, infatti, solo una funzione concertistica e operistica, ma essere capace di incidere nel tessuto culturale territoriale». Poi ha concluso: «È prematuro dire se la Provincia entrerà nella Fondazione o meno. È un progetto complesso che richiede determinate condizioni».
Piercarlo Cicero

www.unionesarda.it

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