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Tecnologia e gestione del tempo

Creato il 03 febbraio 2011 da Idl3

Proviamo per un attimo a pensare come sarebbe una nostra giornata senza tecnologia, immediatamente avremmo chiaro come la nostra vita dipenda da essa. Anche se non la usiamo direttamente, i nostri vestiti, quel che mangiamo, il libro che leggiamo, sono nati o sono stati trasformati grazie alla tecnologia. E’ dunque naturale chiedersi come questa abbia cambiato il modo in cui gestiamo il nostro tempo, e anche chiedersi quale sia il rapporto tra il tempo e la stessa tecnologia.

Tecnologia

L'invasione della tecnologia

Non e’ facile dare una definizione di tempo, Agostino d’Ippona disse:

“Che cos’e’ dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so piu’.”

Non siamo neppure certi se definire il tempo come costante o come variabile. Perche’ il nostro tempo e’ una costante, ma gestendolo possiamo renderlo variabile, se inteso come unita’ di misura e’ una costante, ma un’ora passata a zappare la terra e’ diversa da un’ora passata dormendo.

Idiozie a parte non e’ la definizione di tempo che mi interessa, ma capire come la tecnologia cambia e ha cambiato il modo in cui noi gestiamo il nostro tempo e come la tecnologia stessa interagisca col tempo e come il tempo interagisca con la tecnologia.

Tecnologia e gestione del tempoTEMPO UTENTE – Chiamiamo tempo utente il tempo che passiamo direttamente a interagire con la tecnologia, dal telecomando al microonde, dal lettore MP3 al computer, dal cellulare allo smartphone, ecc. In questo caso pero’ limitiamoci al campo informatico. Sembrerebbe ovvio affermare che da utenti la tecnologia ci permette di “risparmiare tempo“, ma e’ anche vero che molti di noi tendono a usare la tecnologia per “perdere tempo“.

Lavori che prima richiedevano giorni e giorni o che addirittura non si potevano fare oggi si risolvono nel giro di poche ore, in questo modo si produce molto piu’ di prima, eppure non e’ che si lavora di meno, anzi, direi che in certi casi si lavora di piu’. I nostri stili di vita richiedono sempre piu’ prodotti e per soddisfare questa fame di consumo e’ necessario aumentare la produttivita’. Quando hai poco o nulla questo e’ decisamente una buona cosa, ma quando hai troppo diventa un eccesso pericoloso.

L’aumento di produttivita’ in gran parte avviene grazie alla tecnologia. Dunque alla luce di tutto cio’, non sembra piu’ essere vera l’affermazione che la tecnologia ci permette di “risparmiare tempo“, perche’ al netto del risparmio di tempo per compiere un lavoro singolo, ora dobbiamo svolgere molti piu’ lavori (lavori intesi come compiti non come professioni). Se poi dovessimo anche calcolare il tempo in cui usiamo la tecnologia per “svagarci“, allora il tempo che la tecnologia ci “ruba” salirebbe vertiginosamente.

Tecnologia e gestione del tempoTEMPO TECNOLOGICO – Chiamiamo tempo tecnologico la durata di vita della nostra tecnologia, sia quella fisica sia l’obsolescenza, quanto tempo una data tecnologia (hardware e/o software) impiega per perdere efficienza e funzionalita’. Il decadimento fisico esiste per l’hardware, ma possiamo tralasciarlo, e’ piu’ interessante il decadimento tecnologico.

Esistono tre tipi di obsolescenza: quella reale, quella drogata e quella programmata. Il confine tra queste tre tipologie e’ molto labile, spesso i confini si intersecano.

L’obsolescenza reale si ha quando una hardware o un software diventano inefficienti e non sono piu’ funzionali al lavoro o al compito che dovrebbero assolvere. Questo puo’ avvenire sia a causa dell’esistenza di nuovo hardware o software che svolgono lo stesso compito in modo piu’ efficiente e funzionale, sia a causa della scomparsa o del mutamento di quel compito. Questa obsolescenza e’ meno frequente di quanto si pensi.

L’obsolescenza drogata si ha quando forze esterne ci inducono a considerare il nostro hardware e il nostro software come superati, inefficienti e non piu’ funzionali. Questo avviene principalmente immettendo sul mercato del software che richiede specifiche tecniche superiori a quelle del “vecchio” harware, e con funzionalita’ che il nostro “vecchio” software non possiede, mostrandoci le nuove funzionalita’ quali importantissime e di cui non possiamo fare a meno. A volte e’ vero, ma non sempre, pensate ad esempio a quando l’obsolescenza e’ data semplicemente dal fatto che il formato dei file creati da un software non e’ piu’ supportato, o comunque non e’ piu’ il formato principale. Inoltre anche quando e’ vero, bisogna capire perche’ queste nuove funzionalita’ siano diventate cosi’ importanti. Lo sono diventate per un naturale processo di evoluzione nel lavoro o nelle relazioni interpersonali, oppure perche’ a sempre piu’ persone e’ stato fatto credere questo? Questo tipo di obsolescenza e’ la piu’ comune.

L’obsolescenza programmata si ha quando l’hardware o il software e’ stato creato con una implicita data di scadenza, dopo la quale la sua efficienza e la sua funzionalita’ cominciano a decadere. Piu’ di obsolescenza programmata, in molti casi si dovrebbe parlare di decadimento fisico programmato. Questa e’ un po’ l’obsolescenza dei “cospirazionisti“, non so se esistano dei casi provati, puo’ anche essere, non lo nego, ma spesso si cade in un errore.

L’errore e’ che nel valutare la durata di vita di un bene ad alto contenuto tecnologico non possiamo prendere come riferimento la durata di vita di un bene a basso contenuto tecnologico. I registratori digitali durano meno di quelli analogici perche’ le cassette sono rimaste uguali per anni, e la nostra esigenza di registrare 500 ore di conversazione si adattava a questa costante, perche’ la risposta alla modifica delle esigenze degli utenti era molto piu’ lenta, dunque dopo 60 o 90 o 120 minuti cambiavamo la cassetta. Ora invece il mercato tecnologico evolve molto piu’ rapidamente in risposta alle nuove esigenze (a volte creando esso stesso le nostre nuove esigenze, vedi obsolescenza drogata). Cosi’ se vogliamo registrare 500 ore di conversazione prendiamo un registratore digitale da 2 GB.

Sono cambiate le capacita’ della tecnologia, sono cambiate le nostre esigenze, e’ cambiata la velocita’ con la quale la tecnologia evolve (anche se molte evoluzioni sono piccoli passi), e il nostro rapporto con la tecnologia e’ diventato una dipendenza, lavorativa e sociale. Questo i produttori lo sanno, e lo sa anche chi fornisce dei servizi legati alla tecnologia. Quindi giornali e riviste diventano applicazioni sui tablet, musica, film e programmi TV diventano audio e video on demand (AVOD) sui nostri dispositivi mobili, le interazioni sociali nascono, crescono e muoiono sui social network, ecc.

Quanto di questo e’ una reale esigenza e quanto e’ esigenza indotta non e’ dato saperlo, anche perche’ quando ad utilizzarla e’ il nostro concorrente, il nostro collega o i nostri conoscenti, spesso l’esigenza indotta si trasforma in reale. Piu’ persone la usano piu’ diventa un must.

Certo, se avessimo tutti dell’hardware libero con dentro del software libero con dei formati standard, allora sarebbe tutto piu’ semplice. Invece il fatto che la maggioranza degli utenti usi software non libero con formati proprietari, spesso trasforma in esigenza reale avere e usare quello stesso software proprietario. Quanto siamo forti rispetto a queste forze esterne, e quanto e’ possibile resistere?


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