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Tele e transfert

Creato il 13 settembre 2010 da Direnzoeditore
Tele e transfert“Una traslazione di sentimenti sulla persona del medico ... già pronta nel paziente e .. trasferita sulla persona del medico in occasione del trattamento analitico ... Finché la sua traslazione è preceduta dal segno positivo, essa riveste il medico di autorità e si converte in fiducia nelle sue comunicazioni e concezioni ... I suoi sentimenti non derivano dalla situazione presente e non sono destinati alla persona del medico, bensì ripetono qualcosa che in lui è già accaduto precedentemente” (Freud, Opere, Voi. Vili, pp. 591-594).
Il concetto di transfert si sviluppò gradualmente dall’ipnotismo e dalla suggestione. Mesmer e gli ipnotizzatori di vecchio stampo pensarono che qualcosa scorresse dallo psichiatra al paziente, mettendolo in stato ipnotico. Più tardi, quando Bernheim mostrò che un paziente può entrare da solo in stato ipnotico grazie all’autosuggestione, la conclusione fu che tutto ciò che importava era la mente del paziente stesso. Egli è allo stesso tempo ipnotizzatore e paziente. Quindi, la personalità dell’ipnotizzatore esterno e dello psichiatra sembrava trascurabile. La psicoanalisi studiò più a fondo la questione e dimostrò che è il paziente, identificando lo psichiatra con alcuni prodotti della sua fantasia, a proiettare emozioni sullo psichiatra. Lo psicoanalista, a conoscenza di questo processo mentale del paziente, ne fa la base del trattamento. La spontaneità e il lavoro psicodrammatico ci spinsero a una visione del rapporto medico-paziente più chiara e più ampia. Nella situazione psicoanalitica, c’è soltanto chi effettua il transfert positivo o negativo, il paziente. Esiste un solo polo. Lo psichiatra è considerato un agente obiettivo, almeno durante il trattamento, libero da implicazioni emotive, presente soltanto per analizzare il materiale che il paziente gli espone. Ma è così solamente in apparenza. Forse perché soltanto il paziente viene analizzato.Di Renzo Editore

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