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Televisione: il non innocuo elettrodomestico che può avere effetti anche gravi sulla salute

Creato il 23 maggio 2012 da Informasalus @informasalus
CATEGORIE: Denuncia sanitaria , Infanzia
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Televisione: il non innocuo elettrodomestico che può avere effetti anche gravi sulla salute

Nel 2004 gli adolescenti di Cavriglia, un paesino di circa novemila abitanti sul versante aretino delle colline del Chianti (dove una volta si estraeva la lignite), sono stati i protagonisti di un esperimento condotto dalla seconda clinica pediatrica dell’università di Firenze e dall’ospedale pediatrico Meyer. Per una settimana 74 volontari, maschi e femmine, tra i 6 e i 12 anni, non hanno guardato la televisione e non hanno usato il computer o la playstation.
L’intento era di verificare sperimentalmente se l’esposizione alla televisione avesse qualche responsabilità nell’anticipo puberale. Dagli anni ’90 si è anticipato di 12 mesi l’inizio del percorso di maturazione sessuale, per cui attualmente - per il nostro ministero della Sanità – si parla di pubertà precoce per i maschi prima degli 8 anni e per le femmine prima dei 7 anni. Si sta indagando sulle cause di questo scatto in avanti dell’orologio biologico.
Si sa che il sovrappeso o i precedenti familiari hanno la loro importanza, ma come spiegarsi la precocità in giovani magri e magari con una storia familiare di ritardi nella maturazione? L’ipotesi per cui il Meyer aveva chiesto la collaborazione degli adolescenti di Cavriglia era nata perché grazie a dei questionari avevano individuato in molti dei soggetti precoci una vera e propria overdose di abitudine televisiva e, per verificare se questo fattore ambientale fosse correlato con l’anticipo della pubertà, si era pensato all’esperimento sul campo.
Dopo sette giorni di astinenza dal video i livelli di melatonina contenuti nelle urine dei ragazzi sono stati comparati con i campioni prelevati prima dell’inizio dell’esperimento. Dopo una settimana di giochi da tavolo, di letture e di chiacchiere in famiglia con la televisione spenta, la melatonina era aumentata del 30% in media. Questo ormone si abbassa con l’inizio e la progressione della pubertà e i ragazzi di Cavriglia con il Meyer hanno stabilito che l’esposizione televisiva è in grado di diminuire la secrezione della melatonina.
Quindi la televisione funziona da acceleratore della pubertà. La notizia ha occupato per qualche giorno le pagine dei giornali, i cronisti hanno intervistato i giovanissimi di Cavriglia, rimanendo stupiti che i genitori fossero più provati dei figli dai giorni senza la baby sitter televisiva. Poi i riflettori si sono spenti e al Meyer è stata sospesa, per mancanza di fondi, l’annunciata continuazione della seconda fase delle ricerche, da svolgersi su un campione più vasto e sui ragazzi che frequentano la scuola steineriana che non guardano la televisione (come i figli di Berlusconi e Veronica Lario).
L’ipotesi è che anche i contenuti delle trasmissioni abbiano un ruolo nell’anticipo puberale. Lo studio dei neuroni a specchio, quelli che ci permettono di provare emozioni vedendole negli altri, porta delle conferme in questa direzione. Ci spiega Chiara Ciampi, neuropsichiatra infantile al Meyer: «Le aree cerebrali attivate sia dalla visione che dall’esperienza sono vicine, nella stessa zona (corteccia cingolata anteriore e insula anteriore).
I bambini, soprattutto se guardano la televisione senza un adulto che media, “assorbono” quello che vedono in tv come se fosse un esempio, e il continuo impatto visivo con stimoli erotici anche allusivi può indurre la produzione di ormoni sessuali isolati, sfasati nel tempo, anche a sei anni». In Italia i fondi mancano un po’ per tutta la ricerca, tranne per quella di carattere militare, quindi non si può fare della “dietrologia” sul perché proprio gli studi sulla televisione non abbiano potuto continuare. Ce n’è comunque abbastanza per ricordarsi di scrivere sotto il non innocuo elettrodomestico “può avere effetti anche gravi sulla salute”.



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