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Televisione: una questione di hashtag

Creato il 01 aprile 2014 da Arscreativo

TELEVISIONE: UNA QUESTIONE DI HASHTAG ARSENALE CREATIVO

La settimana scorsa ABC Family ha mandato in onda l’ultimo episodio della quarta stagione di Pretty Little Liars, un telefilm per teenager che sta riscuotendo un grande successo con dei buonissimi numeri di audience. Trascurando per un momento la trama, ciò che rende affascinante e interessante questo programma è il fatto di essere stato nominato programma più social del 2013. L’episodio finale della stagione estiva del 2013 ha generato qualcosa come 1,3 milioni di tweet da 700.000 Twitter account. In altre parole, la serie ha un grande coinvolgimento online, in particolare su Twitter e Instagram, dove si scorge un enorme buzz, il quale è alimentato dalla stessa ABC Family, da Marlene King (l’executive producer) e dagli attori che puntualmente postano foto e twittano. Ogni volta che un nuovo episodio deve andare in onda, il web viene inondato da contenuti che creano forti hype e coinvolgimento.

L’uso dei social media, specialmente di Twitter e dei suoi hashtag, è ormai un trend assodato, e viene chiamato “social tv”, ovvero l’atto di utilizzare i social network per interagire con i programmi tv. Questa attività coinvolge l’uso di un secondo device, di un secondo schermo quindi, e prende, perciò, il nome di “second screen”, strettamente legato alla social tv.

La social tv sta diventando così comune che sembra quasi che a suo tempo alcuni programmi abbiamo scelto il loro titolo in base all’attitudine a diventare un hashtag, alcuni esempi sono #TBBT, Games of Thrones #GOT e così molti altri.

Cosa può portare tutto ciò alla televisione e ai suoi programmi? La risposta sembra molto facile da trovare, ovvero: coinvolgimento. Difatti, oggigiorno, le reti televisive sono preoccupate sia dall’audience, sia dal coinvolgimento che i loro programmi riescono a generare tra il pubblico. Questo è legato al fatto che, oggi, i telespettatori sono abituati a esprimere la propria opinione, non guardano passivamente uno spettacolo, vogliono saperne di più e vogliono essere parte di esso. Possiamo notare come, oramai, quasi ogni show abbia un hashtag ufficiale, in particolare i talent show, come ad esempio Americal Idol o X-Factor. Addirittura qualche programma sviluppa delle vere e proprie applicazioni da usare mentre si segue a diretta tv. Le interazioni sui social hanno il vantaggio di poter essere misurate e di essere completamente gratuite per il telespettatore.

Il coinvolgimento può diventare così forte che alcune community di fan hanno inventato dei social game basati sulla loro serie preferita, un esempio riuscito è The Walking Dead “Fantagioco”, una sorta di “Fantacalcio”, in cui bisogna indovinare quale personaggio apparirà nel dato episodio.

In conclusione, si può dire che la social tv sia uno strumento molto interessante da usare in modo intelligente, può davvero creare coinvolgimento e trasformare i telespettatori in creatori di contenuti, i quali richiameranno a sé ancora più fan, innescando un effetto domino.

Inoltre, se uno show riesce a evangelizzare dei buoni ambassador, può attirare degli sponsor importanti e dare vita a delle esemplari situazioni di product placement. Oltre a ciò, dal momento che l’attività di social screen prevede di avere un altro schermo davanti, oltre a quello della tv, può aprire le porte alla possibilità di sperimentare alcuni metodi di pubblicità in realtà aumentata, i quali possono rivelarsi davvero coinvolgenti e innovativi.

La social tv e il second screen, quindi, possono portare una boccata d’aria fresca anche nel campo dell’ormai stanca pubblicità televisiva.

TELEVISIONE: UNA QUESTIONE DI HASHTAG ARSENALE CREATIVO


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