Magazine

Tempo di Sanremo… via ai pronostici!

Creato il 30 gennaio 2015 da Giannig77

download

Si sta avvicinando l’edizione sanremese 2015 targata Carlo Conti, l’uomo Rai per eccellenza dell’ultimo decennio, colui che in molti sostenitori di Sanremo attendevano come il conduttore adatto a riportarlo in territori più legati a stilemi classici della musica leggera italiana. Detto fatto: quest’anno si torna a una proposta senz’altro più appetibile per gli ascoltatori medi di musica, piuttosto lontani dall’esperienza biennale del predecessore Fabio Fazio, che aveva invece – anche coraggiosamente – optato per un cast eterogeneo, facendo esibire sul prestigioso palco anche artisti di area alternativa, o comunque poco noti alla massa.

images

Mi stupisce quindi, dico la verità, leggere di critiche, commenti inzuppati di sarcasmo, in merito alle scelte dei 20 big che gareggeranno quest’anno. Che vi aspettavate in fondo da lui? Io, lo ammetto, ero ancora più prevenuto nei suoi confronti, al punto da essere quasi certo che avrebbe portato sul palco molti dei concorrenti della sua ultima trasmissione “Tale e Quale Show”, di notevole successo, nella quale avevano sfilato tanti nomi dello spettacolo italiano, tra cui diversi cantanti in cerca di rilancio e popolarità. Invece nella lista definitiva dei campioni in gara non compaiono i nomi dei vari Valerio Scanu, Attilio Fontana, Matteo Becucci o la rediviva Silvia Salemi, che fecero un figurone durante il programma.

download (1)

Al loro posto però Conti, che ha portato il numero dei partecipanti a 20, ha puntato su nomi piuttosto noti e popolari, non cadendo nel pericolo nostalgia, vintage, tanto che i “vecchi” sono in fondo artisti ancora piuttosto sulla cresta dell’onda, discograficamente parlando.

Io lo seguirò come sempre, anche se mi immagino un certo livello “piatto” dei brani in gara, pochissima innovazione e tante canzoni dal sapore pop, melodico, quando invece nei due anni di Fazio mi ero ritrovato a supportare da vero fan alcuni interpreti sui generis della musica italiana, poco consoni a questi contesti, come Riccardo Sinigallia, i Perturbazione, The Niro, Frankie Hi Nrg o Zibba.

download (4)

Quest’anno troverò comunque i miei motivi di interesse, anche se fra i giovani conosco in pratica solo l’ex concorrente di Amici Enrico Nigiotti, che fu protagonista del programma in un’epoca precedente all’ingresso poderoso delle case discografiche dentro quegli studi (con conseguenti enormi successi dei vari Marco Carta, Alessandra Amoroso o Emma Marrone) e gli originali Kutso (chissà se pronunceranno in modo esatto il loro nome!) che sin da ora saranno i miei favoriti. Gli altri a mio avviso sono sin troppo “conservatori”, vedo come poco probabile il fatto che possano emergere.

Passando in rassegna invece i Big, o Campioni, vediamo più nel dettaglio i miei pronostici, non avendo conosciuto in anteprima i loro pezzi, e basandomi quindi su sensazioni e proiezioni.

Innanzitutto è notevole il numero delle interpreti femminili, quasi tutti di ultimissima generazione, eccezion fatta per  Lara Fabian, invero nettamente più famosa in Francia, e la grintosa Irene Grandi, sorta di “madrina” delle varie Emma o Noemi (a proposito, la popolare bionda cantante lanciata da Amici, tanto per cambiare, comporrà l’insolita coppia di vallette con l’altra cantante Arisa). Non che la Grandi sia vecchia, ha appena compiuto 45 anni ma di fatto può già vantare un’esperienza ventennale, anche se dal Festival manca dal 2010, quando portò un brano scritto per lei da Bianconi dei Baustelle, lo stesso che la rilanciò anni prima, cedendole la frizzante “Bruci la città”.

download (5)

Detto ciò, mi intrigano maggiormente i nomi nuovi, o comunque quelle cantanti che da un lustro circa, chi più, chi meno, stanno facendo parlare di sé con buoni risultati e che ora sono qui per la consacrazione definitiva (un po’ come successo ad Arisa che vinse qui proprio 12 mesi fa).

Personalmente potrei avventurarmi in un pronostico positivo, vedendole pronte a puntare al grande botto, nei confronti di Nina Zilli e Malika Ayane, entrambe con solide credenziali, sia in ambito mainstream che commerciale. Ma in gara figurano pure la rossa Annalisa Scarrone, ex Amici, che già un paio d’anni fa fece bella figura con un brano un po’ in stile anni ’50. Il salto per lei non è arrivato, nonostante possa contare ancora su un numero notevole di agguerrite fans, che la sostengono attivamente sui social network. Anche la discussa Anna Tatangelo, a dispetto della ancor giovane età (andrà per i 28) una veterana di Sanremo, conta di coinvolgere un cospicuo pubblico, portando un brano scrittole dal prezzemolino Kekko dei Modà, lo stesso che l’estate scorsa le confezionò l’agghiacciante “Muchacha”.  Si rivede pure, a distanza di un biennio, l’altra fuoriuscita da un talent di successo, in questo caso X Factor, Chiara Galiazzo che cerca di ritrovare una credibile dimensione discografica dopo molto tempo trascorso a prestare la sua voce a un noto spot pubblicitario. Meno entusiasmante, a mio avviso, la partecipazione della perennemente emergente Bianca Atzei che, dopo collaborazioni e duetti vari, mandati a memoria dai boss di Rtl e Radio Italia, si gioca una carta davvero impegnativa. Non le manca di certo una bella voce graffiante, seppur poco originale, ma non so se basterà.

Restando in tema talent, è impossibile non pronosticare come seri candidati alla vittoria finale i Dear Jack lanciati da Maria De Filippi, che, pur essendo giunti secondi dietro a Debora Iurato, hanno poi dominato a lungo le classifiche di vendite, non solo quelle di Itunes, diventando dei veri idoli, soprattutto per le ragazzine. Anche Moreno, che trionfò in trasmissione due anni fa e l’anno scorso fece il bis da “coach” guidando alla vittoria la squadra dei “Bianchi”, ha buone e concrete possibilità di sbaragliare la concorrenza, considerando pure che il suo genere di riferimento, il rap, sta andando per la maggiore nel desolante panorama musicale italiano. Meno chance credo le abbia il “nuovissimo” Lorenzo Fragola, appena passato dalla vittoria a X Factor a un palco così importante come quello rivierasco. Tra l’altro il suo primo inedito, un grazioso brano pop interamente scritto da lui, è per giunta in inglese, quindi pare un po’ un azzardo vederlo a Sanremo ma tant’è…

il giovanissimo trio Il Volo, il nome su cui puntare per la vittoria di Sanremo

il giovanissimo trio Il Volo, il nome su cui puntare per la vittoria di Sanremo

Sempre da un talent provengono pure gli ex bambini, appena appena cresciuti, lanciati nel programma di Antonella Clerici “Ti lascio una canzone” (di recente sospeso). I tre ragazzini de Il Volo hanno letteralmente spiccato il volo – perdonatemi il banale ma inevitabile gioco di parole –  non solo vendendo dischi in serie in Italia, ma pure divenendo dei fenomeni OltreOceano, andando a scaldare i cuori, con le loro possenti voci, del pubblico americano, rinverdendo e rinnovando i fasti di Andrea Bocelli. Considerando che la loro proposta sarà quanto meno “classica” e di ampio respiro, va a loro il mio pronostico principale come vincitori della kermesse, convinto che potranno davvero sorprendere raccogliendo consenso popolare e di critica (oltre che vagonate di televoti, visto il loro recente passato televisivo).

Scorrendo la lista dei rimanenti partecipanti, noto come Nesli finalmente, dopo averci provato più volte e avendo dichiarato in tv tutta la sua amarezza per le varie esclusioni, sia inserito in cartellone. Poi, per carità, mi mancano proprio gli elementi razionali per comprendere come possa piacere uno come lui, che reputo sostanzialmente né carne, né pesce, laddove da anni ormai (tolta una esigua presenza come corista e collaboratore del più trasgressivo fratello Fabri Fibra) propone canzoni di stampo melodico che vorrebbero correlarsi al mondo hip hop e dance ma spesso, dal mio punto di vista, con risultati alquanto imbarazzanti.

 

download (3)
Infine i veterani, gente che ha conosciuto il loro apice soprattutto negli anni ’80 e ’90. Come Raf ad sempio, che manca da questo palco da tempo immemore, da quando propose la suggestiva “Oggi un Dio non ho”. Talento purissimo della musica leggera italiana, negli anni ha sempre navigato sul versante pop di qualità, passando con disinvoltura dalla lingua inglese (ai tempi della dance made in Italy, di cui la sua “Self Control” divenne sorta di manifesto) a quella italiana, con tantissime hit mandate a memoria. Inutile dire che mi aspetto da lui un buon brano, senz’altro raffinato e ben prodotto. Anche Alex Britti manca da queste parti da quasi un decennio ma il suo score sanremese è di tutto rispetto e, bene o male, ad ogni nuova uscita discografica riesce sempre a incontrare i gusti del pubblico, nonostante sia maturato nel tempo dal punto di vista della proposta musicale. Mi stuzzicano meno la fantasia altri due ritorni “eccellenti”, quelli di Marco Masini e di Nek. Il primo tuttavia, alla prova sanremese raramente stecca – anche se il suo nome, almeno presso il grande pubblico da anni sembra caduto nell’oblio – e il secondo ha comunque uno zoccolo duro di fans, consolidato nel tempo.

download (2)
Tiferò invece per Gianluca Grignani, non ho problemi ad ammetterlo, il quale ben poche volte nel corso della sua ventennale carriera (solo artisticamente parlando, la vita privata è un’altra storia) ha steccato e che meriterebbe magari una bella affermazione a Sanremo, dopo tanti tentativi che, a livello di piazzamenti, non gli hanno regalato chissà quali soddisfazioni.

Termino la mia veloce disamina con due improbabili coppie che, sicuramente per motivi che mi sfuggono, si trovano ad aver “rubato” il posto a qualche altro cantante o musicista, diciamo “vero”. Già, perché considerare tali Biggio & Mandelli, alias “I Soliti Idioti” pare un’eresia e la vedo più come un recupero di certe performance, già presenti in edizioni lontane, che esulavano un po’ dal contesto (i casi di musica demenziale, o di Marisa Laurito, Gigi Sabani, Francesco Salvi) per variare un po’ la proposta, se non altro alleggerendone i toni. Potrebbe rivelarsi invece più plausibile il duetto tra Grazia Di Michele, al ritorno al Festival dopo più di 20 anni, quando giunse addirittura terza assieme alla raffinata Rossana Casale e da tanti anni ormai conosciuta soprattutto come rigidissima docente di canto ad Amici e Mauro Coruzzi, ai più noto/a come Platinette. Sì, proprio così, e pare evidente come i due si siano conosciuti proprio nella celebre trasmissione della De Filippi, quando Coruzzi si trovava spesso nelle parti dell’esperto in giuria, o tra gli opinionisti.

Insomma, l’edizione appare assortita, nella ricerca di incontrare favorevolmente il gusto del pubblico più generalista, ma diciamolo pure, senza troppe pretese dal punto di vista prettamente artistico. Speriamo per lo meno che le canzoni siano valide, chè poi è quello che in sostanza conta veramente (o almeno così dovrebbe essere!)

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :