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TENNIS - Pazza terza gornata a Wimbledon tra ritiri illustri e scivoloni inattesi: Federer e Sharapova, che "botta"!

Creato il 27 giugno 2013 da Andreakur
Questo pazzo pazzo Wimbledon colpisce ancora. La terza giornata va in archivio con sette ritiri (più i tre di lunedì sono dieci), altre vittime illustri dopo Nadal e ben tre azzurre, le meno considerate, al terzo turno. Ma andiamo per ordine. Capitolo ritiri. La lista dicevamo è lunga: Azarenka e Shvedova nel tabellone femminile, Darcis (ha fatto in tempo a battere Nadal), Isner, Stepanek, Tsonga e Cilic nel maschile, a cui va aggiunto quello di Tomic nel doppio e di Kohlschreiber, Pella e Oprandi della prima giornata. Una ecatombe. Continuata con i pezzi persi per strada, a torneo giocato. Detto di Nadal, ecco scivolare addirittura Federer e Sharapova in due match paradossali. Lo svizzero ha giocato da Stakhovskj (il suo avversario, un modesto ucraino) e Stakhovskj ha giocato da Federer nei momenti topici dell’incontro, là dove contava portare a casa il set. Le fredde statistiche dicono che Federer non perdeva a Wimbledon prima dei quarti di finale dal 2002, quando il croato Ancic lo eliminò al primo turno, e che per la prima volta dal 2003 uscirà dai primi tre giocatori della classifica mondiale. Se sia finita un’era, come molti hanno insinuato, è difficile da pronosticare, certo è che l’età passa per tutti, anche per i campioni immortali come lui. Quanto alla Sharapova, la portoghese Michelle Larcher de Brito ha espresso un tennis di alto livello mentre la siberiana, molto sportiva a fine gara (“Il campo scivoloso c’era per me e per lei” ha chiosato), è parsa l’ombra di se stessa, incapace di reagire da campionessa quale è. E proprio la ventenne portoghese, n. 131 del ranking, sarà l’avversaria di una delle tre azzurre ancora in corsa (in attesa della Vinci), Karin Knapp, capace di mettere ko in tre set ed in rimonta (perdeva 3-1 nel terzo) la mancina Lucie Safarova. E’ un bel risultato il terzo turno dei Champioships specie se si tratta di una venticinquenne che pare (speriamo) abbia finito il calvario fisico dei vari infortuni (è stata numero 35 nel 2008, ora è 104). L’unico precedente con la De Brito risale alle quali degli Us Open 2011 quando l’altoatesina vinse 7-6 al terzo.
L’altra impresa del tennis femminile azzurro proviene dalla giovane racchetta di Camila Giorgi, non nuova ad exploit del genere (l’anno scorso a Wimbledon arrivò negli ottavi), che ha estromesso la numero 22 Cirstea, una rumena ostica ovunque, pure sotto il campetto di casa, per l’agonismo che ci mette. La marchigiana è stata brava ad annullare due set point sia nel primo che nel secondo set e venerdì, così, se la vedrà con la francese Bartoli, numero 15 e finalista a Londra nel 2007. Ma quest’anno la Bartoli appare appesantita e il precedente favorevole alla Giorgi, sia pur sul rosso di Strasburgo, lascia più di qualche speranza. Dulcis infundo ecco approdare al terzo turno anche la Pennetta che ha beneficiato del ritiro della seconda giocatrice più forte al mondo, la bielorussa Azarenko; per la trentunenne brindisina si prospetta all’orizzonte un’altra francese, la Cornet, bella a vedersi, dal tennis leggero ma battibile, se veramente la Pennetta fosse fuori dal maledetto incubo del polso che l’ha fatta scendere in classifica fino al numero 166.

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