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"Tennis, tv, trigonometria, tornado e altre cose divertenti che non farò mai più" di D. F. Wallace

Creato il 08 febbraio 2011 da Bens
E poi c'è David Foster Wallace, che è stato un genio ed è morto prima che io potessi capirlo (nel 2008 ero ancora vittima del mio snobbismo eurocentrico, e no! gli americani non li leggo perchè io ascolto i CCCP e leggo il Foglio, e non gli permetterò di mangiarmi il cervello con le loro fobie terroristiche e globalizzanti. Poi Ferretti diventa cattolico e Ferrara ci sfracassa la minchia con le sue campagne antiabortiste senza nemmeno pensare alle ripercussioni che tutto questo avrebbe avuto sulla mia giovane esistenza).
Le morti importanti me le sono perse tutte, Cobain, Senna, Wallace, Sid Viciuos, o non ero ancora apparsa sulla faccia terrestre o ero ancora troppo piccola per capirne la portata; appartengo a quella generazione di scemi che non fanno nulla perchè tutto è già stato fatto, sono già morti tutti e non aver abusato di ogni sostanza stupefacente rintracciabile sul mercato nero per sopportare la morte di Wallace, indossando una bandana al Grande Lebowski, miscelando anfetamine a bicchieroni di Jack Daniel's, è il più grande rimpianto della mia vita oltre a quello di non aver chiamato il mio cane Cane. Se uno come Wallace si ammazza, viene il dubbio che, forse, dovremmo impiccarci tutti, perchè il mondo già fa abbastanza schifo per conto suo, ma se avessi potuto scegliere, mai avrei voluto vivere ciò che mi resta da vivere senza Wallace. Gli altri scrittori sono più utili sotto terra, ma lui aveva quella straordinaria capacità  di vedere le cose per quello che fondamentalmente ed inconsciamente erano ( della serie che se noi siamo gli scemi dentro la grotta, legati con la faccia rivolta verso il muro, Wallace era quello che se ne stava fuori spernacchiando ad Aristotele); una lucidità totalmente incontaminata dalla superbia e dalle abbronzature biscottate in pieno stile californiano.
"TTTT" è una raccolta di saggi in cui Wallace spazia con tutta la facilità e la semplicità  del super eroe della macchina da scrivere, dall'approccio giovanile e ingenuo al tennis, fino all'analisi accurata (più di qualunque testo di sociologia su cui io abbia mai studiato) di come la televisione e il suo raggio d'azione influenzino, tristemente, la famiglia media americana (e non solo). C'è anche uno STREPITOSO scritto su David Lynch. Wallace fu invitato a seguire da vicino  le riprese di "Strade Perdute", omaggiandoci di una cronaca esilarante del making of (non sono una cinefila, ma qualche tempo fa un amico mi obbligò a vedere "Dune" di Lynch. Chiunque permetta a Sting (o a Madonna n.d.r.) di recitare dovrebbe essere ostracizzato per decreto regio ,pensai). E poi Micheal Joyce, tennista professionista, di scarsa fama che Wallace utilizza come esempio venatorio per mostrare a tutti i seri, ma mediocri, lavoratori, che il successo è una variabile incostante, e che si può essere ugualmente felici pur occupando la 79esima posizione del ranking mondiale.
David Foster era un uomo piuttosto intelligente, in una versione un po' anticonformista anche rispetto all'anticonformismo antiyuppies-rivoglio-gli-hippies. Aveva un'intellighenzia profonda, strabordante e inarginabile nemmeno con la scrittura. Ne conoscevo un altro così e si chiamava Dante.
A 21 anni ho seppellito Raimondo e Sandra ed osservato divertita l'epopea cadaverica di Mike Bongiorno. Ma la morte di Wallace per me rimarrà sempre un trafiletto in sovraimpressione mentre le notizie sulla BBC si accavallano (sì, guardo la BBC) e non posso perdonarmi.
David Foster Wallace è morto, ed io non mi sento tanto bene. B.

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