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Tentato millantato credito, la “casta” ferma Barbato?

Creato il 10 gennaio 2013 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

Il coriaceo e combattivo deputato dell’IDV, balzato all’onore delle cronache negli ultimi mesi per la sua strenue lotta contro la “casta”, è raggiunto da un avviso di garanzia della procura di Roma. Si ipotizza tentato millantato credito… Se fosse capitato a Berlusconi staremmo già scrivendo di una persecuzione delle toghe rosse, tipica scusa addotta dal decadente esponente del PdL che stasera l’Italia vorrebbe vedere annientato dalla platea di Santoro.

Ma stavolta non c’entrano le toghe rosse delle “giudichesse”, né il peculato di Fiorito o l’associazione mafiosa di Dell’Utri, l’abuso d’ufficio di Scopelliti per le nomine della sanità, o la distrazione di fondi di cui si resero protagonisti diversi membri della Lega Nord, Trota incluso, per passare dall’abusivismo di Luca Barbareschi e finendo (per motivi di spazio) col finanziamento illecito di Scajola e Bossi senior.

Francesco Barbato è uno che non le manda a dire, come in quella giornata di maggio in cui preferì farsi espellere dalla seduta della Camera pur di gridare in faccia alla casta tutto il disprezzo che il popolo italiano nutriva nei confronti della classe dirigente.

Caparbio, energico, rumoroso, vicino al popolo. E adesso è il popolo ad essergli vicino, visti gli attestati di stima che il deputato sta ricevendo sui social network.

Adesso è l’Onorevole Barbato a dover dimostrare la propria estraneità ai fatti contestatigli dalla procura capitolina, relativamente ad una presunta richiesta di denaro (20000 euro) per risolvere alcuni problemi sofferti dalla società di assicurazione maltese, operante in Italia, EIG. Secondo l’accusa, l’Onorevole Barbato avrebbe vantato conoscenze in Isvap (l’istituto di vigilanza per le società assicurative) in grado di risolvere le controversie in cui era incorso tale Paolo Viscione, alla cui società assicuratrice venne revocata la licenza di operare in territorio italiano.

Quel denaro sarebbe servito a Barbato per rimediare all’intoppo burocratico in cui la società di Viscione era incorsa, tramite un interessamento in prima persona del deputato dell’IDV presso i funzionari Isvap che avrebbero potuto risolvere positivamente la faccenda.

Non vogliamo entrare nel merito, abbiamo fiducia nella magistratura e non vogliamo credere che questo avviso di garanzia sia volto a mettere fuori gioco l’Onorevole Barbato. Quelli che parlano dell’uso politico della magistratura sono altri, solitamente avvezzi al facile vittimismo.

Ma la notizia è un’altra: Franco Barbato decide di non correre alle prossime politiche. Per lui, vulcanico deputato anticasta, è un punto d’onore. Ha messo in pratica quello che ha sempre detto: un inquisito dovrebbe sgombrare il campo da equivoci, non candidarsi per avvalersi di immunità. Una prova di onestà intellettuale che provocherebbe gli ictus a catena dei plurinquisiti seduti a Montecitorio.

Il deputato nolano perde il seggio, ma non la faccia: è molto probabile che, a seguito di questa decisione presa d’impulso e comunicata ai sostenitori via Twitter, Barbato possa veder ancora più accresciuta la sua popolarità, da sfruttare magari alla prossima tornata elettorale utile a metterlo ancora una volta al servizio dei cittadini.

Per fortuna che al PdL non la pensano così: in tutte le assemblee italiane, verrebbe costantemente meno il numero legale…


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