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Terapia d'arredamento

Creato il 27 settembre 2010 da Lanterna
Quando ero adolescente, ero spesso (sempre) a studiare a casa di una mia amica. La famiglia di quest'amica viveva nella casa che era stata dei genitori di sua mamma: con l'arrivo e la crescita dei vari nipoti, i nonni si erano ritirati in un appartamentino a piano terra e avevano lasciato alla famiglia della figlia il resto della casa. Quindi la mamma della mia amica non era mai vissuta in un posto diverso da quella casa (e ci vive tuttora).
Non so se per inquietudine o per noia o per desiderio di evasione (come sempre, avere vicini i genitori è un'arma a doppio taglio, perché poi te li devi anche sciroppare), la mamma di questa mia amica cambiava spesso disposizione dei mobili in casa. Appena poteva, faceva qualche miglioria, aggiungeva e toglieva mobili (spesso di recupero).
Ecco, io oggi mi ritrovo a capire la signora S., eccome. Infatti mi trovo in una situazione in cui mi sento paralizzata: non posso trasferirmi da questa casa, perché è gratis e io non sono come certi miei vicini che disprezzano la casa in cascina per andarsi a impiccare con un mutuo a 2 km da qui. In più, vorrei andarmene da Pavia e andare a vivere in un posto climaticamente e umanamente migliore (l'ideale sarebbe Genova), ma non posso perché mio marito ed io non riusciamo a trovare altrove due lavori altrettanto sicuri e vantaggiosi.
In realtà, da quando sono entrata in questa casa, quasi 7 anni fa, non c'è stato un assetto che sia durato più di 6 mesi: prima perché Luca da single viveva senza armadi e senza librerie, poi perché lavare i piatti senza uno scolapiatti non era il massimo, poi ancora perché un amico ci ha regalato un mobiletto per la TV, e via via attraverso le nascite dei bambini e la loro crescita.
L'anno scorso, arrivata al culmine dell'immobilismo, ho deciso di progettare il famoso cambio della cucina che ci ha tenuti in ballo per tutta l'estate (e che però ci ha meravigliosamente semplificato la vita, oltre ad aver dato al piano terra della casa un aspetto più decoroso).
Quest'anno, forse per scaramanzia rispetto al cambiamento che desidero e che non so se otterrò, o forse per proiettarmi nella prossima estate con un progetto concreto, stiamo pensando di riordinare la nostra camera da letto, eliminando un armadio e un cassettone di recupero e comprando un grande armadio unico e capiente. Armadio Pax Ikea, per carità, con le ante bianche che sono anche le più economiche (oltre ad essere quelle più adatte a illuminare la stanza, molto buia). Il passo successivo sarebbe mettere nella parete opposta una libreria Expedit con contenitori, al posto di un IVAR raffazzonato che viene ancora dalla ristrutturazione del piano di sotto.
Costo del tutto, circa 600 euro + la libreria, saranno 700 al massimo. Quindi, economicamente fattibile. Il motivo per cui rimandiamo l'impresa alla prossima estate è che Luca temporeggia: non so se è più spaventato dall'idea di avere il contenuto degli armadi a spasso per un po' o da quella di dover smontare e trasportare il vecchio armadio, che ha il peso specifico del piombo.
Io nel frattempo, come avevo fatto per la cucina, mi cullo nella fantasticheria di come quell'armadio nuovo cambierà la mia camera, di quanto sarà comodo e quindi renderà più facile il riordino, di quanto sarà capiente e quindi mi eviterà di avere roba sparsa ovunque, di quanto sarà luminoso rispetto al color legno scuro degli attuali mobili.
E capisco profondamente la signora S.

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